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Donne indiane nei campi agricoli Donne indiane nei campi agricoli 

Giornata donne rurali. L'Onu: i governi le tutelino di più

Nei Paesi in via di sviluppo sono il volano economico della società, tuttavia hanno meno accesso, rispetto agli uomini, a tecnologie, terre e risorse. La pandemia ha penalizzato ulteriormente le donne impiegate in agricoltura. L'esperto Tabaglio, dell'Università Cattolica: "I nostri progetti sostenibili in aree poverissime sono molto soddisfacenti"

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Il 15 ottobre si celebra la 13ma Giornata internazionale delle donne rurali, con l'obiettivo di sensibilizzare sul loro ruolo chiave nel promuovere lo sviluppo rurale e agricolo, contribuendo alla sicurezza alimentare e allo sradicamento della povertà rurale. Una data che apre una triade di Giornate mondiali consecutive dedicate a temi cruciali interconnessi ampiamente approfonditi nel Magistero di Papa Francesco: la fame e il rifiuto della miseria. 

Donne, campagna, pandemia: approvvigionamento a rischio

E' di 1,7 miliardi il numero di donne e ragazze che vivono in zone rurali, più di un quinto della popolazione mondiale. Sono il 43 per cento della forza lavoro agricola nei paesi in via di sviluppo ma hanno meno accesso, rispetto agli uomini, a tecnologie, mercati, attività finanziarie e risorse agricole. Sulla loro penalizzazione durante la pandemia ha insistito oggi dalle Nazioni Unite Gilbert Houngbo, presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo, definendo “inaccettabile” la situazione. Essendo spesso impiegate in modo informale e senza protezione sociale, le donne in agricoltura hanno subìto una perdita di posti di lavoro maggiore, in seguito alle restrizioni alla circolazione imposte per gestire l'emergenza Covid. Le donne i 25 e i 34 anni che vivono in aree prevalentemente rurali hanno ancora il 25 per cento di probabilità in più, rispetto agli uomini, di vivere in condizioni di estrema povertà. Da qui l'appello ai governi ad aumentare gli investimenti nel settore dove le donne hanno un ruolo vitale nella crescita del nostro cibo e nella costruzione di economie fiorenti. Se non si agirà nel sostegno di questa categoria – avvertono dalle Nazioni Unite - il nostro approvvigionamento alimentare sarà a rischio.

Vulnerabilità delle donne in agricoltura

Proprio la marginalizzazione delle donne a causa di povertà e disoccupazione favorisce il rischio che coloro che vivono nelle aree di campagna possano diventare vittime di trafficanti: era questa la principale preoccupazione espressa da monsignor Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso le organizzazioni e gli organismi delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao, Ifad e Pam), nell'ambito di un convegno del sindacato Fai-Cisl sul tema: “Ponti non muri. Donne tra vita e lavoro”. In quella occasione si sottolineava l'urgenza di far sì “che la donna non sia, per esigenze economiche, costretta a un lavoro troppo duro e a un orario troppo pesante, che aggravano il peso delle sue responsabilità in casa e in famiglia.

Sulla stessa linea si pone il professore Vincenzo Tabaglio, docente alla Facoltà di Scienze agrarie dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza, dal cui lavoro emerge tuttavia l'incoraggiamento a puntare su progetti di auto aiuto in loco che si rivelano virtuosi per l'intera comunità di famiglie dei villaggi rurali.

Ascolta l'intervista a Vincenzo Tabaglio

Progetti di sviluppo in aree rurali poverissime

Tabaglio illustra i risultati di progetti di sviluppo finanziati dalla fondazione Invernizzi di Milano, per assicurare un cibo sostenibile e sicuro in alcune regione del mondo poverissime: nel nord est dell'India, Repubblica Democratica del Congo, Uganda, Mozambico, Etiopia. Si attivano azioni di collaborazione con la gente del luogo, ascoltando le loro esigenze e valutando i loro mezzi. “In base alla nostra esperienza abbiamo visto che le donne rispondono molto bene alla organizzazione in piccoli gruppi coordinati da un centro pilota tecnico, in genere ospitato dalla Chiesa locale che ha il vantaggio di essere abbastanza capillare nel territorio e già vicina alle famiglie”, spiega. “I risultati si vedono perché sempre più famiglie chiedono di aderire, soprattutto cominciano a venir fuori idee e attitudini, dall'agricoltura si passa all'allevamento e, quasi in maniera autogenerativa, si sviluppa un sistema di microcredito, un po' di commercio, la possibilità di finanziare opere al telaio o fornerie. E' più faticoso rispetto alle modalità tradizionali – puntualizza Tabaglio - ma consente di avere qualche soldo in più e di affrancarsi da situazioni di sottonutrizione o malnutrizione e anche di ridurre in maniera significativa, per esempio, malattie infantili grazie a sistemi di potabilizzazione dell'acqua, laddove indispensabile".

Coldiretti: primato italiano per l'imprenditorialità femminile

Un dato incoraggiante arriva da Coldiretti: all'Italia va un primato europeo: il 28% delle aziende agricole è guidata proprio da donne per un totale di quasi 210mila imprenditrici: è quanto emerge da un'elaborazione su dati Ismea. Allo sviluppo dell'agricoltura multifunzionale tra agriturismi, mercati contadini, fattorie didattiche e sociali, guarda il WWF nell'odierna Giornata internazionale: l'organizzazione ambientalista sottolinea che è proprio “questo modello la via maestra per una transizione agroecologica".

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15 ottobre 2020, 15:40