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Germania, Vescovi e "Santa Marta Group" sulla tratta di esseri umani

Su invito della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca si è tenuta l'8 dicembre online un incontro internazionale di esperti nella lotta alla tratta di esseri umani: lo ha comunicato la stessa Conferenza episcopale tedesca. I colloqui sono partiti da un elenco di raccomandazioni preparate da esperti di nove Paesi, che delinea le misure per combattere le attuali pratiche della tratta di esseri umani.

Mario Galgano - Città del Vaticano

L'arcivescovo di Amburgo, Stefan Heße, che ha partecipato alla conferenza in qualità di presidente della Commissione per le migrazioni della Conferenza episcopale tedesca, ha sottolineato che “la tratta di esseri umani e lo sfruttamento del lavoro si verificano quotidianamente, intorno a noi”. Il vescovo di Amburgo ha così riassunto gli obiettivi dell'incontro di esperti: “Per noi le questioni centrali sono due: come  migliorare la vita delle vittime della tratta, e come evitare lo sfruttamento del lavoro”. Monsignor Heße ha sottolineato che questi fenomeni esistono da molto tempo ma sono stati resi evidenti solo quando la pandemia ha sconvolto i processi economici e ha colpito fortemente i lavoratori più vulnerabili, “le persone che lavorano in condizioni miserabili, senza protezione dal contagio, nell'industria alimentare, come lavoratori stagionali o nell'assistenza domiciliare”.

Dietro ogni storia “ci sono sfruttatori, trafficanti e reclutatori, datori di lavoro sfruttatori e protettori. E poi ci siamo anche tutti noi, che consapevolmente o inconsapevolmente approfittiamo di salari bassi e condizioni di lavoro disastrose”. Per l'arcivescovo Heße, la cooperazione europea e internazionale è fondamentale perché “solo se le autorità di polizia e giudiziarie degli Stati lavorano insieme lungo tutta la catena, si può fermare la tratta di esseri umani e trovare i colpevoli, fermare gli abusi”.

Il colloquio si è concentrato su quattro aree tematiche. Per quanto riguarda l'ambito “Lavoro e catene di approvvigionamento”, i partecipanti hanno chiesto standard sociali minimi a livello europeo e la cooperazione transfrontaliera tra le autorità di ispezione del lavoro. Per quanto riguarda il tema delle “forze dell'ordine”, è stato proposto il reclutamento di esperti dell'argomento nella polizia, nei tribunali e nelle procure, con il compito di collaborare con la società civile avvalendosi anche delle competenze della Chiesa e di altre organizzazioni, poiché queste conoscono la situazione nei Paesi d'origine e la situazione di vita delle vittime. Sul tema della “protezione delle vittime”, gli esperti si sono espressi in favore di un allentamento degli Accordi di Dublino in considerazione del fatto che i rimpatri nel Paese di prima accoglienza, in particolare, comportano l'elevato rischio per le vittime di cadere nelle reti del traffico di esseri umani gestito dalla criminalità organizzata. Per quanto riguarda infine il finanziamento, gli esperti hanno auspicato una legislazione efficace contro il riciclaggio di denaro: i profitti illeciti recuperati dovrebbero essere utilizzati per rafforzare le attività della società civile.

Allo stesso tempo, gli esperti hanno sottolineato che non si tratta solo di stabilire nuove leggi e nuovi divieti, quanto piuttosto di mettere in pratica le leggi già esistenti. Monsignor Ansgar Puff, ausiliare di Colonia e vicepresidente della Commissione per le Migrazioni della Conferenza episcopale tedesca, ha detto: “Dobbiamo comprendere la prospettiva dei Paesi di origine e con il nostro aiuto spezzare la rete dello sfruttamento e della schiavitù. Le sole nuove leggi europee non saranno sufficienti a risolvere il problema“.

Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, il segretario di Stato tedesco Björn Böhning (Ministero federale del lavoro e degli affari sociali) insieme ad altri rappresentanti di diversi ministeri, autorità federali e rappresentanti di organizzazioni non governative internazionali. Gli interventi di Mariagrazia Giammarinaro, già relatore speciale dell'Onu sulla tratta degli esseri umani, e del consigliere speciale del Gruppo Santa Marta, Kevin Hyland, hanno concluso l'incontro, sottolineando la natura particolare dell'approccio cooperativo del gruppo in cui collaborano attori governativi e non governativi: “Senza la partecipazione della società civile a tutti i livelli, soprattutto a livello locale, non sarà possibile fermare la tratta di esseri umani.”

La Conferenza episcopale tedesca e il "Santa Marta Group" guardano ora alla Prima Conferenza europea del Gruppo Santa Marta prevista a Colonia, l´8 e 9 febbraio 2022.

Papa Francesco ha fatto della lotta contro la schiavitù e il traffico di esseri umani una priorità del suo Pontificato. Il cosiddetto "Santa Marta Group", che si è riunito per la prima volta in Vaticano nel 2014 su invito di Papa Francesco e per iniziativa della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, comprende rappresentanti e organizzazioni ecclesiastiche di alto livello, funzionari di polizia di oltre 30 Paesi e altre organizzazioni governative e non governative. L'obiettivo del gruppo è quello di sviluppare “strategie comuni ed efficaci” da parte di governi e società civile nella lotta contro la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani.

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09 dicembre 2020, 08:00