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La Colombia piagata dal passaggio dell’uragano Iota

Una nuova emergenza alimentare e sanitaria è scoppiata nel Paese, già provato dalla pandemia, dalle tensioni interne e dalla gestione dell’immigrazione venezuelana. Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale, è in Colombia al fianco della popolazione e lancia un appello alla solidarietà per tutta l’America Latina

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Case distrutte, mancanza di cibo e acqua, penuria di oggetti per l’igiene personale. Sono molte le conseguenze provocate dal passaggio dell’uragano Iota che in Colombia ha colpito più di 270mila persone. Due isole, San Andrés e Providencia, sono state praticamente cancellate ma lì lo staff di Azione contro la Fame ha individuato punti strategici per verificare le necessità delle persone, accolte nei sei rifugi istituiti a San Andrés.

La Colombia è in ginocchio

Il Paese è alle prese anche con il Covid-19. Sono un milione i casi registrati e, stando alle ultime stime, i morti hanno superato quota 36mila. Iota e anche l’uragano Eta hanno complicato la gestione dell’emergenza sanitaria. Nei rifugi, infatti, si teme l’esplosione di contagi soprattutto per la mancanza di materiale di protezione.

I danni provocati da Iota
I danni provocati da Iota

Il problema dell’acqua

“La situazione è molto, molto seria”: afferma Benedetta Lettera, responsabile geografico dell’America Latina di Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella lotta alla malnutrizione nel mondo. Dal rapporto dei membri del team di emergenza a Guajira, nel nord della Colombia, emerge un quadro complicato perché l’uragano ha interessato tutto il Nord, dalla parte dei Caraibi, e oltre. Di categoria 5, con una velocità di 250km orari, Iota ha lasciato strascichi pesanti sui terreni, caricandoli di acqua con la tracimazione dei canali e l’allagamento di case, scuole e centri sanitari. “Quello che ci preoccupa – spiega Lettera – sono le frane e le inondazioni dei fiumi e dei laghi. Il problema più urgente è l’acqua che stiamo tentando di ripristinare soprattutto nei rifugi e in altri centri comunitari”.

Manca il cibo

Ma l’emergenza è anche nell’approvigionamento di materiale per l’igiene personale come saponi, guanti, gel igienizzante. “Il problema – afferma la responsabile di Azione contro la Fame – è anche il cibo nelle zone più difficili da raggiungere”. Il fatto che ci siano possibilità frequenti di frane ha isolato alcune comunità, fortunatamente l’organizzazione internazionale è presente da molto tempo in Colombia, dal 1998, e quindi è riuscita ad intervenire anche in villaggi più lontani. Azione contro la Fame ha consegnato kit di prevenzione e igiene alle famiglie nel campo Bautista Elsybar e nella Casa per anziani.

Appello alla solidarietà

Tutta l’America Latina, spiega Benedetta Lettera, è in grave difficoltà per gli uragani, la pandemia e le conseguenze inevitabili sull’economia con la perdita di lavoro per moltissime persone in seguito al lockdown, deciso per arginare l’epidemia. “L’appello è che questo 2020 ci insegni a guardare ai bisogni degli altri – spiega la responsabile di Azione contro la Fame – perchè è difficile trovare fondi, non possiamo restare indifferenti a quanto è accaduto in Colombia, in Guatemala ma anche in tutta questa parte di mondo che sta soffrendo”.

Ascolta l'intervista a Benedetta Lettera, Azione contro la Fame

 

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28 novembre 2020, 08:00