Un'immagine della copertina dell''enciclica "Fratelli tutti" Un'immagine della copertina dell''enciclica "Fratelli tutti" 

Il Covid e i fragili, un dibattito a partire da "Fratelli tutti"

La onlus "Emergenza Sorrisi", che assiste nel mondo i bambini affetti da varie menomazioni, promuove un confronto via web sul valore della solidarietà in tempo di pandemia, secondo la visione dell'ultima enciclica del Papa. Fra Giulio Cesareo, responsabile della LEV: la fraternità ci fa "sporcare le mani", altrimenti è un sentimento astratto

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Che cosa insegna l’enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti in merito alla solidarietà e al rapporto con i più deboli all’interno della società e in particolare in questo tempo di pandemia? A questo vuol rispondere l’incontro virtuale promosso per stasera, alle ore 18, da Emergenza Sorrisi Onlus, un’organizzazione impegnata da tempo ad offrire una migliore qualità della vita a bambini affetti da malformazioni del volto, esiti di ustioni, traumi di guerra e patologie acquisite, in diverse parti del mondo.

Vari i contributi al dibattito

Per riflettere sugli spunti indicati da Francesco, offriranno il proprio contributo, partendo dalla propria sensibilità e competenza, Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, fra Giulio Cesareo, responsabile editoriale della LEV, Libreria Editrice Vaticana, e Riccardo Bonacina, fondatore di £Vita Non Profit", il settimanale dedicato interamente al volontariato, in dialogo con il fondatore e presidente di "Emergenza Sorrisi", Fabio Abenavoli. Il dibattito che si intitola "La fraternità verso i più deboli all'epoca del Covid: la lezione dell'enciclica 'Fratelli tutti'" sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook di Emergenza Sorrisi

Fra Cesareo: la fraternità è anche solidarietà verso i più deboli

Papa Francesco in Fratelli tutti ha indicato la fraternità come via per ritrovare slancio, forza e motivazioni per uscire dall’attuale crisi sanitaria, sociale ed economica. Ma perché un’organizzazione come "Emergenza Sorrisi" ha voluto l’incontro di questa sera? La risposta di fra Giulio Cesareo, uno dei protagonisti dell’iniziativa:

Ascolta l'intervista a fra Giulio Cesareo

R. - Il motivo sta nel fatto che la solidarietà è uno degli elementi per la fraternità: il Papa in Fratelli tutti sogna, comunica e invita innanzitutto a credere che siamo tutti fratelli e, siccome lo crediamo, a comportarci da fratelli, al di là di ogni differenza di credo politico o culturale. "Emergenza sorrisi" è una di queste realtà che, appunto, costruisce la fraternità attraverso la solidarietà, attraverso il servizio a coloro che ne hanno più bisogno, in questo caso bambini che sono così provati dalla vita che senza l'aiuto esterno rischiano di avere una qualità della vita molto limitata, ecco. Quindi mi sembra che sia questo il collegamento, la fraternità si  alimenta di solidarietà e "Emergenza Sorrisi" rappresenta una bella esperienza in questo senso a livello internazionale.

Nell'incontro di questa sera si affronteranno degli aspetti dell'enciclica, in particolare?

R. - In realtà l'incontro di oggi è stato pensato un po' come una condivisione. Ci sono semplicemente delle tracce molto generali per organizzare il nostro dialogo, ma non c'è un puntare l'attenzione su qualcosa in particolare, perchè si vuol lasciare che emerga dalla sensibilità, dall'esperienza e anche dalla professionalità di ciascuno dei relatori, la propria comprensione dell'enciclica, ciò che ha fatto risuonare in loro. Però certamente uno dei temi chiave è questo della solidarietà, cioè che non è possibile costruire fraternità senza sporcarsi un po' le mani, senza coinvolgersi, altrimenti la solidarietà rimane un concetto molto astratto. E questo è necessario soprattutto nel nostro mondo, dove forse non ci sono tantissime sofferenze legate a quello che "Emergenza Sorrisi" fa, cioè non ci sono bambini vittime di guerra, però sperimentiamo un mondo poco fraterno, con tanta aggressività. E allora è un modo per aiutarci a superare questa conflittualità sociale sempre più presente nel mondo occidentale.

La fraternità si concretizza nei fatti, in una politica migliore, in un'economia che non escluda. E' anche questo che chiede il Papa poi in concreto...

R. - Proprio così. Tra l'altro, proprio in questi giorni sta per cominciare "Economy of Francesco", ad Assisi, un'altra bella realtà per sognare un avvenire in cui il Vangelo non è soltanto un ideale astratto o delle parole, ma cerca di ripensare la realtà a partire dal Vangelo, dalla solidarietà e dalla fraternità. E un'altra chiave della Fratelli tutti è proprio questa insistenza del Papa sul problema di questa cultura dello scarto. Non è un tema nuovo del Santo Padre, eppure questa cultura dello scarto che lui sottolinea a più riprese nel testo è uno dei problemi chiave della nostra situazione sociale, politica, economica, culturale e religiosa. Perché escludendo chi, per qualche motivo, non è considerato all'altezza dei nostri standard, si costruisce un mondo non fratello, non solidale, che esclude.

Tema che si è voluto dare all'incontro è "La fraternità verso i più deboli all'epoca del Covid: la lezione dell'enciclica 'Fratelli tutti'". In più oggi dobbiamo fare i conti con il Covid: cosa cambia, cosa dice in più, quali esigenze esprime questa emergenza?

R. - Il Covid-19 è una grande emergenza, è una grande crisi del nostro tempo e da sempre le crisi alla fine fanno vedere ciò di cui siamo capaci, ciò che ci portiamo nel cuore sia a livello individuale che sociale, ecclesiale, cioè la crisi in fondo è proprio un momento di verità, un momento per fare un bilancio e per porre l'attenzione su qualcosa che è più importante di altre. Il Papa più volte ha detto che da una crisi non si esce uguali, o si esce migliori o peggiori, quindi o si insiste su una dinamica non solidale, quindi di tutela di sé, dei propri interessi, oppure in qualche modo si esce da sé, anche un po', come dire, commossi per il dolore dell'altro, per scoprire che siamo tutti sulla stessa barca - per usare le parole di Papa Francesco - e che dobbiamo salvarci insieme attraverso la solidarietà. A me sembra che il Covid, che è un grandissimo problema, può diventare davvero una grazia - che adesso detto così sembra un paradosso - ma può diventare un'occasione di crescita dell'umanità per uno stile più solidale e più fraterno. Non so se lei ricorda questa primavera, durante la prima ondata di pandemia, Papa Francesco più di una volta ha espresso tanto apprezzamento per l'impegno e l'abnegazione di medici, infermieri, poliziotti, addetti dei supermercati, tutte quelle persone che ci hanno permesso di andare avanti in maniera sicura in quel periodo così difficile. Ecco, credo che la strada sia proprio questa, e "Emergenza Sorrisi", come noi tutti, come le istituzioni, nella misura in cui costruiamo ponti di solidarietà, stiamo trasformando il Covid-19 in un'occasione per essere più uniti e questo ci farà più forti. Altrimenti il rischio è quello di sempre, il correre al "si salvi chi può". L'abbiamo visto anche riguardo al Covid, perché si stanno creando delle medicine per i ricchi per guarire dal Covid-19. Ci sono dei preparati che sono costosissimi, centinaia di migliaia di dollari, però sono miracolosi, cioè in poche ore, in pochi giorni ti risolvono il problema. E questo rischia, o sta già creando ancora più divisione, perché il ricco si risolve il problema e poi è immune e invece i poveri magari non trovano un posto in rianimazione.

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18 novembre 2020, 14:59