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Spagna: protesta delle scuole cattoliche contro la nuova legge sull'istruzione

La norma in discussione in Parlamento toglierebbe valore all'insegnamento della religione nel curriculum scolastico. Per le scuole private ogni provvedimento deve garantire lo spirito europeo nella libertà di educazione

Isabella Piro - Città del Vaticano

Un appello alla libertà di educazione sancita dalla legislazione europea: a lanciarlo, le scuole cattoliche della Spagna, mentre nel Paese si discute sulla nuova normativa sull’istruzione, approvata dal governo lo scorso marzo. In particolare, la nuova legge, denominata “Lomloe” (Ley Orgánica de Modificación de la Loe, ossia la precedente normativa), toglie valore all’insegnamento della religione nel curriculum scolastico: la materia, infatti, non sarà più obbligatoria al 1° e 2° anno di scuola superiore e i voti conseguiti in essa non saranno conteggiati per l'accesso all'università o per le borse di studio. A diventare obbligatoria per tutti gli studenti di scuola primaria e secondaria sarà invece l’Educazione ai valori civici ed etici. Per garantire il diritto alla libertà di istruzione, affermano le scuole cattoliche, è necessario concepire “sistemi di finanziamento pubblico per le scuole private”. Tanto è vero che “il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 12 giugno 2018, incoraggia i governi a fornire un adeguato sostegno finanziario a tutte le scuole, sia pubbliche che private, nel quadro dell’inclusività e del rispetto della libertà di scelta educativa”.

Garantire la libertà di educazione

La Lomloe, dunque - sottolineano ancora le scuole cattoliche - deve “garantire la libertà di educazione, ampiamente riconosciuta in Europa attraverso appositi accordi, rendendo possibile la complementarietà tra le diverse reti formative”. La Spagna, infatti, “ha bisogno di un’istruzione pubblica di qualità, ma essa non dovrebbe essere l’unica”. Bisogna, quindi, “superare le differenze e i conflitti per realizzare un Patto educativo che favorisca la complementarietà dei sistemi pubblici e privati”. Inoltre, le scuole cattoliche ricordano che lo European Meeting of Independent Education, riunitosi a maggio 2020, ha sottolineato “l'importante ruolo che le scuole private stanno svolgendo nel contesto della pandemia da Covid-19, condividendo esperienze, buone pratiche e materiali didattici”, contribuendo così al miglioramento collettivo dell’istruzione.

La scuola rifletta la pluralità

L’auspicio, dunque, è che la nuova normativa “non soffochi l’insegnamento delle scuole private, rendendolo sussidiario a quello delle scuole pubbliche”. Al contrario, serve un ampio “dibattito sociale” sull’argomento, tenendo contro del fatto che “la diversità delle scuole rifletta la pluralità delle società europee”. Infine, qualche dato: in Spagna, le scuole cattoliche rappresentano il 15 per cento del sistema educativo totale e il 58 per cento dell’istruzione privata sovvenzionata.

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02 giugno 2020, 15:27