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G20, la riunione ministeriale virtuale di ieri G20, la riunione ministeriale virtuale di ieri  

G20: prorogata la moratoria sul debito per tutto il 2021

Mentre nel mondo si registrano quasi 133 milioni di contagi da Covid-19, il G20 prolunga di sei mesi la sospensione degli interessi sul debito dei Paesi più poveri. Intervista al professor Riccardo Moro: “dal Sud del Mondo giungono richieste più esigenti”

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Estensione di sei mesi della moratoria sul debito per i Paesi più vulnerabili e sostegno all’iniziativa del Fondo Monetario Internazionale per aumentare gli aiuti a questi Stati. È quanto emerso dalla riunione virtuale di ieri dei ministri delle Finanze e dei governatori delle Banche centrali del G20, il gruppo che riunisce le principali economie mondiali, sotto la presidenza italiana. La sospensione dei pagamenti era stata decisa lo scorso aprile, in piena espansione della pandemia, e prorogata in ottobre fino al 30 giugno di quest’anno. Riccardo Moro, professore di Politiche dello Sviluppo all’università di Milano e rappresentante di Civil-20, spazio di dialogo della società civile con il G20, ritiene che quella presa ieri non sia una decisione cattiva in sé, ma aggiunge che le richieste che vengono dal Sud del mondo e dalla società civile internazionale sono molto più esigenti. “La sospensione - dice ai microfoni di Vatican News - non è sufficiente, sospendere ancora per sei mesi non risolve la difficoltà finanziaria dei Paesi. C'è una forte domanda perché si arrivi a una cancellazione. Magari non in tutti i casi, ci sono Paesi che hanno situazioni finanziarie un po' più favorevoli, ma ci sono moltissimi Stati che hanno estrema difficoltà in questo momento e per i quali sarebbe necessaria una cancellazione”.

Ascolta l'intervista al professor Moro:

Crisi economica, Covid e indebitamento dei Paesi

Per il professore Moro la sospensione dei pagamenti potrà aiutare gli Stati in difficoltà ma, afferma, è una decisione con un respiro corto poichè alcuni Paesi, usciti felicemente dalla situazione del debito vent’anni fa, si sono trovati in difficoltà a causa della crisi del 2008. “Essendoci una crisi economica - prosegue - si sono indebitati ed ecco che è ritornato un ciclo di indebitamento piuttosto consistente in cui operatori privati, anche spregiudicati, e alcuni Paesi hanno agito anche un po' al di fuori di quelli che erano gli impegni per un prestito responsabile. Il risultato è che abbiamo oggi molti Stati tra quelli che hanno condizioni economiche meno vantaggiose che sono nuovamente indebitati”. La pandemia, rimarca ancora Moro, pesa ulteriormente su questi Stati perché richiede interventi di spesa sanitaria, di sostegno al reddito delle famiglie che non lavorano e di sostegno all'economia per stimolare la ripresa: “Allora è chiaro che è necessario che questi Stati per un po' non paghi il debito. Ma il problema è eliminare questo onere e creare un percorso virtuoso.

L’impatto della moratoria

L'impatto di questa iniziativa è stato piuttosto limitato, poiché i creditori privati​​ non hanno partecipato. Ad oggi solo 46 paesi, sui 73 ammissibili, hanno chiesto e ottenuto un differimento del pagamento degli interessi, per un importo di 5,7 miliardi di dollari. Questi numeri, secondo il professore dell’Università di Milano ci dicono che accedere a questa procedura non è così facile e rapido: “Non tutti i Paesi - afferma Moro - accettano le condizionalità e non tutti i Paesi ritengono che questa sia la soluzione dei problemi”.

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08 aprile 2021, 13:50