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Venezuelani in fila fuori da un centro vaccinale Venezuelani in fila fuori da un centro vaccinale 

Venezuela tra crisi politica ed emergenza sanitaria

La pandemia ha aggravato la crisi socio-economica che attanaglia il Venezuela. Un missionario svizzero, nel Paese da quarant’anni, racconta i disagi della popolazione ridotta alla fame

Marco Guerra e Xavier Sartre – Città del Vaticano

Resta gravissima la situazione politica, economica e sociale in Venezuela. Alla lunga crisi istituzionale, che attanaglia il Paese, e che vede contrapposti il presidente Nicolas Maduro e il leader dell’opposizione Juan Guaidò, si è sommata l’emergenza sanitaria per la pandemia del Covid-19.

Bloccati i pagamenti del vaccino

Il ministro degli Esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, ha accusato la banca svizzera Ubs di avere "arbitrariamente bloccato" gli ultimi versamenti effettuati dal suo Paese al meccanismo Covax dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il pagamento di vaccini necessari per il programma di immunizzazione della popolazione venezuelana. Via Twitter il capo della diplomazia ha sottolineato che "il Venezuela ha pagato tutte le rate dovute all'organismo", aggiungendo però che Ubs "ha bloccato arbitrariamente gli ultimi pagamenti, mettendoli sotto inchiesta".

La crisi economica

L'acquisizione di vaccini è uno dei gravi problemi che affronta il governo del Paese sudamericano, a causa delle forti restrizioni finanziarie causate da un blocco economico internazionale alle risorse monetarie e in metalli preziosi che Caracas aveva depositato negli Usa, a Londra e in Portogallo. Il Venezuela vive una grave crisi economica causata anche dal crollo del prezzo del petrolio, materia prima di cui il Paese è tra i primi esportatori al mondo, e sulla quale ha basato gran parte del suo sistema economico. Sul Paese pesano anche le sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Don Angelo: qui manca tutto

“Qui la situzione è gravissima dal punto divista del cibo e delle medicine. Non funziona più niente, l’80% delle persone non mangia normalmente. Io tutti i giorni sono assediato da richieste di aiuto. Non si riesce a spiegare come un Paese sia arrivato a questo punto”, racconta don Angelo Treccani, missionario svizzero nella parrocchia di El Soccoro, nello stato di Guarico, nel centro del Venezuela.

Ascolta l'intervista a Don Angelo

Il popolo si affida a Dio

Il sacerdote, in Venezuela dal 1983, riferisce che gli stipendi sono ormai di pochi dollari al mese e che anche la scuola è stata sospesa.  “Abbiamo una fattoria che produce di tutto – racconta ancora – stiamo insegnando alla gente ad autoprodurre tutto il necessario per non dover comperare, in quanto tutti i prodotti sono troppo cari”. Don Angelo sottolinea però la grande fede che sostiene il popolo venezuelano: “Si affidano a Dio e non si disperano,; ci si lamenta molto di più nei Paesi del benessere”.

Formare una coscienza civile

“Il governo ha convinto molta gente che la colpa di questa situazione sia tutta da imputare agli Stati Uniti – spiega infine il religioso –. Ad ogni modo va detto che, quando sono arrivato in questo Paese, nessuno faceva la fame e la sanità funzionava, ma purtroppo manca un po’ di coscienza civile e politica. Il voto non va dato solo in base alle promesse che si fanno in campagna elettorale”.

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14 giugno 2021, 08:00