Italian Prime Minister Conte meets with Dutch Prime Minister Rutte Italian Prime Minister Conte meets with Dutch Prime Minister Rutte 

Sul Recovery Fund, Ue ancora divisa in vista del Consiglio europeo

Nulla di fatto nell'incontro di ieri sera tra i premier olandese e italiano Rutte e Conte. Il giurista esperto di economia internazionale Bevilacqua: "Le riforme vanno contestualizzate e soprattutto non servono per il bene dei Paesi altrui, altrimenti è un’intromissione nella politica degli altri Stati europei"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Ancora un nulla di fatto sul Recovery Fund che dovrebbe sostenere l’economia dei Paesi Ue più colpiti dal coronavirus. Soprattutto l’Olanda continua ad essere contraria a un intervento europeo senza condizioni e preme affinché i fondi erogati da Bruxelles siano considerati dei prestiti. Anche l’incontro di ieri sera all’Aja tra il premier olandese Mark Rutte e il premier italiano Giuseppe Conte non ha prodotto risultati concreti.

I Paesi "frugali" non recedono

Rutte, nei fatti, guida una compagine di Paesi cosiddetti “frugali", che si battono per ridurre la portata del fondo da 750 miliardi. Questi chiedono che le risorse siano strettamente condizionate a riforme economiche. Ma Conte ha avvertito: "Se infittissimo il fondo di condizionamenti", se l’"imbrigliassimo" in passaggi "burocratici", si rischierebbe di "rallentare la ripresa" e di rendere "inefficace" lo stanziamento.

Italia, Francia e Spagna le più colpite dalla crisi

La prossima settimana sarà dunque cruciale, in vista del Consiglio Europeo del 17-18 luglio, chiamato a prendere una decisione per evitare che l’economia europea si avviti ancora di più su se stessa. I tre Paesi europei maggiormente colpiti dalla crisi legata al Covid-19, ovvero Italia, Francia e Spagna, vedranno calare il Pil dal 10,6% all’11,2%.

Necessarie le rifome per accedere ai fondi

Pur confermando i 750 miliardi di euro, e lasciando intatto l'equilibrio tra trasferimenti a fondo perduto (500 miliardi) e prestiti (250), il progetto rafforza il potere del Consiglio, dando l'ultima parola ai 27, che si esprimeranno a maggioranza qualificata su una valutazione della Commissione europea per gli stanziamenti. Rutte ha insistito sull'importanza di "fissare le riforme economiche" poiché in passato "abbiamo già sentito promesse". Per accedere agli esborsi, i piani nazionali dovranno non solo dimostrare di essere coerenti con gli obiettivi comuni europei, cioè gli investimenti in digitale e green economy, ma soprattutto di utilizzare le risorse per modernizzarsi e realizzare quelle riforme evidenziate dalle raccomandazioni che ogni anno, a maggio, Bruxelles indirizza a ciascun Paese.

Non imporre le riforme dall'esterno

Per il giurista esperto di economia internazionale Nunzio Bevilacqua “la posizione concettuale del fatto di volere le riforme è giusta. Il problema è  che esse vanno calate nella realtà nazionale, e per come le intendono i ‘Paesi frugali’ andrebbero a trasformare Paesi come l'Italia e andrebbero bene  essenzialmente a queste nazioni e non all’Italia. Le riforme invece vanno contestualizzate e soprattutto non servono per il bene dei Paesi altrui altrimenti è un’intromissione nella politica degli altri Stati europei”.

Ascolta l'intervista a Nunzio Bevilacqua

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11 luglio 2020, 11:39