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Iraq, Sako: l’Enciclica, documento necessario per la fine delle ingiustizie

Dal Patriarcato caldeo si leva la speranza che il documento di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale apra una nuova fase soprattutto nelle aree del mondo devastate da prolungate guerre e miserie. Riprendono le Messe con i fedeli mentre “in tutto il Medio Oriente continuano le tensioni aggravate dalla pandemia e da una sanità carente”

Antonella Palermo – Città del Vaticano

“Era necessario sentire una voce diversa da quella di chi semina guerra, estremismo, male”. Il cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca dei Caldei a Baghdad, commenta l’uscita di “Fratelli tutti” da una terra che ancora soffre delle tensioni politiche e delle miserie derivanti dai conflitti mediorientali.

Ascolta l'intervista al cardinale Sako

Una chiamata per tutti a un risveglio spirituale

“Non siamo nemici. Basta guerra, oppressione, miseria”, scandisce il porporato. Considera il documento del Pontefice una sorta di spartiacque che introduce a “un tempo ottimo perché la gente apra il proprio cuore a questa voce profetica”. Sottolinea l’importanza di rilanciare le urgenze della fraternità, della giustizia, dell’immigrazione, della distribuzione dei beni a tutti: “Non bisogna avere ricchissimi e poverissimi, c’è bisogno del perdono, soprattutto dalle nostre parti dove non si parla che di vendetta”. Sako invita anche a sfruttare questo kairos per un risveglio spirituale, poiché tutti sono chiamati a un afflato rinnovato e lamenta che “noi cristiani abbiamo un poco perso la nostra spiritualità, anche i musulmani dovrebbero tornare alla base del loro Corano che è fatta di senso di tolleranza, giustizia, fraternità. Anche chi non crede – aggiunge - dovrebbe recuperare un nuovo senso di cittadinanza per una società fraterna, solidale e giusta. Finire con il settarismo, non è compatibile con i valori umani e religiosi”.

La ripresa delle Messe con i fedeli

Domenica 4 ottobre è cominciato un graduale ritorno dei fedeli alla Messa nelle chiese irachene, sempre nel pieno rispetto delle norme igienico-sanitarie. “Da sette mesi le chiese erano aperte ma le Messe e i raduni erano tutti sospesi, anche per le moschee la stessa cosa”, racconta il cardinal Sako che domenica ha celebrato l’Eucarestia in una piccola parrocchia irachena. “Erano circa settanta persone, venute tutte con entusiasmo. Hanno ringraziato Dio per la loro salute e abbiamo pregato per la fine della guerra e delle guerre. In tutto questo tempo abbiamo fatto tutto un lavoro di incontri con i sacerdoti per capire come avremmo dovuto a continuare a formare la nostra gente alla dottrina cristiana in un linguaggio comprensibile”.

Le tensioni politiche e i danni alla popolazione

“C’è una confusione, soprattutto politica adesso, una tensione molto forte nel Paese fra coloro che sono pro Iran e gli altri che sono pro America. Questo accade non solo in Iraq ma in Siria, in Libia, in Libano e in tutto il Medio Oriente. Sono tensioni – spiega - che fanno molto male alla popolazione. Il governo sta facendo uno sforzo, sta prendendo delle misure contro la corruzione e le armi, speriamo bene”.

La pandemia e l’aiuto alle Chiese per i più vulnerabili

“Abbiamo 5mila contagiati al giorno per coronavirus”, precisa il cardinal Sako da un Paese dove il Covid-19 ha fatto registrare oltre 370mila casi e più di 9mila decessi. “Non abbiamo abbastanza ospedali, le medicine, le misure sanitarie di base. Ognuno rimane isolato nella sua casa”. L’aiuto economico per le categorie più fragili non è mancato: “Io ho dato soldi alle Chiese per aiutare coloro che non hanno niente, finora 120mila dollari, ma siamo sempre pronti ad aiutare quando c’è bisogno. Anche per le visite agli ammalati, noi siamo sempre pronti”. 

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05 ottobre 2020, 14:14