La pandemia di coronavirus La pandemia di coronavirus 

Guterres: la pandemia da contrastare come fosse una guerra

"La guerra contro il Covid non è conclusa, serve un accesso equo per i vaccini". Così il segretario generale dell’Onu Guterres aprendo l’Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che si svolge a Ginevra fino al primo giugno in modalità on-line

Benedetta Capelli ed Elvira Ragosta - Città del Vaticano

Un’economia di guerra per contrastare la pandemia che ha provocato uno “tsunami di sofferenza”. Sono le parole del segretario generale dell’Onu Guterres all’apertura dell’Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. La fotografia scattata da Guterres fa impressione. La pandemia ha provocato oltre 3,4 milioni di vittime, tra questi 115mila operatori sanitari, persi 500milioni di posti di lavoro, i bilanci delle imprese segnano perdite per trilioni di dollari. E in questa guerra contro il Covid – perché di guerra si tratta, ammette il numero uno dell’Onu – serve un’economia che la contrasti perché è altissimo il rischio per le persone vulnerabili.

Una doppia velocità

“Vi esorto a prendere decisioni coraggiose”, aggiunge Guteress, ricordando lo “tsunami della sofferenza” che la pandemia ha provocato e la necessità di una solidarietà internazionale perché si arrivi ad un approccio coordinato nel contrasto al virus. No ad una risposta a due velocità con i Paesi più ricchi che vaccinano e fanno ripartire l’economia e quelli poveri che sono fermi. Haiti, uno dei 10 Paesi al mondo che non ha ancora iniziato la campagna vaccinale, ha decretato l’emergenza sanitaria. Attende il soccorso di Covax. L'India ha annunciato di aver superato la soglia dei 300mila morti per il coronavirus, diventando il terzo paese al mondo con più vittime dietro gli Stati Uniti e il Brasile.

“Quelle di Guterres sono parole molto severe, direi più forti di quelle usate venerdì scorso intervenendo al Global Health summit, forse proprio perché da quell’incontro non è uscito moltissimo, è uscito un linguaggio di attenzione ad alcuni temi, come quello relativo al fatto che la salute non è perseguibile se non in un contesto di attenzione globale alla salute del pianeta, ma è uscito molto poco sulla questione dei vaccini, che è la cosa più urgente in questo momento”. Commenta così a Vatican News Riccardo Moro, professore di Politiche dello sviluppo all’Università di Milano e Portavoce di Civil20, spazio di dialogo della società civile con il G20.

Ascolta l'intervista a Riccardo Moro

Soluzioni straordinarie

Di fronte al forte effetto che la pandemia ha avuto a livello globale, il docente rimarca la necessità di soluzioni straordinarie e necessarie ad evitare che i danni continuino a determinarsi, investendo l'economia, l'accesso al lavoro e creando situazioni di vulnerabilità ancora più gravi di quelle strettamente legate alla patologia sanitaria. Allo stesso tempo, servono interventi di solidarietà consistenti che non si sono ancora visti. “Gli Stati più ricchi hanno avuto cura di operare per tutelare la propria popolazione, mentre quelli più poveri hanno meno strumenti per fare questo e non c’è stato ancora un concerto internazionale che realmente abbia costruito risorse comuni. Ci sono dei tentativi, come Covax e altre iniziative, ma non sono ancora adeguate”.

Covid e globalizzazione

Se nei differenti approcci alla lotta al Covid-19 si possa intravedere un fallimento della Globalizzazione, il Portavoce di Civil20 risponde spiegando che la Globalizzazione non è un'ideologia, ma un contesto in cui le interconnessioni sono fortissime, un processo legato all'innovazione tecnologica che ci consente di comunicare facilmente in qualsiasi parte del mondo a costo zero e agire da un punto di vista economico su tutti i Mercati. “Credo – aggiunge - che dobbiamo pensare a come gestiamo e a come facciamo buon uso di questa opportunità di comunicare. Se queste interconnessioni sono governate diventano un’opportunità per tutti, nel momento in cui non vengono governate diventano un contesto che crea delle vulnerabilità”. Secondo Moro, gli strumenti politici che stiamo mettendo in atto non sono ancora adeguati, ma c’è bisogno di irrobustire i processi multilaterali e le istituzioni così da acquisire benefici per tutti. Da potenziare, poi, sono anche i sistemi sanitari pubblici per prevenire nuove pandemie e dare dignità a tutti, rendendo l’accesso universale alle cure una realtà.

Distribuzione dei vaccini e potenziamento dei sistemi sanitari pubblici

L’esigenza di una risposta globale alla crisi pandemica in un mondo interconnesso diventa ancora più importante se si osserva che ci sono aree avviate verso un allentamento delle misure restrittive, perché i vaccini hanno ridotto il potenziale di trasmissione del virus, mentre altre vivono ancora il pieno della seconda ondata con enormi difficoltà. Per Moro, dal punto di vista politico sono state costruite delle risposte che mirano più alle esigenze interne, mentre è ancora largamente inadeguato quanto è stato fatto per le esigenze di tutti. “Sicuramente – conclude - è importante agire per la distribuzione dei vaccini, come per rendere accessibili altri strumenti, come la diagnostica e tutte le altre cure collaterali e su questo l'iniziativa è largamente inadeguata. C'è una richiesta che viene da tutta la società civile, dalla maggioranza dei Paesi del mondo per applicare la norma internazionale che prevede la sospensione del pagamento dei brevetti sui vaccini, che permetterebbe di produrli e venderli a costi accessibili. In quel momento da parte delle case produttrici, non c'è la volontà di acconsentire a una norma di questo tipo e alcuni Paesi tutelano questa posizione”.

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25 maggio 2021, 09:14