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Assegno unico, De Palo: una vittoria delle famiglie e una svolta anche culturale

Un passaggio importante dell’Italia sulle politiche familiari ma anche la gioia di vedere i deputati uniti per votare questa legge “perché non era scontato”. Così nella nostra intervista il presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo, all’indomani del sì della Camera all’assegno unico universale

Debora Donnini - Città del Vaticano

Aiutare i figli è lavorare per il bene comune. Questa la svolta anche culturale di cui parla il presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Gigi De Palo, mentre nel Paese c'è plauso al voto bipartisan e unanime della Camera che, con 452 voti favorevoli e 1 astenuto, ieri ha detto "sì" all’assegno unico universale che andrà fino ai 21 anni d’età. Ora la partita si sposta al Senato per l'approvazione definitiva e l’obiettivo è di cominciare a erogarlo da gennaio. Al centro c’è soprattutto l’esigenza di reperire i fondi necessari aggiuntivi di circa 7 miliardi. Una battaglia importante, quella sulla famiglia, che ieri ha visto votare insieme maggioranza e opposizione sul disegno di legge Del Rio-Lepri che delega al governo l’emanazione dei relativi decreti legislativi per il provvedimento cui è legato il Family Act

Le novità dell'assegno unico

Fra le novità c'è che non ne beneficiano solo i lavoratori dipendenti, ma anche autonomi, liberi professionisti, incapienti e disoccupati. Di fatto ci sarà quindi anche una riorganizzazione. Con l'assegno unico vengono abrogati: assegni per il nucleo familiare, assegni familiari, detrazioni per i figli a carico, detrazioni per famiglie numerose, bonus bebè, bonus mamma, assegno per il terzo figlio, prestiti agevolati garantiti. Ma non a scapito di quanto si percepisce nel presente. Poi, per ogni figlio, l'assegno ha lo stesso importo, maggiorato dal terzo figlio in poi. Sarà superiore la cifra per le famiglie che hanno figli disabili, quantificata  tra il 30% ed il 50%  in più dell'importo base. Questi, alcuni dei punti centrali della decisione parlamentare. La nuova normativa, inoltre, rientra nel quadro più ampio sulla famiglia che il governo sta componendo con il Family Act ad opera della ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti.

Una battaglia su cui il Forum delle Associazioni Familiari ha creduto fermamente come snodo fondamentale per un Paese che – lo ricordiamo – ha la media di 1,29 figli per donna, al di sotto quindi del ricambio generazionale di 2,1. E le previsioni per il futuro, aggravate dalla pandemia con tutte le sue conseguenze, non sono più rosee. Un gelo demografico di cui si parla sempre di più e con sempre maggiore preoccupazione da più parti. Sul cammino percorso e da percorrere ancora dell'assegno unico, parla ai nostri microfoni Gigi De Palo

Ascolta l'intervista integrale a Gigi De Palo

R. - Il grande lavoro del Forum è stato proprio quello di riuscire a mettere tutti insieme. La svolta epocale nasce dal fatto che da adesso in poi c'è una strada che va perseguita e anche le risorse hanno una sorta di cornice dentro la quale essere inserite. Quindi si sta strutturando finalmente l'Italia di politiche familiari, cosa che non era mai stata fatta negli anni.

Un atto che peraltro ci avvicina ai migliori Paesi dell’Europa in tema di politiche familiari e in momento come quello della pandemia e del lockdown in cui si è visto che l’Italia ha retto grazie alle famiglie?

R. - In Italia purtroppo non c'è stato quel ricambio generazionale che rende il nostro Paese sostenibile. Per questo l'assegno unico e tutte le politiche familiari sono anche inserite in un discorso più ampio di sostenibilità. Dopo il Recovery Found, che appunto darà delle risorse, si libereranno automaticamente delle risorse che siamo convinti debbano essere messe all'interno dell’assegno unico. Tenendo presente questa grande unanimità e questa grande forza di unità che ha dimostrato il Parlamento, sarebbe non solo uno spreco, ma sarebbe inutile rallentare questo processo, visto che siamo riusciti a togliere il tema famiglia dal solito agone polemico politico, che spacca il Paese, invece di unirlo.

Con l'assegno unico verrebbero abrogati, tra gli altri, assegni per il nucleo familiare, detrazioni per i figli a carico, bonus bebè, bonus mamma... Alcuni temono che avranno, quindi, importi inferiori. Voi affermate che non sarà così. Perché?

R. - Abbiamo lavorato perché ci fosse all'interno della legge, quella che viene definita una clausola di salvaguardia in base alla quale nessuno dovrà percepire meno di quanto percepisce adesso. Sarebbe non solo un autogol politico, ma anche una beffa per le famiglie se in una riorganizzazione che va ad aiutare l’aspetto anche della troppa burocratizzazione delle politiche oggi in atto, le famiglie andassero a prendere di meno. La buona notizia è che finalmente si allargherebbe la platea, soprattutto a tutte quelle famiglie con figli che hanno le partite IVA, i contratti atipici, che oggi - lo ricordiamo - non prendevano nessun aiuto. Ma la cosa importante è anche il cambio di mentalità, cioè non si tratta di un aiuto. Non si tratta di elemosina per le famiglie. Ma si tratta di un investimento per figli che per la prima volta vengono considerati un bene comune. Ecco è importante questo passaggio anche culturale. Chiaramente noi monitoreremo affinché non ci sia nessuno che prenda meno rispetto a prima, però le famiglie in particolar modo quelle giovani che oggi fanno figli e hanno contratti atipici, potranno avere delle risposte concrete perché potranno sentire che alle spalle c'è qualcuno che non gli dice: "Il figlio è un fatto privato, sono affari tuoi, ma il figlio è un qualcosa di cui questo Paese ha bisogno". E che quindi ci sia un attenzione del Governo e dello Stato che dica: "Noi ci siamo, ti aiutiamo".

 

In un'intervista a Vatican News, ieri la ministra Elena Bonetti aveva proprio messo in luce come l’assegno unico universale “significa cambiare il punto di vista, significa riconoscere che tutti i bambini sono un bene per la collettività”. Significa quindi anche riconoscere l’apporto straordinario che sul welfare le famiglie, e in particolare le madri, danno al Paese. Ma oltre l’assegno universale, il Family Act prevede anche una  rimodulazione del fisco?

R. - Sicuramente l’assegno unico e universale è il centro di una riforma più grande, le fondamenta sulle quali si può costruire la casa: che senso avrebbero i congedi parentali, se non ci fosse un aiuto reale alle famiglie a 360 gradi? Allora, è importante appunto questo passaggio dell’assegno unico perché sopra e intorno si può costruire il Family Act, i congedi parentali, ci può essere un'attenzione per il lavoro femminile, ci può essere un discorso legato agli asili e così via. Però  è fondamentale dare a questa casa delle fondamenta e le fondamenta si hanno solamente se si va a togliere la discriminazione fiscale in cui hanno vissuto le famiglie italiane da 40 anni a questa parte, perché oggi le famiglie non pagano le tasse in base alla composizione familiare, ma pagano le tasse in base al reddito. Quindi, ci sono famiglie con due figli che pagano le stesse tasse di famiglie con quattro figli... Allora questo è sbagliato mentre con assegno unico, riforma fiscale, più tutta una serie di servizi previsti nel Family Act, speriamo di poter dotare la famiglia di politiche che non hanno mai avuto.

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22 luglio 2020, 13:42