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Gli studenti della scuola secondaria di scienze governative di Kankara Gli studenti della scuola secondaria di scienze governative di Kankara

Nigeria, liberi gli studenti sequestrati. Kaigama: preoccupazione per Natale

Sono provati, ma in buone condizioni fisiche, gli studenti sequestrati in Nigeria una settimana fa e rilasciati ieri. I loro rapitori, jihadisti di Boko Haram, avevano diffuso un video dei giovani. L'arcivescovo di Abuja chiede alle autorità del Paese e alla comunità internazionale di fermare i rapimenti

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Sono tutti pronti a tornare a casa i 344 studenti della scuola secondaria di scienze governative di Kankara, nello stato di Katsina, sequestrati a scopo di estorsione e per i quali sarebbe stato pagato un riscatto. E’ un grande sollievo per tutto il Paese e per la comunità internazionale, ha dichiarato il presidente nigeriano Buhari. I ribelli jihadisti di Boko Haram, presunti esecutori  del sequestro, nelle scorse ore avevano pubblicato un video in cui obbligavano gli studenti a lanciare richieste al governo, come quella di smettere di dar loro la caccia attraverso truppe e aerei. In molti, dopo il rapimento, erano andati con la memoria alla tragedia dei 59 ragazzi uccisi nel 2014 in un attacco ad un college, sempre da parte di Boko Haram, al sequestro, un mese dopo, di  oltre 270 studentesse di un collegio governativo a Chibok, nello stato nord-orientale del Borno. Ad oggi 100 di quelle ragazze risultano ancora scomparse.

Due giorni fa, il 16 dicembre, è stato anche liberato padre Valentine Oluchukwu Ezeagu. Il religioso della congregazione dei Sons of Mary Mother of Mercy, era stato rapito il giorno prima mentre si recava nello stato di Anambra per i funerali del padre. Servono sforzi e strategie, aveva detto in quell’occasione monsignor Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Abuja, per fermare rapimenti e banditismo:

Ascolta l'intervista a monsignor Kaigama

R. – E’ una notizia molto bella, ma siamo preoccupati di come vanno le cose. E’ vergognoso sentire continue notizie di rapimenti,  mentre le autorità, secondo me, fanno poco o non fanno ciò che dovrebbero.  Si vive sempre nella paura, se si viaggia non si sa mai quale strada poter prendere, stessa cosa anche quando si è in casa, o a scuola, i rapitori arrivano, prendono le persone e chiedono il riscatto. Siamo molto preoccupati per questo, anche perché vediamo che il presidente, i militari, tutte le forze di sicurezza fanno, almeno secondo me, molto poco. I nigeriani vivono sempre nella paura, e questa non è una cosa bella, neanche per il mondo.

Questi rapimenti sono diventati quasi esclusivamente a scopo di riscatto? Di chi si tratta, banditi, miliziani di Boko Haram?

R. – Sono diversi gruppi, c’è senz’altro Boko Haram, nel nord-est del Paese, mentre in diverse zone ci sono anche banditi e i pastori. Sono le autorità che possono dire chi è il responsabile di quale rapimento, noi sappiamo che le persone soffrono per questi sequestri, mentre le autorità nigeriane hanno da fare. Inoltre, nel periodo di Natale, come in questo momento, la gente viaggia molto, ma con la paura, si celebra con la paura, questa non è una vita normale, la Nigeria non era così, le cose stanno peggiorando di giorno in giorno e dobbiamo gridare ad alta voce che abbiamo bisogno di un governo che faccia attenzione alla sicurezza dei suoi cittadini, che combatta la povertà e che faccia qualcosa per aiutare i giovani che si trovano per strada senza nulla da fare. Si deve, inoltre, cercare l’aiuto della comunità internazionale.

Lei è preoccupato che possa accadere qualcosa a Natale ?

R. – Sì, perché adesso anche quando i fedeli vanno in chiesa, che sia di notte o di giorno, può capitare che alcuni banditi possano arrivare a disturbare  la celebrazione. C’è senz’altro questa paura, nelle chiese, nei luoghi di celebrazione e nelle case: non si mai a che ora potrebbe arrivare qualcuno! E questo crea grande preoccupazione. Siamo nelle mani del Signore, ci rivolgiamo a Lui in preghiera cercando il Suo aiuto, perché tocchi il cuore dell’autorità nigeriana affinché possa fare qualcosa. Perché, noi che lavoriamo con la gente, siamo preoccupati, le persone soffrono fame e povertà e adesso, con l’insicurezza, le cose diventano ben peggiori. Noi continuiamo a pregare, ad alzare la voce con le autorità e a chiedere alla comunità internazionale di non chiudere gli occhi, di guardare a come vanno le cose qui in Nigeria, e non vanno bene, e di darci un aiuto.

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18 dicembre 2020, 14:14