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Europa, epicentro della pandemia lavora a misure di prevenzione

Ancora record di contagi in Usa ma è il Vecchio Continente a preoccupare. In corso i lavori alla Ue per studiare misure di prevenzione e contrasto al virus. L'Onu lancia l'allarme sulla diffusione di nuove pandemie se non si attueranno strategie efficaci

Benedetta Capelli - Città del Vaticano

Non è più tempo di scelte nazionali ma di intraprendere la strada della solidarietà e della coesione. E’ la prima indicazione derivante dal summit dell’Unione Europea di ieri, nel quale si è affrontata l'emergenza coronavirus. Un confronto necessario dettato dall'impennata di casi: oltre 10 milioni, un milione in una sola settimana. Numeri che rendono l'Europa, l'epicentro della pandemia.

Fondi per il trasferimento dei pazienti

Al termine del vertice la Commissione Ue ha annunciato lo stanziamento di 220 milioni di euro per trasferire i pazienti nei Paesi con più disponibilità di terapie intensive. Come accaduto nei giorni scorsi tra Germania e Olanda e che, riferisce la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, dovrebbe diventare normalità. Priorità ai test rapidi - sono stati acquistati 22 milioni di kit ma si sta lanciando un nuovo bando di gara - necessario rendere interoperative le app di tracciamento nazionali e comunicare a Bruxelles i piani per la distribuzione dei vaccini, saranno 50 milioni di dosi al mese. Convergenza su un punto: bisogna destinarli prima di tutto alle fasce della popolazione più debole e a chi opera nel settore sanitario.

La proposta di Moderna per il vaccino

Intanto l’azienda statunitense Moderna è pronta a immettere su scala globale il suo vaccino ad un costo negoziato con l’Organizzazione Mndiale della Sanità. Quest’ultima ha lanciato l’allarme per i Paesi del Mediterraneo orientale per i 3milioni di casi registrati. Il coronavirus dilaga negli Stati Uniti con 91mila casi in un giorno, una cifra record, la più alta da quando è iniziata la pandemia, il presidente Trump ribadisce il suo no ad un eventuale lockdown. Da registrare infine l’allerta dell’Onu: se il mondo non attuerà strategie di prevenzione, le pandemie saranno sempre più frequenti. Uno studio rivela infatti che ci sarebbero 1,7 milioni di virus sconosciuti fra i mammiferi e gli uccelli e fra i 540 mila e gli 850 mila avrebbero la capacità di contagiare gli umani. Gli esperti insistono sull'opportunita' di ridurre l'impronta umana sulla natura: ridurre la deforestazione, il commercio di specie animali selvatiche, reinventare il modello agricolo per ridurre le attività il cui impatto ambientale è negativo.

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30 ottobre 2020, 07:27