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Scuola: zaini davanti agli istituti in Puglia, come segno di protesta per la chiusura delle scuole Scuola: zaini davanti agli istituti in Puglia, come segno di protesta per la chiusura delle scuole  

Appello delle associazioni della scuola: salvare la didattica in presenza

Sindacati, famiglie e le sigle degli istituti paritari bocciano la misura della didattica a distanza al 100% per le superiori e medie, contenuta nell’ultimo Dpcm. Suor Monia Alfieri della Consulta di Pastorale scolastica: abbiamo proposto di usare le strutture delle paritarie per garantire il distanziamento

Marco Guerra – Città del Vaticano

Dopo l’informativa tenuta alle Camere lunedì, il premier Giuseppe Conte nella tarda sera di ieri ha firmato il nuovo Dpcm per il contenimento della pandemia di Covid-19 che vede, tra le misure principali, un regime differenziato basato su diversi scenari regionali, l’introduzione del coprifuoco alle ore 22 e una capienza limitata al 50% sul trasporto pubblico.

Didattica a distanza per le superiori

Tra le iniziative adottate dall'esecutivo a livello nazionale si configura che il 100 per cento delle attività scolastica sia svolta tramite il ricorso alla didattica digitale, dalla seconda media fino a tutta l'istruzione secondaria di secondo grado (scuole superiori). 

In molti Paesi Ue la scuola resta aperta

I sindacati degli insegnati e dei presidi, le associazioni di categoria e delle famiglie bocciano questa decisione ricordando che in altri grandi Paesi europei la scuola è stato l’ultimo servizio a chiudere e il primo a riaprire nello scorso lockdown e che attualmente quansi tutti gli stati stanno scongiurando la chiusura degli istituti. La Cgil ha poi sottolineato che, dall’esperienza della scorsa primavera, “si sono registrati ampi fenomeni di dispersione scolastica esplicita ed implicita”. “Si tratta di un prezzo drammatico – si legge nella nota Flc Cgil - che graverà sulle generazioni più giovani di questo Paese con costi sociali pesantissimi e duraturi”.

Suor Monia: una chiusura che andava evitata

“Queste misure sono gravi perché erano evitabili, potevamo risparmiare queste restrizioni ai ragazzi, perché la didattica a distanza (dad) ha già prodotto enormi problemi, un milione e 600mila alunni non hanno acceduto alla dad e circa 300mila alunni disabili hanno vissuto in isolamento”, è il giudizio espresso a Vatican News da suor Anna Monia Alfieri, referente scuola dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia), che per l’occasione parla anche per CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori), e membro della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI.

Ascolta l'intervista a suor Anna Monia Alfieri

Le soluzioni proposte dalla paritarie

Come esponente del mondo delle paritarie cattoliche suor Monia riferisce anche circa le soluzioni proposte al governo per scongiurare la dad al 100%: “Abbiamo indicato al governo, con l’appoggio trasversale di tutte le forze politiche, soluzioni per il sovraffollamento delle aule, tramite accordi tra le scuole statali e le paritarie che consentirebbero di collocare 8 milioni di studenti in spazi adeguati, in questo modo si può risolvere anche il problema della mancanza dell’organico”.

Accordi per l'utilizzo di bus privati

“Parallelamente abbiamo chiesto accordi per mettere in strada i mezzi di trasporto delle ditte private che ora sono fermi per la mancanza del turismo e che sarebbero immediatamente disponibili - ha proseguito la religiosa -, se noi non manteniamo aperta la scuola non diamo a tutti gli 8 milioni di studenti le stesse possibilità, non diamo loro gli strumenti per ripagare il debito che stiamo creando, intorno alla scuola, inoltre, gira anche la possibilità dei genitori di lavorare senza l’ansia di gestire i figli in casa”.

Giovani a rischio isolamento

Infine suor Monia elenca i tre maggiori danni che vengono inferti a questa generazione di giovani: “Un isolamento che ruba loro la capacità di maturare una socializzazione adulta; stiamo poi producendo un gap culturale incolmabile e in terzo luogo non stiamo dando loro una prospettiva, serve un visione e questa si può avere solo con un’azione comune di governo, parlamento e regioni. Non è il momento di azioni parcellizzate”.

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04 novembre 2020, 08:20