Alla Cattolica una conferenza internazionale sull'adozione Alla Cattolica una conferenza internazionale sull'adozione 

Adozioni, ricerche e sfide internazionali

All’Università Cattolica una Conferenza internazionale sulle adozioni. Intervista a Rosa Rosnati, docente al Centro di Ateneo: “Diminuisce il numero delle adozioni a livello internazionale. Importante - afferma - rilanciare una cultura dell’accoglienza familiare”

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Da oggi al 9 luglio alla Cattolica oltre 200 ricercatori ed esperti si confrontano su studi e ricerche relative all’adozione e all’accoglienza familiare in occasione della settima edizione dell’Icar, International conferenze on adoption research. A organizzare e ospitare l’evento, via web, il Centro di Ateneo di studi e ricerche sulla famiglia. Tanti i temi in agenda per le diverse sessioni in programma: dagli eventi traumatici nei bambini adottati, alle “seconde generazioni”, ovvero i figli adottati che diventano genitori e i genitori adottivi che diventano nonni; si discuterà anche dell’impatto della discriminazione sul benessere e dello sviluppo delle abilità sociali nei bambini adottati. “L’obiettivo fondamentale - afferma a Vatican News Rosa Rosnati, professore ordinario di Psicologia dell’adozione alla Cattolica - è ridurre il gap esistente tra ricerca e intervento, che troppo spesso vanno su binari paralleli, e diffondere in Italia e all’estero una cultura scientificamente fondata sull'adozione, cioè fondata sulle ricerche e sulla valutazione degli interventi”.

Ascolta l'intervista a Rosa Rosnati

Adozioni in calo in ambito internazionale

Se da un lato si registra una flessione dei numeri relativi all’adozione internazionale in tutti i Paesi, non diminuisce, al contempo, il numero dei bambini, in Italia e nel mondo, che vivono in strutture residenziali. “Quindi - sottolinea la professoressa - è quanto mai importante e attuale rilanciare la cultura dell'accoglienza familiare e sostenere non solo l'adozione ma anche l’affido”. In quest’ottica, una delle sfide, secondo la docente della Cattolica è formare professionisti che abbiano una conoscenza a tutto tondo delle problematiche dell'adozione e diffondere proprio una ‘cultura dell'adozione’ che abbia fondamento nella ricerca e nella valutazione degli interventi.

L’effetto della pandemia sulle adozioni

La pandemia di Covid-19 è stata tra le cause che ha determinato la diminuzione delle adozioni internazionali, sebbene un calo si era già registrato precedentemente. Il dato relativo all’Italia, ad esempio, mostra come nel 2020 siano giunti 526 bambini, un numero decisamente inferiore rispetto alle 4mila adozioni internazionali degli anni precedenti, come il 2010 e il 2011. L’impatto del Covid e delle relative restrizioni imposte dai governi per contenere la diffusione del virus è oggetto di studi anche per i partecipanti alla Conferenza Icar, che su questo tema ospiterà un simposio specifico. Diverse ricerche sono state infatti condotte in Italia e all’estero per capire come le famiglie adottive abbiano affrontato questa fase. “Alcune – aggiunge Rosnati - hanno evidenziato che, in alcuni casi e per alcuni bambini, i ritmi di vita più tranquilli e rilassati abbiano di fatto avuto un impatto positivo sullo sviluppo dei bambini che hanno beneficiato di una maggiore presenza dei genitori adottivi, di ritmi più dilatati e meno affannati. Ovviamente non è un dato che possiamo estendere a tutte le famiglie e sarà interessante vedere quali saranno i risultati delle ricerche”.

L’importanza degli studi interdisciplinari

Nell’affrontare l’argomento adozione, pensando soprattutto al percorso dei genitori adottivi e dei figli adottati, l’ambito interdisciplinare diventa una prospettiva molto importante. “Troppo spesso si vedono le cose in modo settoriale, invece l’interdisciplinarietà è necessaria per restituire quella visione globale del bambino e del suo sviluppo a 360 gradi. Sarebbe fondamentale anche poter diffondere sul territorio delle equipe interdisciplinari e integrate. Questo – spiega la docente -  è soprattutto importante quando c'è una prima consultazione, nel senso che un certo problema, magari manifestato dal bambino, può essere riconducibile ad una molteplicità di fattori che possono essere legati all'ambiente in cui vive o a esperienze sfavorevoli, ma poi ci sono anche fattori, come ad esempio la sindrome feto-alcolica che incide impatta sullo sviluppo anche a lungo termine del bambino anche dal punto di vista cognitivo e nel controllo degli impulsi”.

Una Summer school per i dottorandi

A precedere, ieri, il convegno internazionale una giornata di formazione dedicata a dottorandi e giovani ricercatori, con l’obiettivo di fornire competenze nell’ambito dello studio e della metodologia di ricerca riguardante i temi dell’adozione e di stimolare la creazione di una rete internazionale di scambio e di confronto tra le nuove generazioni per lo sviluppo di future ricerche e collaborazioni.

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06 luglio 2021, 08:58