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Censimento Istat, Italia: più stranieri in un Paese che invecchia

Migrazione interna, lavoro e occupazione, istruzione e rapporti intergenerazionali: un fotografia in chiaroscuro quella che consegna all'Italia il censimento permanente della popolazione e delle abitazioni (2018 e 2019) dell'Istituto di statistica. Il presidente Blangiardo: il popolo è invecchiato, aumenta la componente più matura e diminuisce quella più giovane, rimane la prevalenza della componente femminile. Il Covid nel 2020 causa dei un'impennata di decessi

Marco Guerra - Città del Vaticano

La popolazione italiana continua a diminuire e ad invecchiare. Il trend viene confermato dai dati diffusi dall'Istat nel censimento permanente che prende in esame i numeri del 2019.

Giovani e anziani

Tutte le classi di età sotto i 44 anni vedono diminuire il proprio peso rispetto al 2011, anno dell’ultimo censimento generale, mentre aumentano molto le persone dai 45 anni in su che passano dal 48,2% del 2011 al 53,5% del 2019. Di conseguenza, l'età media degli italiani si è innalzata nel 2019 di due anni, da 43 a 45 anni, sempre a confronto al dato del 2011; e cresce ovviamente anche l'indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra gli over 65 anni e gli under 15 fino, che arriva al 180%. L’Istat osserva quindi che il numero di anziani per bambino passa da meno di uno nel 1951, a cinque nel 2019. Il comune più giovane è Orta di Atella, in provincia di Caserta, con una età media di 35,3 anni; quello più vecchio è Fascia, in provincia di Genova, dove l’età media supera i 66 anni. La Campania, con 42 anni, è la regione con la popolazione più giovane, seguita da Trentino-Alto Adige (43 anni), Sicilia e Calabria (entrambe con 44 anni). La Liguria si conferma la regione con l’età media più elevata (49 anni).

Meno residenti e fuga dal sud, 

Calano poi i residenti. Nel 2019 a fine anno la popolazione censita in Italia al 31 ammontava a 59.641.488 unità, circa 175mila persone in meno rispetto al 31 dicembre 2018, pari a -0,3% , ma risulta sostanzialmente stabile nel confronto con il 2011, quando si contarono 59.433.744 residenti. Rispetto al 2011, i residenti diminuiscono nell'Italia Meridionale e nelle Isole (-1,9% e -2,3%), e aumentano nell'Italia Centrale (+2%) e in entrambe le ripartizioni del Nord. Si osserva quindi la ripresa del fenomeno migratorio dalle regioni più povere, una vera e propria fuga dal Sud con oltre 400mila residenti in meno rispetto al 2011.

La popolazione straniera e i prossimi mesi

Preoccupa poi la stima relativa al 2020. “Una valutazione ragionevole fa pensare che quest'anno supereremo il confine dei 700mila decessi complessivi, una cosa del genere l'ultima volta, in Italia, era successa nel 1944. Eravamo nel pieno della seconda guerra mondiale", ha spiegato il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo.

La popolazione straniera infine aumenta lievemente, nel 2019 ha superato i cinque milioni (5.039,637) grazie a una crescita di 43.480 unità rispetto al 2018. Tra il 2001 e il 2019 gli stranieri sono aumentati di 3,7 milioni di unità. La crescita degli stranieri non è riuscita però a compensare il decremento della popolazione complessiva residente, fenomeno dovuto soprattutto al calo della natalità di quasi 220mila residenti autoctoni. Nel 2019 il peso della componente straniera rispetto alla popolazione totale è di 8,4 individui ogni 100 censiti.

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15 dicembre 2020, 17:01