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Torna l’ora solare. Per l'Europa potrebbe essere l’ultima volta

Entro aprile 2021 i Paesi dell’Unione Europea dovranno decidere se mantenere l’alternanza semestrale o un orario stabile. Interessi divergenti tra Paesi del sud e del nord. Disi (Enea): l’orario legale, con un’ora di sole in più nel pomeriggio, porta risparmio energetico e benefici all’economia

Marco Guerra – Città del Vaticano

Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 ottobre avverrà il passaggio tra ora legale a ora solare in tutti i Paesi dell’Unione Europea. In pratica alle ore 3.00 bisognerà riportare le lancette degli orologi indietro di un’ora, ovviamente i dispositivi connessi aggiornano l’ora in automatico.

Inizio orario solare

Solitamente l’orario solare inizia l’ultima domenica di ottobre e termina l’ultima di marzo, coprendo così tutto il periodo tra l’autunno e l’inverno nell’emisfero settentrionale. L’ora legale è in vigore invece prevalentemente nel periodo primaverile ed estivo ed è nata come una misura di risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica.

Paesi Ue uniformati dal 1996

In Italia l’ora legale fu introdotta fin dal 1916 e attivata a fasi alterne fino alla definitiva adozione nel 1965. Dal 1996 tutti i Paesi dell’Ue adottano lo stesso calendario per l'ora legale, nel frattempo ha sempre avuto più credito l’ipotesi di mantenerla attiva tutto l’anno.

Cittadini favorevoli a orario stabile

Nell’agosto del 2018 la Commissione Europea ha organizzato un consultazione pubblica tenutasi on line, tramite la quale l’84% dei 4,6 milioni di cittadini del vecchio continente vi hanno partecipato si sono detti favorevoli all'abolizione del cambio dell'ora semestrale. Inoltre, più dei tre quarti dei rispondenti (76%) ritengono che il cambio dell'ora due volte l'anno sia un'esperienza "molto negativa" o "negativa". Per giustificare un'eventuale abolizione del cambio dell'ora i cittadini europei hanno avanzato considerazioni legate agli effetti negativi sulla salute, a un aumento degli incidenti stradali o all'assenza di un risparmio energetico.

Decisione entro Aprile 2021

Preso atto della consultazione, il Parlamento europeo si è poi espresso a favore dell’abolizione del cambio orario due volte l’anno, lasciando però ai singoli Paesi membri la libertà di scegliere, entro aprile 2021, se mantenere il passaggio dall’ora legale alla solare oppure avere una delle due opzioni permanenti per tutto l’anno. Tuttavia nelle sue considerazioni la Commissione europea ha fatto notare che tutti i dati disponibili suggeriscono che in questo settore l’applicazione di regole comuni è fondamentale per garantire il corretto funzionamento del mercato interno. 

Paesi divisi

Attualmente i Paesi comunitari sembrano non avere una linea comune. Tendenzialmente i Paesi del sud sono più propensi ad adottare in maniera stabile l’ora legale guadagnando un’ora di luce nel pomeriggio. Dal canto suo la Francia si è infatti già espressa con un voto popolare per mantenerla tutto l’anno.   Gli Stati del nord, come Finlandia, Polonia, Svezia e Danimarca, sono invece più orientati verso l’orario solare, visto che in primavera ed estate hanno in ogni caso giornate molto lunghe mentre in inverno, con l’orario legale, nei loro territori il sole sorgerebbe a mattinata inoltrata. L’Italia non ha ancora preso una posizione ufficiale, ma sembrerebbe propendere ancora per l’alternanza.

Disi (Enea): con ora legale risparmio energetico

Antonio Disi, ricercatore Enea ed esperto di risparmio energetico, spiega a Vatican News che la logica della scelta dei diversi Paesi è usare al meglio la luce naturale quando è il momento giusto,. Fatto sta “che i Paesi equatoriali non adottano l’orario legale, perché non hanno grandi differenze di illuminazione tra estate e inverno”. “Dietro la volontà di alcuni Paesi di adottare un orario stabile – afferma ancora Disi - ci sono motivi di ordine logistico, ma anche motivi legati alle strutture delle loro economie”. Secondo l’esperto dell’Enea, con l’ora legale solo in Italia c’è un risparmio misurato di 550 milioni kilowatt l’ora, che equivalgono al consumo di 190mila famiglie e in termini economici a 110 milioni di euro l’anno. Rispetto alla nostra bolletta energetica nazionale parliamo di una potenzialità di risparmio dello 0,2 %, ma che si ottiene con un intervento a bassissimo investimento.

Ascolta l'intervista a Antonio Disi

Benefici all’economia

Ai benefici sul consumo energetico e quindi sull’ambiente si sommano quelli economici relativi alla possibilità di svolgere attività “out door” come turismo e sport. “Con un’ora in più di luce è possibile fare molte attività, ottenendo oltretutto un risparmio per il mancato utilizzo di energia elettrica o termica”, aggiunge Disi.

Il rischio di un’Europa “spezzatino”

Il ricercatore dell’Enea evidenzia, infine, la necessità di evitare il rischio che l’Europa si presenti con orari diversi in territori che ricadono lungo la stessa longitudine: “Immaginiamo cosa potrebbe succedere dal punto di vista commerciale e della mobilità pubblica: serve una posizione unitaria per evitare danni sull’utente finale”.

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24 ottobre 2020, 08:47