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Foto di repertorio su test di armi nucleari Foto di repertorio su test di armi nucleari  

Entra in vigore il bando Onu alle armi nucleari

Il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari ha raggiunto le 50 ratifiche necessarie per entrare formalmente in vigore. Cinquantunesimo Paese a impegnarsi è stato l'Honduras. E' il primo accordo legalmente vincolante che vieta lo sviluppo, i test, la produzione, l'immagazzinamento, il trasferimento, l'uso e la minaccia delle armi nucleari. Dopo l'approvazione da parte dell'Assemblea generale Onu, il 7 luglio 2017, dunque, il no all'atomica diventa concreto

Fausta Speranza - Città del Vaticano

Con l'adesione dell'Honduras, ufficializzata ieri sera dopo quella in giornata della Giamaica e di Nauru, il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari ha raggiunto le 50 ratifiche necessarie per entrare formalmente in vigore. Per produrre effetti dovranno passare altri novanta giorni e si arriverà al 22 gennaio 2021. In ogni caso,  tre anni, tre mesi e diciotto giorni dopo la storica approvazione da parte dell'Assemblea generale Onu, il 7 luglio 2017, il bando all'atomica è concreto.  Il tutto accade all'apertura della settimana che, dal 1978, le Nazioni Unite dedicano al disarmo.

Un passo significativo

In sostanza le armi nucleari diventano illegali secondo norma internazionale. Soddisfazione viene espressa dalla International campaign to abolish nuclear weapons (Ican) - con i suoi partner italiani, Rete italiana pace e disarmo e Senzatomica -, insignita dal Comitato di Oslo del Nobel per la Pace proprio per il suo impegno contro gli ordigni di morte. Si calcola che nel mondo esistano oltre 13.000 ordigni. Si parla di 5 Paesi possessori legali – cioè che rispettano il Trattato di non proliferazione ( Tnp) – e sono Stati Uniti, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina. Poi sono possessori dichiarati India, Pakistan, Israele e Corea del Nord. Contrari alla messa al bando sono stati gli Stati Uniti, che sostengono la teoria della deterrenza. Significa che in relazione al Tnp, siglato nel 1968 e entrato in vigore due anni dopo, si ritiene che l'unico modo per prevenire un attacco nucleare sia la minaccia di distruzione totale del nemico. Perché funzioni, i Paesi atomici devono essere sempre pronti al lancio - con un costo di dodici milioni di dollari all'ora -, oltre che essere guidati da leader razionali. Il rischio di annientamento globale, con tale meccanismo, non viene scongiurato, come ha sottolineato il segretario generale Onu, Antònio Guterres. “Potremmo dirci al sicuro solo quando non esisteranno più le armi nucleari”, ha ribadito in occasione del 75esimo anniversario delle tragedie di Hiroshima e Kagasaki, ad agosto scorso. Nei giorni scorsi, il Parlamento europeo, con 641 voti a favore, cinque contrario e 47 astensioni, ha adottato una risoluzione in cui definisce il Trattato una tappa “imprescindibile” nel percorso per conseguire un mondo senza nucleare.

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25 ottobre 2020, 09:05