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Un bagno rituale dei tempi di Gesù ritrovato presso il Getsemani

Sono incredibili i reperti archeologici venuti alla luce negli ultimi giorni nei pressi del Getsemani, il luogo dell’agonia di Gesù: un bagno rituale e alcuni resti di edifici cristiani di epoca crociata e bizantina. A Gerusalemme la conferenza stampa di presentazione

Paolo Ondarza - Città del Vaticano

Risalgono ai tempi di Gesù e all’epoca delle crociate le sorprendenti scoperte archeologiche avvenute negli ultimi mesi presso il Getsemani. Questa mattina a Gerusalemme la presentazione alla presenza del custode di Terra Santa padre Franesco Patton e degli archeologi che hanno condotto l’importante campagna, tra cui Amit Re'em dell’Autorità Israeliana per le Antichità.

La Basilica dell'Agonia o Chiesa di tutte le Nazioni al Getsemani, Gerusalemme
La Basilica dell'Agonia o Chiesa di tutte le Nazioni al Getsemani, Gerusalemme

 

Vicino all'orto degli Ulivi

Siamo nei pressi del piccolo podere o orto, situato poco fuori dalla città vecchia di Gerusalemme, ai piedi del Monte degli Ulivi, dove Gesù si ritirò in preghiera dopo l'Ultima Cena, prima di essere tradito da Giuda ed arrestato. Una località che nel corso dei secoli è divenuta meta di pellegrinaggio attorno alla Basilica, la cui origine risale all’epoca bizantina e che con il contributo internazionale – da qui il nome di Chiesa di tutte le Nazioni - fu edificata dall’architetto Barluzzi intorno agli anni Venti del secolo scorso.

Al tempo di Gesù

Per consentire il transito in sicurezza dell’alto flusso di visitatori dal giardino dove nel maggio 2009 Benedetto XVI celebrò la messa, fino alla Basilica, al di sotto della strada carrabile è stato scavato un tunnel sotterraneo. Durante i lavori dell’opera infrastrutturale, l’incredibile sorpresa: allo sbocco della galleria ci si è imbattuti in una serie di stanze annesse all’antica Basilica dell’agonia di Gesù, risalenti all’epoca delle crociate. Ancora più eclatante, a metà tunnel, il ritrovamento di un bagno rituale ebraico scavato nella roccia, del I secolo d.C: ““Finora – spiega a Vatican News l’archeologo padre Eugenio Alliata, dello Studium Biblicum Franciscanum - al Getsemani non era mai stato trovato alcunchè che risalisse ai tempi di Gesù.  É stato identificato perché i bagni rituali ebraici sono molto caratteristici: hanno una serie di gradini che terminano in una vaschetta poco più profonda”.

Ascolta l'intervista a padre Eugenio Alliata

In aramaico la parola Getsemani significa “frantoio”, “luogo per lavorare l’olio”: “Durante il lavoro dell’olio o del vino – prosegue padre Alliata -  l’ebreo devoto che li prepara, se vuole che essi siano kosher, ovvero puri secondo la legge, deve prepararsi facendo il bagno rituale in una vasca apposita”. Se in Gerusalemme sono frequenti ritrovamenti archeologici risalenti ai tempi del re Erode il Grande e dei procuratori romani come Ponzio Pilato, al Getsemani finora non era stato ritrovato nulla di quell'epoca.

Il  bagno rituale ebraico del primo secolo incontrato nello scavo del tunnel sotto la strada antistante la basilica dell'Agonia al Getsemani.
Il bagno rituale ebraico del primo secolo incontrato nello scavo del tunnel sotto la strada antistante la basilica dell'Agonia al Getsemani.

Una cappella e un ospizio per pellegrini

Importante anche la serie di ambienti databili all’epoca araba di Gerusalemme, tra mille e duemila anni fa, venuta alla luce oltre lo sbocco del tunnel: “i reperti sono successivi alla conquista islamica di Gerusalemme del 638 d.C. Lo scavo – aggiunge padre Alliata - ha svelato una cappella cristiana con un’abside, molto ben conservata, un altare e un’iscrizione in greco nella quale si chiede che Dio accetti l’offerta del suo fedele così come fece con Abramo. Il Patriarca biblico è infatti considerato il modello del credente in Dio, colui la cui offerta è gradita al Signore”. Intorno alla cappella sorgeva con ogni probabilità un ospizio per i pellegrini che si recavano a Gerusalemme e attesta la presenza continua dei cristiani nella città santa anche dopo la conquista islamica.

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21 dicembre 2020, 13:20