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La guerra in Ucraina e il rischio della deriva atomica

Diverse volte in questo conflitto si è parlato della minaccia di utilizzo di armi non convenzionali. Accuse reciproche denunciano agenti chimici, biologici e soprattutto di ordigni nucleari. Sui possibili rischi il parere di Angelo Baracca, docente di Fisica ed esperto di disarmo nucleare: "Il cosiddetto 'orologio dell’apocalisse' mai stato così vicino all’ora zero dai tempi della Guerra fredda"

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Nel conflitto in Ucraina torna spesso la parola “nucleare”. L’uso della bomba atomica causerebbe un’escalation senza ritorno e non solo per le parti in guerra. Sul possibile utilizzo dell’arma non convenzionale, Angelo Baracca, professore emerito di Fisica ed esperto di disarmo nucleare, ricorda che si tratta di un rischio che a varie intensità ha sempre pesato sulle sorti del mondo. Il cosiddetto “orologio dell’apocalisse”, ricorda il cattedratico, non è mai stato così vicino all’ora zero dai tempi della Guerra fredda.

Ascolta l'intervista ad Angelo Baracca

In questa guerra in Ucraina torna spesso la parola nucleare. Ecco, c'è il rischio che da arma di deterrenza l'armamento non convenzionale possa essere effettivamente utilizzato? E con quali conseguenze?

Il rischio di una guerra nucleare non è di adesso e non è legato particolarmente alla situazione in Ucraina, ma è un rischio che da anni regola “l’orologio dell'apocalisse”. Gli scienziati atomici continuano a lanciare l'allarme sulla possibilità di un conflitto nucleare che potrebbe scoppiare, per errore, per disinformazione, per volontà, per mancanza di controllo. Questo rischio è il più elevato dai tempi della Guerra fredda.

Quali gli scenari che potrebbero avverarsi?

Io ritengo assurdo che possano essere sganciate bombe atomiche sull'Ucraina. In primo luogo, perché non credo che la Russia abbia l'intenzione di radere al suolo il Paese al suolo – non mi sembra neanche nel suo interesse –; secondo motivo, perché ci sono i soldati russi sul terreno e un terreno radioattivo non è molto praticabile dai militari. in terzo luogo, perché il fall-out, cioè la ricaduta di particelle radioattive, non ha confini e a seconda dei venti potrebbe anche coinvolgere il territorio della Russia. L’unica soluzione è eliminare le armi nucleari, separare per esempio le testate dai missili in maniera che non siano pronti nel caso di allarme.

C'è però anche il rischio di un utilizzo dell'arma atomica per così dire a bassa intensità, la cosiddetta bomba sporca?

Una bomba sporca sarebbe una bomba radiologica, che, esplodendo, spargerebbe il materiale radioattivo su una vasta porzione di territorio. Si tratta sempre di effetti della radioattività, ma non come quelli di un'esplosione nucleare. La bomba sporca sarebbe comunque una cosa pericolosissima, disastrosa per la popolazione che sta nella zona della deflagrazione e, quindi, anche questo utilizzo sarebbe un crimine di guerra.

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23 marzo 2022, 16:39