L'arrivo dei profughi dal Niger all'aeroporto romano di Fiumicino L'arrivo dei profughi dal Niger all'aeroporto romano di Fiumicino 

Caritas: 45 migranti dal Niger all'Italia attraverso i corridoi umanitari

Si tratta di otto famiglie e 22 bambini da tutta l'Africa e scampati ai campi libici. Saranno accolti da otto diocesi italiane. Oliviero Forti: potranno finalmente vivere in sicurezza e dignità

Michele Raviart - Città del Vaticano

Provengono da Paesi come Sudan, Eritrea, Camerun ed Etiopia le 45 persone giunte questa mattina all’aeroporto di Fiumicino in aereo in Niger via Tunisi grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Caritas italiana, su mandato della Conferenze episcopale italiana, dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dal governo italiano. Otto famiglie, tra cui una ventina di minori, che sono sfuggiti ai campi libici e che hanno evitato i pericoli delle traversate del Mediterraneo.

Sfuggiti alle torture in Libia

“Si tratta di famiglie, ma anche di singoli, che si trovavano fino a qualche ora fa in Niger nei campi profughi allestiti dalle Nazioni Unite, ma la cui storia parte da molto più lontano”, spiega a Vatican News poco dopo l’atterraggio Oliviero Forti, responsabile dell’Area immigrazione della Caritas italiana. “Fuggono dai propri Paesi per le motivazioni più varie cercando di raggiungere l’Europa attraverso la Libia, però in Libia vengono incarcerati come molti dei loro connazionali e sottoposti a una detenzione arbitraria, illegale e terribile, perché vengono sottoposti a torture”. Da lì, continua Forti, “sono stati trasferiti momentaneamente in Niger, il Paese più povero dell’Africa, che ha accettato di accoglierli, ma chiaramente per un tempo limitato, aspettando che qualcuno potesse trasferirli altrove”.

Ascolta l'intervista integrale a Oliviero Forti

Un percorso di accoglienza diffusa

Dopo l’arrivo e l’effettuazione delle procedure di identificazione e dei i tamponi per il coronavirus, risultati negativi, i rifugiati saranno accolti nelle strutture di otto diocesi italiane, da Bolzano, a Policastro in Campania, a Roma. ”C’è un bel pezzo di Italia che li accoglierà e inizierà con loro un percorso che durerà un anno e che vedrà i bambini iscritti a scuola e i genitori alle scuole di italiano”, spiega ancora Forti, “e poi si cercherà di dare quegli strumenti a partire dal lavoro che li renderanno un giorno autonomi e potranno finalmente vivere in sicurezza e con la dignità che purtroppo fino ad ora è mancata”.

Corridoi umanitari: aumenta il consenso ma i numeri sono ancora bassi

L’impegno ad aumentare l’utilizzo di corridoi umanitari per rendere più sicure le migrazioni sarà uno dei punti del prossimo Consiglio Europeo, ha ribadito questo pomeriggio in Senato il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi. I numeri infatti restano bassi. Quello di oggi, infatti, è il secondo arrivo dal Niger, con la Caritas che ha fatto arrivare in sicurezza oltre mille persone dal 2014, mentre altre duemila circa sono arrivata da iniziative analoghe promosse dalla Comunità di Sant’Egidio e da altre associazioni. "Il futuro dei corridoi umanitari è un bel futuro, perché stiamo sempre più registrando interesse, soprattutto da parte delle istituzioni e dei decisori politici rispetto a questo programma che vede un coinvolgimento del territorio molto forte, con una partecipazione attiva delle comunità di accoglienza”, conclude Forti, che sottolinea come “il vero vulnus di questi programmi è che i numeri sono ancora troppo bassi e quindi l’auspicio è che in futuro vengano organizzati un numero maggiori di ingressi che da un lato vanno ad evitare tante morti in mare e dall’altro danno un carattere di normalità alla mobilità umana, soprattutto per chi si ritrova in condizioni difficili come i rifugiati”.

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23 giugno 2021, 17:56