A 4 anni dal sisma Amatrice attende la ricostruzione A 4 anni dal sisma Amatrice attende la ricostruzione  

La preghiera del Papa per i terremotati del centro Italia. Messa e veglia ad Amatrice

Solidarietà e speranza: sono le parole con cui il Papa ricorda il sisma di quattro anni fa e sono i temi su cui si sofferma oggi anche il vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompili, con lo sguardo rivolto alla ricostruzione che procede lentamente. Per questo motivo secondo il capo dello Stato Sergio Mattarella serve recuperare "determinazione ed efficienza". Intanto dalle Acli delle Marche parte una serie di progetti per rilanciare il lavoro dell'area terremotata

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Il quarto anniversario del terremoto che ha sconvolto l'Italia centrale torna anche oggi nelle parole di Francesco che in tweet lo ricorda unendosi in preghiera alla comunità locale: "Rinnovo la preghiera per le famiglie e le comunità che hanno subito maggiori danni, scrive sull'account @Pontifex, perché possano andare avanti con solidarietà e speranza”.

Ieri il Pontefice all'Angelus aveva messo l'accento sulla ricostruzione di questi "bellissimi territori dell'Appennino". Per il presidente Mattarella “nonostante tanti sforzi impegnativi, l'opera di ricostruzione dei paesi distrutti è incompiuta e procede con fatica, tra molte difficoltà anche di natura burocratica”. Dunque, per il Capo dello Stato che ha inviato un messaggio per la giornata, "la Repubblica - in tutte le sue istituzioni, territoriali e di settore - deve considerare prioritaria la sorte dei concittadini più sfortunati colpiti da calamità naturali, recuperando, a tutti i livelli, determinazione ed efficienza". A Vaticannews, il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili sottolinea che ora non deve essere delusa la “speranza” di chi attende la ricostruzione:_

Ascolta l'intervista a monsignor Domenico Pompili

La veglia e le Messe ad Amatrice e Accumoli

299 le vittime di quella tragica notte tra il 23 e il 24 agosto di quattro anni fa, rivissuta nella zona rossa di Amatrice, nella veglia di questa notte . Alle 3 e 36 in punto i rintocchi di campana hanno accompagnato, uno per uno, la lettura dei nomi delle persone rimaste sotto le macerie . Alle 11, la Messa solenne in ricordo delle vittime, celebrata dal vescovo della diocesi di Rieti, monsignor Domenico Pompili. La funzione, quest'anno, è stata officiata, sempre per motivi legati all'emergenza sanitaria, presso il campo sportivo "Paride Tilesi". Presente anche il premier Conte che, parlando con alcuni cittadini, ha detto: "Le leggi per accelerare e semplificare le abbiamo fatte ma tra sei mesi, un anno, non cambiera' nulla. Il processo di ricostruzione e' lungo e complesso". Alle 18 infine il ricordo si trasferisce ad Accumoli, dove ancora monsignor Pompili, presso l'area all'aperto del villaggio Sae del capoluogo, celebrerà la seconda solenne Messa in ricordo delle vittime del sisma.

In quattro anni approvati 5 mila progetti. Legnini: serve accelerare   

La lentezza della ricostruzione la si tocca con mano nel rapporto pubblicato dal Commissario alla Ricostruzione Giovanni Legnini: ''I dati che pubblichiamo parlano di 5.325 progetti approvati nei quattro anni passati, di cui 2.544 già realizzati e 2.758 cantieri in corso per la  ricostruzione privata; le opere pubbliche finanziate sono 1.405, delle quali concluse solo 86 ed i cantieri aperti attualmente sono 85. il nostro obiettivo - sottolinea Legnini - è quello di incrementarli in misura sempre maggiore nei prossimi sei mesi e di vedere aperti almeno 5.000 cantieri privati e pubblici per la prossima primavera,con un ritmo crescente nei mesi e negli anni successivi''.

Il vescovo di Rieti: la popolazione è disorientata

Monsignor Pompili sottolinea che questo quarto anniversario del terremoto del centro Italia "certamente viene vissuto come una ferita che si riapre. Nel senso che per quanto non sia mai stato rimarginato il dolore per la perdita delle persone care, l'anniversario risulta essere un giorno per la memoria ancora più difficile, e poi accanto a questo sentimento di dolore che si riacutizza, c'è anche un sentimento di disorientamento. Perché sembra, ancora dopo 4 anni, che non ci sia certezza rispetto al futuro, che significa in modo particolare quello della propria casa, di un ritorno a quello che è stato cancellato nel giro di qualche secondo nella notte del 23 e 24 agosto. Legnini rappresenta la speranza che ci sia una accelerazione, e quindi una svolta, che proprio però perché questa è una speranza significa che non c’è stata. Abbiamo attraversato questi anni in una condizione in cui i tempi sono andati sempre di più allungandosi. Le questioni non sono state ancora affrontate, sia quelle relative alla ricostruzione propriamente detta, sia quelle relative alla viabilità e alle infrastrutture, sia quelle relative al lavoro. Perciò, ciò che viene auspicato è una speranza, che se fosse ancora una volta delusa sarebbe veramente penoso”.

Le Acli: gli anziani la categoria più a rischio

Difficile la situazione sul versante marchigiano. Interi paesi come Arquata del Tronto non esistono più, altri, come Aquasanta Terme, sono stati pesantemente danneggiati. Il presidente delle Acli di Ascoli Piceno Claudio Bachetti afferma che “i tempi” per la ricostruzione “saranno comunque molto lunghi, secondo più o meno l'idea che ci siamo fatti ci vorrà una decina d'anni prima che si possa riparlare di comunità ricostruite dal punto di vista logistico". 

Ascolta l'intervista a Claudio Bachetti

Gli anziani, sotolinea ancora Bachetti, sono la ‘categoria’ più a rischio, proprio per il legame col territorio perché sono quelli che più di altri hanno vissuto più tempo nella zona. "Come Acli abbiamo cercato su questa categoria di fare attività di sostegno. Per il lavoro - conclude -  stiamo cercando di attivare progetti per creare situazioni di turismo ambientale e sostenibile, ideando proprio dei pacchetti turistici esperienziali e accessibili”.

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24 agosto 2020, 11:35