Trump e Biden, tra i due contendenti alla Casa Bianca si profila una battaglia legale Trump e Biden, tra i due contendenti alla Casa Bianca si profila una battaglia legale 

Stati Uniti: ancora grande incertezza sul voto per il nuovo presidente

Spoglio delle schede elettorali ancora in corso negli Stati Uniti d'America. Un'attesa rotta dagli interventi di entrambi i candidati. Per primo il democratico Biden: "Ci vuole pazienza, ma sono fiducioso". Poi Trump: "Ci stiamo avviando ad una grande vittoria, pronti a fare ricorso". Decisivi saranno alcuni Stati come la Pennsylvania. A rallentare le operazioni la grande quantità di voti postali. Affluenza record alle urne: ha votato il 67%

Andrea De Angelis, Adriana Masotti, Marina Tomarro - Città del Vaticano

Le elezioni presidenziali 2020 hanno visto un’affluenza elevata, superiore a quella di quattro anni fa: hanno votato due cittadini su tre. Non è però il numero di voti ad aver rallentato lo scrutinio, ma l’alta percentuale di elettori che hanno espresso la loro preferenza via posta: oltre 30 milioni di americani. Per sapere chi vincerà tra Trump e Biden si dovrà dunque ancora aspettare ed è possibile che non basterà la giornata di oggi per avere il nuovo inquilino della Casa Bianca. Sono almeno quattro gli Stati che risulteranno decisivi a fine scrutinio, quelli del Midwest, la Rust Belt industriale, già decisiva nel 2016 per la vittoria del tycoon: Ohio, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin sono tornati ad essere l’epicentro della sfida.

Le parole di Biden

Il primo a parlare è stato il democratico Joe Biden, già vice durante gli otto anni della presidenza Obama. Alle 6:45 (ora italiana) ha detto, mostrando un certo ottimismo: "Siamo sulla strada per vincere le elezioni. Ma ci vorrà tempo, dobbiamo essere pazienti: abbiamo fatto un grande lavoro". Un invito alla pazienza ribadito anche da altri esponenti democratici, che vogliono scongiurare l'ipotesi di uno scontro verbale che possa trasformarsi anche in manifestazioni violente. Uno scenario, questo, che già alla vigilia del voto avevano previsto diversi analisti, sottolineando come fosse un rischio legato alla polarizzazione della sfida elettorale.

Il discorso di Trump

Di tutt'altro tono le parole del presidente Trump, autoproclamatosi in sostanza già vincitore, nonostante siano numerosi gli Stati in bilico. Trump ha ringraziato "il popolo americano per il suo sostegno", poi ha cominciato a citare gli Stati in cui avrebbe vinto. Alcuni sono già stati attribuiti a Trump con certezza, come Florida, Ohio e Texas, ma lo stesso non si può dire per Georgia, Michigan e Pennsylvania dove il presidente è sì in vantaggio, ma lo scrutinio è assolutamente parziale. Il candidato repubblicano ha poi denunciato brogli, dicendo che elezioni già vinte stanno per essere rimesse in gioco ed ha aggiunto che si appellerà alla Corte Suprema.

Perché non c'è un vincitore

"Mancano tantissimi voti espressi via posta in Stati decisivi per avere la maggioranza dei delegati, ecco perché un vincitore non c'è ancora". Lo afferma Paolo Mastrolilli, corrispondente del quotidiano La Stampa negli Usa, nell'intervista a Vatican News. 

Ascolta l'intervista a Paolo Mastrolilli

"I dati sono provvisori perché si tratta di elezioni straordinarie: oltre cento milioni di americani hanno votato in anticipo ed una parte di essi l’ha fatto via posta. Dunque - prosegue il giornalista - siamo davanti ad uno scenario che già si prefigurava alla vigilia: molti democratici hanno votato prima, mentre i repubblicani soprattutto nella giornata di martedì ed era prevedibile che la sera dell’elezione Trump sarebbe stato avanti, quello che chiamavano il “miraggio rosso”, ma - sottolinea - per capire chi ha vinto occorre aspettare i voti postali, con i quali Biden è sicuro di recuperare il parziale svantaggio".

Gli scenari

"Gli Stati decisivi sono gli stessi del 2016, dunque Biden sarà presidente se riuscirà a vincere lì dove non ottenne un successo Clinton. Ora occorre capire l’esito dello spoglio, poi - spiega Mastrolilli - vedere quale sarà la reazione di Trump che già ha annunciato battaglie legali. Biden ha detto che non si saprà il risultato a breve, forse neanche domani. La Pennsylvania conterà i voti fino a venerdì, dunque regnerà ancora l’incertezza. Una cosa è certa: i voti postali saranno decisivi, ma il rischio - conclude - è di finire davanti alla Corte Suprema dove alcuni giudici hanno già espresso una posizione vicina a quella di Trump, cioè che i voti devono essere contati entro un limite di tempo preciso e ristretto".

Un'affluenza record

Una sfida quella tra Donald Trump e Joe Biden che ha fortemente polarizzato l’America e ha suscitato un interesse diffuso tra la popolazione che è accorsa alle urne al 67 %: oltre dieci punti percentuali in più rispetto al 2016 e la più alta da oltre un secolo negli USA. Lo spoglio si farà attendere in Pennsylvania, dove al momento Trump appare in vantaggio, Michigan, Wisconsin e North Carolina. Trump ha già vinto in Florida, Ohio, Iowa, Montana, Texas, mentre Joe Biden ha conquistato l'Arizona (dove i democratici hanno vinto una sola volta in 72 anni), la Virginia, New York, California, Minnesota, e gli altri Stati della costa orientale. La partita per arrivare alla soglia fatidica dei 270 grandi elettori è quindi ancora decisamente aperta.

Le reazioni

Le prime reazioni alle parole di Trump, che ha parlato di "vittoria ovunque" e di "brogli", arrivano dai democratici statunitensi. Il team di Biden ha detto che i suoi avvocati sono pronti a intervenire nel caso Trump desse seguito alla minaccia di rivolgersi alla Corte suprema. "Se il presidente decidesse di andare in tribunale per cercare di impedire il corretto conteggio dei voti, abbiamo legali pronti ad agire", ha dichiarato la manager della campagna elettorale del candidato dem, Jen Malley Dillon. Di "situazione esplosiva" ha invece parlato il ministro della Difesa tedesco Annegret Kramp-Karrenbauer, non nascondendo la sua preoccupazione per una possibile crisi costituzionale. "Questa è una situazione esplosiva, che può portare a una crisi costituzionale negli Stati Uniti, come dicono giustamente gli esperti. Ed è qualcosa che deve destare grande preoccupazione", ha affermato intervendo sul canale televisivo tedesco ZDF. La Cina ha preso atto che le elezioni presidenziali negli Stati Uniti "si stanno tenendo e il risultato non è stato ancora determinato". Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha osservato in conferenza stampa, in merito ad un commento sul voto, che "le elezioni sono un affare interno degli Usa e la Cina non ha una posizione sul tema".

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04 novembre 2020, 08:37