Vittorio Fortunato all'ospedale di Ragusa Vittorio Fortunato all'ospedale di Ragusa 

Venti famiglie chiedono l’affido del bimbo abbandonato a Ragusa

Si chiama Vittorio Fortunato il bimbo lasciato, nella notte, in un sacchetto della spazzatura a Ragusa. Ora sta bene in tanti ne hanno chiesto l’affido. “E’ urgente dare alternative all’aborto e all’abbandono”: è il pensiero di don Fortunato Di Noto, vicario episcopale per la fragilità della diocesi di Noto

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

C’è sempre un raggio di sole nel buio. E che lo cancella, lo mette via anche se il buio spesso lascia traccia. Un giorno Vittorio Fortunato capirà meglio il primo dolore della sua vita e comprenderà che, fin da subito, almeno 20 famiglie lo hanno amato. Ieri sera, un commerciante lo ha trovato in una via di Ragusa. Era in un sacchetto della spazzatura lasciato in mezzo alla strada.  “Mi sono avvicinato – racconta - per gettarlo nei bidoni qui vicino. Mi sono abbassato e a qual punto ho sentito dei lamenti. Ho acceso la luce del telefonino perché era buio e appena aperto il sacchetto ho visto che era un bambino”. Avvolto in una coperta, era stato appena partorito. Ora che il piccolo sta bene ed è nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale Giovanni Paolo II, il pensiero va alla mamma. “Chissà se lo ha scelto lei – racconta il signore che ha salvato la vita al piccolo - e quanto si debba essere sentita sola, oggi che è possibile anche affidare un figlio in ospedale”.

Le braccia dell’amore

Eccola un’altra luce. La possibilità di scegliere di partorire in anonimato, ad esempio, oppure lasciare il bimbo nelle “culle della vita”, come accaduto a Luigi che a soli 9 giorni è stato accolto da un nido sicuro, collocato da don Antonio Ruccia nella chiesa di San Giovanni Battista. Ma c'è ancora una luce: l’amore di tante famiglie pronte ad accudire Vittorio Fortunato. E’ il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, a rendere noto la disponibilità di 20 coppie che hanno già contattato i servizi sociali per l'affidamento del piccolo.

La cantilena per i piccoli

Fa pensare e sussultare l’idea di un bambino nella spazzatura. “Racchiude – dice al Sir don Fortunato Di Noto,presidente di Meter e vicario episcopale per la fragilità della diocesi di Noto - tutto il disprezzo per la vita, lo scarto – un bambino, la vita – da buttare, eliminare. La vita di un bambino non è spazzatura da gettare nell’indifferenziata. Nessuna vita è o può essere considerata un rifiuto”. Don Di Noto pensa alla solitudine di quei genitori arrivati ad un passo così estremo, un richiamo “all’urgenza di offrire ad ogni gestante in difficoltà concrete alternative all’aborto e all’abbandono”. “Dovremmo scrivere in ogni angolo del mondo queste parole, una sorta di manifesto permanente, far risuonare fin dal grembo materno questa ‘cantilena per i piccoli’, per tutti: rispetta la vita, ama la vita, servi la vita. Ogni vita umana”.

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05 novembre 2020, 16:07