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Gerusalemme e Spianata delle Moschee Gerusalemme e Spianata delle Moschee 

Gerusalemme: violenti scontri nella Spianata delle Moschee e nel resto della città

Nuovi momenti di forte tensione a Gerusalemme. Scontri tra palestinesi e polizia israeliana hanno causato il ferimento di oltre 170 palestinesi e di 6 agenti. Una giornata difficile che preoccupa per tutta la situazione mediorientale. Intervista alla professoressa di Relazioni internazionali Maria Grazia Enardu: "È un momento di grande instabilità regionale, politico e locale"

Giancarlo La Vella ed Elvira Ragosta - Città del Vaticano

Le violenze sono scoppiate, nel Venerdì della preghiera islamica, innanzitutto sulla Spianata delle Moschee per poi estendersi a tutta la città vecchia, in particolare nel complesso della moschea di Al-Aqsa. La polizia è intervenuta nel corso di una manifestazione palestinese. "Il governo israeliano è responsabile degli eventi a Gerusalemme e delle loro conseguenze", ha detto il presidente Abu Mazen in un discorso televisivo. Controaccusa da parte dello Stato ebraico al leader palestinese, ritenuto "responsabile degli sviluppi pericolosi e degli attacchi avvenuti a Gerusalemme e delle relative conseguenze". A completare una giornata ad alta tensione quanto avvenuto in Cisgiordania. Le forze israeliane hanno sventato un attacco a colpi di arma da fuoco avvenuto nei pressi della base militare israeliana di Salem, vicino Jenin, nel nord della regione, dove sono stati uccisi due palestinesi e un altro ferito gravemente.

L’instabilità dell’area

Intervistata da Vatican News, Maria Grazia Enardu, professoressa di Relazioni Internazionali all’Università di Firenze, parla di momento di grande instabilità regionale, politico e locale.: “Regionale perché tutto il Medio Oriente è in grande disordine, la Siria continua a essere in guerra con ripercussioni tra i vicini; poi, con la presidenza statunitense di Joe Biden riaffiorano nuovi interessi e nuovi equilibri”. La docente parla inoltre dell’instabilità creata dalla situazione palestinese con il rinvio delle elezioni, per rinnovare presidenza e Parlamento dopo quindici anni. “Questo – aggiunge -, assieme alle incertezze per il nuovo governo di Israele, crea tensione locale, che può diventare anche generale, come accade in questi giorni a Gerusalemme".

Ascolta l'intervista alla professoressa Enardu:

La preoccupazione dell’Ue

La situazione di tensione venutasi a creare a Gerusalemme e in Cisgiordania ha destato la preoccupata attenzione dell’Unione Europea. Per voce del portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, Peter Stano, Bruxelles afferma che “la violenza e l'istigazione sono inaccettabili ed i responsabili di tutte le parti devono risponderne. L'Unione Europea invita le autorità ad agire con urgenza per allentare le attuali tensioni a Gerusalemme". Stano esorta, inoltre, leader politici e religiosi di tutte le parti a mostrare moderazione e responsabilità e fare ogni sforzo per calmare una situazione sempre più instabile”. Stano poi conclude con un cenno agli sgomberi di famiglie palestinesi a Sheikh Jarrah e in altre zone di Gerusalemme Est. “Tali azioni sono illegali ai sensi del diritto internazionale umanitario – ha detto – e servono solo ad alimentare le tensioni sul campo”.

L’interesse dell’Europa per la stabilità del Medio oriente

Un Medio Oriente stabile è indispensabile all’Europa, osserva la professoressa Enardu: “In questo caso - conclude - l’interesse non è dovuto solo a situazioni generali e di diritti umani, ma anche al fatto che l’Europa è sempre interessata allo svolgimento di elezioni possibilmente regolari e quindi il rinvio delle elezioni palestinesi ha suscitato da parte sua un nuovo e forte interesse”.

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08 maggio 2021, 10:27