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Controlli in Congo dopo l'uccisione di Attanasio, Iacovacci e dell'autista Controlli in Congo dopo l'uccisione di Attanasio, Iacovacci e dell'autista  

L'attentato in Congo, il Vis: "Attanasio portava il suo aiuto"

La cooperante Monica Corna: "In quella zona ci sono frequenti rapimenti ma si concludono con il pagamento di riscatto. Poi ci sono una cinquantina di gruppi armati, legati però all’esportazione delle risorse minerarie, ovvero oro, coltan, petrolio"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Il presidente congolese Félix Antoine Tshisekedi ha fatto visita alla vedova dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, ucciso ieri nella Repubblica Democratica del Congo. E anche il governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, ha incontrato la vedova e la famiglia dell'autista del Programma Alimentare Mondiale, Mustapha Milambo Baguma, ucciso nell'agguato costato la vita oltre all'ambasciatore italiano anche al carabiniere Vincenzo Iacovacci. Monica Corna, capo missione salesiana Vis (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) nella Repubblica Democratica del Congo ricorda che Attanasio "era vicino al mondo missionario che opera nell'est del Paese".

Per il Vis difficile stabilire il movente

“In queste ore ho ricevuto tanti messaggi di cordoglio da parte di persone congolesi – dice Corna - molti si chiedono perché il loro Paese deve far notizia a livello internazionale solo quando accadono tragedie del genere. Non ho elementi per dire se si è trattato di un tentativo di rapimento o di un atto terroristico. In quella zona ci sono frequenti sequestri ma di solito si concludono con il pagamento di riscatto. Poi ci sono una cinquantina di gruppi armati, legati però all’esportazione delle risorse minerarie, ovvero oro, coltan, petrolio. Non bisogna cedere alla rabbia e spero che - sottolinea - un atto del genere non faccia dire a qualcuno 'basta aiuti al Congo'”.

Ascolta l'intervista a Monica Corna

Il cardinale Besungu: non tacere di fronte a queste tragedie

''Il nostro Paese è stato per anni devastato per ragioni economiche e geostrategiche. Il mondo non può più tacere di fronte a queste tragedie umane''. E' l'appello  dell'arcivescovo di Kinshasa, il cardinale Fridolin Ambongo Besungu. Il governo ha accusato le Fdlr, attive nella zona di Nord Kivu dove è avvenuto l'assalto e dove operano però una miriade di altre milizie. Fdlr ha negato ogni coinvolgimento e ha anzi chiesto alle autorità congolesi e alla Monusco (la missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della Rdc) di "fare tutto il possibile per far luce sulle responsabilita dell'ignobile assassinio".  Cure Ngoma, portavoce delle Fdlr, ha fatto notare che l'agguato è avvenuto vicino alla frontiera col Ruanda. Secondo un rapporto dell'intelligence italiana, non è escluso che l'attentato - che inizialmente è sembrato un tentativo di sequestro - avesse come scopo la rapina e che possa portare la firma dell'organizzazione Adf, che si ritiene legata all'Isis.

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23 febbraio 2021, 16:01