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Monito degli Usa a Berlino e Nato: via dalla Germania circa 12 mila soldati statunitensi

Gli Stati Uniti ritireranno 11.900 militari dalla Germania. Almeno 6.400 torneranno negli Usa. Altri 5.400 saranno dislocati in vari Paesi europei, tra cui Italia e Belgio. Con noi Fabrizio Battistelli, presidente dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo che parla di motivazioni isolazioniste e di scelte non solo politiche ma anche economiche

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Per diversi osservatori la decisione del presidente americano, Donald Trump, di ridurre la presenza delle forze militari statunitensi in Germania è un monito a Berlino.  “La Germania - ha dichiarato Trump parlando con i giornalisti alla Casa Bianca - non sta pagando la sua quota alla Nato, se ne sta approfittando mentre noi li proteggiamo, è uno dei pochi Paesi che non paga il giusto”. La scelta di Washington era stata annunciata già da tempo, ma ora è arrivata l'ufficializzazione da parte del capo del Pentagono, Mark Esper. La presenza militare statunitense in Germania sarà ridotta da 36.000 a 24.000 soldati.

I riflessi sulla Nato

Qualcuno definisce la mossa anche un sonoro "schiaffo" alla Nato. "Il ritiro delle truppe Usa invece di rafforzare la Nato - ha detto Norbert Roettgen, candidato dell’Unione Cristiano Democratica (Cdu) alla presidenza del partito tedesco - porta a un indebolimento dell'Alleanza nei confronti della Russia". "Pace e sicurezza in Europa - ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg - sono importanti per la sicurezza e la prosperità dell'America”. “Siamo più forti e più sicuri solo quando siamo insieme”, ha aggiunto, spiegando che gli Usa "si sono consultati con tutti gli alleati prima dell'annuncio”.

Battistelli: "Mossa figlia di una politica isolazionista"

Quella di Trump è una decisione che risponde ad una visione tipica di parte della destra americana,  che vede gli Stati Uniti come “una potenza autosufficiente e autoreferenziale”. Ma ha anche motivazioni di natura economica. È quanto sottolinea Fabrizio Battistelli, presidente dell'Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo

Ascolta l'intervista a Fabrizio Battistelli

R. - È una mossa rigorosamente coerente con il pensiero dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. È la posizione di un uomo e di un politico sostanzialmente isolazionista. In questo, c'è buona parte di una tradizione possibile della destra americana. L’altra tradizione è quella degli interventisti tipica dei “neocons”,  ai tempi Bush junior. È la posizione di ritenere gli Stati Uniti una potenza autosufficiente e autoreferenziale. Quindi, la prospettiva è quella di tendere a diminuire gli impegni all'estero. Questa è una tradizione presente nella politica di parte della destra americana. In più, Trump unisce a questo, il suo atteggiamento di uomo d'affari che misura tutto sui costi e sui benefici finanziari che determinano un utile.

Cosa implica questa decisione per quanto riguarda i rapporti nella Nato?

R. - Certamente, è una decisione destinata a rendere più difficili i rapporti all'interno della Nato. Non vorrei essere, in questo momento, nei panni del segretario generale che dovrà spiegare agli europei che devono aumentare le loro quote finanziarie per la difesa. E questo, quando invece, il Paese leader, a livello mondiale, diminuisce l'impegno sul territorio europeo. Diciamo che la Nato va incontro all’ennesima fase difficile venendo meno il perno strategico rappresentato, ancora oggi, dagli Stati Uniti d’America.

Questa decisione ha un impatto anche nelle relazioni tra Stati Uniti e Germania?

R. - Dovendo scegliere dove ridimensionare, Trump certamente lo fa dove la presenza militare americana è maggiore. Questo è scontato. Ma c'è probabilmente una punta di polemica e di distanza politica nei confronti della Germania della cancelliera Angela Merkel, che esprime un punto di vista europeista, sia pure a modo suo. E questo non è nelle corde di Trump, che pensa all'Unione Europea spesso come ad una area di libero mercato e non ad una entità politica. Quindi è per così dire anche un dispetto alla Germania.

Una parte dei soldati che verranno ritirati dalla Germania tornerà negli Stati Uniti. Un'altra parte sarà dispiegata in Belgio e in Italia e in altri Paesi. Quale significato ha, in particolare, questa mossa per l'Italia?

R.- Significa un diverso atteggiamento di Trump nei confronti dell'Italia, un Paese dal profilo politico più basso e che dal punto di vista politico, nonostante certi innamoramenti momentanei per la Cina e per la Russia, tutto sommato resta un fedele alleato. 

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30 luglio 2020, 12:45