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Una anziana signora è tra i residenti evacuati dopo i nuovi bombardamenti in una zona residenziale di Kiev (Sergei Supinsky / Afp) Una anziana signora è tra i residenti evacuati dopo i nuovi bombardamenti in una zona residenziale di Kiev (Sergei Supinsky / Afp)

Bombe e negoziati, Kiev sempre più accerchiata

Ancora una notta di paura a Kiev, dove hanno suonato le sirene antiaeree. Almeno tre deflagrazioni sono avvenute in una zona residenziale della città. A Mariupol la situazione è sempre più drammatica. È stato intanto un nulla di fatto ai colloqui Usa-Cina ieri a Roma

Andrea De Angelis e Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano 

Almeno tre deflagrazioni sono avvenute in una zona residenziale della capitale nella notte tra lunedì e martedì. Nei video diffusi sui social si vede nella capitale un palazzo di dieci piani in fiamme. Kiev, dunque, continua ad essere colpita, ma il presidente ucraino Zelensky non si arrende: “Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi dico che se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità”, dice in un video alle truppe di Mosca, parlando in russo. "In 19 giorni - aggiunge - l'esercito russo ha avuto più perdite che nelle due sanguinose guerre in Cecenia". Numeri diversi quelli di Mosca, che avrebbe inoltre arruolato migliaia di mercenari provenienti dal Medio Oriente.

Il dramma dei rifugiati 

Ieri è stato nuovamente bloccato il corridoio umanitario per l'evacuazione dei civili da Mariupol dell'Ucraina, la città dove si registra la più grave crisi umanitaria del Paese dall’inizio della guerra: oltre 2mila le vittime, con la popolazione costretta a vivere nei rifugi, dove però scarseggiano sempre più acqua e cibo. A Leopoli, dopo giorni, questa notte non hanno suonato le sirene antiaeree, mentre dopo il sindaco di Melitopol è stato rapito anche quello di Dniprorudne, nella zona sud-orientale del Paese.

I negoziati 

Nessun dettaglio è trapelato dai colloqui di ieri a Roma tra russi e ucraini se non che, per voce del presidente Zelensky, si sarebbe svolto un buon lavoro. Sia il presidente ucraino che Putin hanno anche parlato con il premier israeliano Bennet, che cerca di mediare per una soluzione pacifica. Circa la possibilità della fine del conflitto entro maggio, prospettata da un fedelissimo di Zelensky, avverrebbe – secondo ipotesi ucraine –per mancanza di risorse della Russia. Cresce intanto la tensione tra Stati Uniti e Cina, il sospetto sostegno di Pechino a Mosca e l’accusa cinese agli americani di diffondere false informazioni hanno caratterizzato il round di colloqui, sette ore, che si sono tenuti ieri a Roma e che non hanno portato ad una posizione comune sulla guerra.

I nuovi colloqui

I leader della Nato stanno valutando di tenere una riunione straordinaria alla fine della prossima settimana a Bruxelles a cui dovrebbe prendere parte il presidente usa Biden. Si esclude la possibilità di un incontro con Putin, mentre il presidente ucraino mercoledì parlerà al congresso degli Stati Uniti, nello stesso giorno la  Corte internazionale di giustizia dell'Aia si pronuncerà sul ricorso presentato dall'Ucraina contro la Russia, accusata di aver giustificato falsamente l'invasione. Dall’Unhcr arriva nel frattempo la conferma che per l’aiuto ai rifugiati, in due settimane, sarebbe stato raccolto l’ importo record di 200milioni di dollari.

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15 marzo 2022, 11:22