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La polizia canadese schierata contro i manifestanti anti-pass La polizia canadese schierata contro i manifestanti anti-pass 

Covid-19. Crescono le mobilitazioni no-vax, ricerche in Italia su vaccino 'universale'

Nell'Ontario, riaperto il ponte tra Usa e Canada bloccato per una settimana dai "convogli della libertà". Ma i disordini continuano ad Ottawa e non si placano in Nuova Zelanda, Francia, Belgio. Mentre anche in Italia si preparano proteste, l'Istituto Superiore di Sanità punta sulla strategia innovativa di un vaccino anti-varianti che, qualora si rivelasse non tossico per l'uomo, eviterebbe ai soggetti di sottoporsi a periodici richiami

Antonella Palermo - Città del Vaticano

E’ stato riaperto ieri il ponte tra Stati Uniti e Canada bloccato per una settimana dai manifestanti che si oppongono alle restrizioni sanitarie. Ma i funzionari canadesi stanno fronteggiando una protesta più ampia nella capitale, Ottawa. 

I "convogli della libertà" ispirano anche la Nuova Zelanda

Sul ponte Ambassador, al valico di frontiera in Ontario, passa normalmente il 25% di tutti gli scambi tra Usa e Canada. Il blocco sul lato canadese messo in atto dai cosiddetti "camion della libertà" aveva inciso sulle case automobilistiche costrette a chiudere diversi impianti di assemblaggio. Il via libera è stato accolto con favore da Washington. Ieri, in Nuova Zelanda, nemmeno il ciclone Dovi, che ha generato interruzioni di corrente, frane ed evacuazioni, ha fermato le proteste anti vaccino nella sede davanti al Parlamento, con centinaia di persone che, ispirate proprio da questi convogli, si sono accampate ballando nel fango.

Disagi in Francia e manifestazione in programma a Bruxelles

Intanto, circa 1.300 veicoli, secondo la polizia, che partecipano ai convogli anti-pass da tutta la Francia, si sono fermati vicino a Lille (nel nord del Paese), in vista di una manifestazione in programma oggi a Bruxelles. Le autorità belghe hanno ricordato ai partecipanti che la protesta è vietata e hanno avvertito i residenti delle difficoltà di accesso agli ospedali e all'aeroporto. Anche in Italia è prevista una giornata di nuove manifestazioni in vista dell'obbligo sul posto di lavoro che scatta domani per gli over 50.

Italia, l'Iss annuncia un vaccino contro tutte le varianti

Sul fronte della ricerca, intanto, è in arrivo un vaccino presentato come “potente contro tutte le varianti del Covid”: sembrerebbero buoni i risultati di uno studio preclinico dell'Istituto Superiore di Sanità. L’annuncio viene diffuso mentre il ministro della Salute Speranza rileva che ad oggi "il 91% delle persone sopra i 12 anni si è vaccinato con la prima dose". AI nostri microfoni, Maurizio Federico, Responsabile del Centro nazionale di Salute globale dell'Istituto Superiore di Sanità, ci spiega le specificità di questi studi:

Ascolta l'intervista con Maurizio Federico

Ci può fornire qualche dettaglio relativamente agli studi che state conducendo?

Le particolarità di questa strategia messa in atto in questi studi preclinici sono due: una che si rivolge all’attivazione di una parte dell’immunità adattativa, immunità cellulare, in particolare quella governata da una sottofamiglia di linfociti, definiti cd8 (e questa è una particolarità assoluta nel senso che tutti i vaccini anti Sars Cov-2 non hanno questa specificità poiché si rivolgono alla risposta anticorpale). Noi ci siamo diretti invece verso l’altro braccio dell’immunità. Una seconda particolarità importante è che noi abbiamo usato come immunogeno una proteina del virus che - è documentato - può variare pochissimo o quasi nulla tra tutte le varianti del virus emerse finora. Quindi il vantaggio, rispetto ai vaccini correnti, è che non dovremmo correre il rischio di perdere efficacia man mano che emergeranno diverse varianti di Sars Cov-2. In questo senso potremmo parlare di ‘vaccino universale’, perché risulterebbe indifferente alle mutazioni che caratterizzano le varianti emerse finora.

Quindi ciò significa che non sarà necessario effettuare il richiamo periodicamente?

Quello implica ancora un altro discorso che ha a che fare con la memoria immunitaria. Un altro limite degli attuali vaccini è determinato dal fatto che gli anticorpi neutralizzanti, ovvero che eliminano il virus, tentano a scemare col tempo, se non ad esaurirsi. In questa nostra piattaforma - basata su modelli animali - è che si genera una memoria immunitaria a livello dei polmoni che sono la porta di ingresso del virus. Queste cellule della memoria sono destinate a garantire una immunità durevole nel tempo. Questo sarebbe un altro vantaggio.

Lo potremmo dunque davvero l’arma finale contro la pandemia?

Non corriamo… Il fatto è che tutte le strategie innovative possono avere grossi vantaggi ma prima dovremmo accertarci che questo tipo di approccio non sia dannoso per l’uomo. Ovviamente noi abbiamo una casistica gigantesca sugli animali ma questo non basta, bisogna assolutamente affiancare dei dati plausibili sull’uomo prima di creare delle aspettative troppo grandi. La nostra attuale attenzione è di cercare di far progredire questa nostra strategia dal chiuso del nostro laboratorio almeno alla fase 1 clinica per verificarne l’eventuale tossicità, su cui non abbiamo ora alcun elemento.

Adesso la tempistica quale sarà?

E’ quella tradizionale associata alle fasi 1 e 2 dei vaccini. Essendo una strategia assolutamente innovativa non ci possiamo permettere fasi affrettate. Dobbiamo essere molto molto scrupolosi, rigorosi e severi con noi stessi. Prima si comincia, prima riusciremo a risolvere questo aspetto fondamentale. Certo, i tempi tecnici sono una cosa, i tempi organizzativi e di pianificaizone del lavoro sono altro.

Questa ricerca è portata avanti esclusivamente dall’Iss, siete a conoscenza di altri Paesi che stanno andando in questa direzione?

Questa strategia è assolutamente originale, con tutti i vantaggi e svantaggi che può presentare. Indurre l’immunità ct8t è un punto di originalità fondamentale. Non esistono al momento concorrenti, che io sappia. Il nostro obiettivo minimo e massimo per adesso potrebbe essere riuscire a utilizzare il nostro vaccino in combinazione anche con quelli attuali in modo che il soggetto possa usufruire dell’immunità completa, sia anticorpale che cellulare, così che non debba essere sottoposto a ripetute vaccinazioni.

Quale è il suo parere sui vaccini tipo Novavax che potrebbero indurre molti no-vax a sottoporsi alla vaccinazione?

Questi nuovi vaccini hanno la particolarità di basarsi semplicemente su proteine ricombinanti. E’ una formulazione molto meno aggressiva riguardo a eventuali iperattivazioni del sistema immunitario. A fronte di questo vantaggio rispetto ai vaccini correnti, io francamente non ho elementi per poter dire se e quanto e chi dei due o dei tre possa essere più efficace.

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14 febbraio 2022, 07:42