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Talebani a Kabul Talebani a Kabul 

L’Afghanistan e la questione centrale della libertà di coscienza

Per un’alternativa alla “ideologia del sultanato” e alla “mitologia dell’imamato”. Su L'Osservatore Romano un'analisi del professor Martino Diez sulla situazione afghana dopo la presa del potere da parte dei talebani

VATICAN NEWS

Mentre i talebani annunciano la formazione di un governo ad interim, due preoccupazioni si rincorrono nella comunità internazionale: il livello di “moderazione” e “inclusività” del nuovo esecutivo. Espressioni, queste, che in realtà “tradiscono la difficoltà a pensare il fondamentalismo islamico secondo le sue stesse categorie”, scrive il professor Martino Diez, direttore scientifico della Fondazione Internazionale Oasis e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in un articolo di approfondimento pubblicato nell’edizione odierna de L’Osservatore Romano. Una lunga riflessione che indaga sulle categorie politico-religiose del regime istituito dai talebani, richiamando la bozza di Costituzione preparata nel 1996 che, all’articolo 1, afferma: “L’Afghanistan è un emirato islamico”. “Al centro del pensiero politico dell’Islam classico non c’è però l’emiro, ma il califfo”, rileva il professore, ripercorrendo la storia di questa figura - intorno alla quale si sono catalizzate le prime divisioni, tra cui quella tra sunniti e sciiti -, giudicata come superata da diverse istituzioni islamiche, tra cui al-Azhar, ma che desta invece fascino tra i jihadisti. Diez analizza anche la giurisprudenza islamica a cui i talebani si rifanno, e le conseguenze pratiche che l’istituzione di un emirato, afflitto "da un deficit cronico di legittimità religiosa”, avrebbe oggi nella realtà afghana. Da qui, uno sguardo sull’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, per cui la vicenda dell’Afghanistan segna la sconfitta della "pretesa di esportare la democrazia con le armi" e della "presunzione di poter rigenerare interi Paesi attraverso opere di ingegneria sociale”. Inoltre, la fuga disperata di migliaia di cittadini a cui il mondo ha assistito attonito in queste settimane dimostra come “molti afghani” non si fanno illusioni sulla capacità dei talebani di governare. La questione da affrontare – “con più coraggio e meno arroganza” – rimane quella della libertà di coscienza. In questo momento “il miraggio più lontano”, ma, al contempo, “l'alternativa durevole e convincente all’ideologia del sultanato e alla mitologia dell’imamato”.  

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08 settembre 2021, 15:30