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Covid: dall’Enea un nuovo metodo rapido di indagine

Di fronte all’avanzata della pandemia e all’esigenza di testare i possibili contagi su un numero sempre più vasto di persone, l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, sta mettendo a punto un nuovo esame per sondare, attraverso il respiro, in modo veloce ed efficace l’andamento del coronavirus

Giancarlo La Vella – Città del Vaticano

Aumentano i contagi da Covid-19 e il mondo scientifico e sanitario ribadisce l’importanza del rispetto delle misure di prevenzione (uso della mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento sociale), ma rafforza anche l’impegno nel cercare nuovi metodi di indagine, che siano attendibili e di veloce esecuzione. L’obiettivo è quello di effettuare uno screening il più ampio possibile sulla popolazione per identificare e isolare i contagiati, ma anche per alleggerire il lavoro del personale sanitario impegnato nell’effettuazione del più utilizzato test per la rilevazione del coronavirus, cioè il tampone molecolare. E’ questo uno degli obiettivi dell’Enea, che sta lavorando alla realizzazione di un nuovo esame.

I test disponibili

Attualmente esistono diversi tipi di test diagnostici. Innanzitutto c’è l’esame più utilizzato, ovvero il ‘tampone molecolare’, che ricerca il patrimonio genetico dell’agente patogeno su un campione di muco prelevato dal tratto naso-faringeo. In tal caso è possibile avere il risultato in 24-48 ore. C’è poi il ‘tampone rapido’, che è un test antigenico, cioè individua le componenti proteiche del virus su un campione naso-faringeo consentendo un risultato più rapido, in circa 30 minuti, ma meno affidabile rispetto al tampone molecolare. Viene comunque ritenuto valido per un primo screening. Quindi c’è l’esame del sangue: il test sierologico o immunologico, che rileva, con un prelievo ematico, se si è entrati in contatto con il virus, ma non se è in atto un’infezione allo stato precoce. Esiste infine il test salivare, che però si presta difficilmente allo screening di massa in quanto richiede comunque un laboratorio attrezzato a supporto.

Una nuova soluzione

Di fronte allo stato attuale l’Enea sta sviluppando un innovativo sensore, che permetterà di effettuare test rapidi, attendibili e a basso costo per diagnosticare l’infezione da coronavirus. Antonella Lai, ricercatrice del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia presso il Centro Ricerche Enea di Frascati, ci spiega come funziona. Basterà soffiare in una cannuccia collegata a uno specifico dispositivo per avere una risposta attendibile in 10 o 15 minuti. Il dispositivo si chiama ‘AsDECO’, cioè Asymptomatic DEtection Coronavirus, ha dimensioni paragonabili a quelle di uno smartphone, è riutilizzabile, non ha bisogno di reagenti e permetterà di effettuare screening su un ampio numero di persone in ambienti come, ad esempio, scuole e aeroporti, per individuare, in particolare, i casi asintomatici.

Ascolta l'intervista ad Antonella Lai

Un test a basso costo

L’idea messa a punto dall’Enea, afferma Antonella Lai, è nata dall’esigenza di avere a disposizione nuove tecnologie di diagnostica precoce e non invasiva. Stiamo lavorando a pieno ritmo per realizzare entro pochi mesi il primo sensore. La sperimentazione sul campo partirà una volta conclusa la parte di laboratorio e sarà gestita da strutture sanitare e ospedali, con i quali l’Enea sta avviando accordi di collaborazione. Il sensore utilizzerà una tecnica ad alta sensibilità e selettività, attualmente impiegata in laboratori di analisi specializzati, che permetterà di individuare in tempo reale le proteine virali contenute nel respiro. La presenza del virus Sars-Cov2 nel sensore, aggiunge Lai, induce un cambiamento di colore sulla luce riflessa, il che permette una risposta in tempi rapidi senza l’utilizzo di reagenti. E’ un metodo in più per l’individuazione degli asintomatici, ma che non punta a sostituire il test molecolare, bensì ad affiancarlo come test diagnostico rapido su grandi numeri di popolazione. E, in prospettiva, sarà utilizzabile da personale non specializzato e potrà essere impiegato anche per rilevare la presenza altri agenti patogeni, cambiando semplicemente ‘esca’ e marcatore.

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26 ottobre 2020, 07:46