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Kim Jong-un e Moon Jae-in attraversano insieme la linea di demarcazione, aprile 2018 Kim Jong-un e Moon Jae-in attraversano insieme la linea di demarcazione, aprile 2018

Pyongyang accusa Seul di atti ostili e interrompe tutti i contatti

La Corea del Nord ha interrotto da questa mattina qualsiasi canale di comunicazione con quella del Sud dopo il lancio, nel suo territorio da parte di attivisti, di volantini ritenuti ostili al regime di Kim Jong-un. È la prima volta dal 2018

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Un altro strappo dopo quello dello scorso anno, quando ad Hanoi, al vertice tra Kim Jong-un ed il presidente americano Trump, si interruppe il dialogo sulla questione nucleare tra Corea del Nord e Stati Uniti. Ora tutti i canali di comunicazione, anche militari, tra le due Coree sono stati fermati per volere del Nord, che reagisce così al lancio, da parte di attivisti esuli, di volantini anti Pyongyang oltre la linea di demarcazione militare, che segna il confine tra Nord e Sud, attraverso palloncini spesso corredati da dollari o chiavette usb. Un atto ostile, denuncia Pyongyang, che violerebbe gli accordi di pace firmati durante la serie di vertici del 2018, tra Kim Jong-un e il presidente sudcoreano Moon Jae-in, uno dei quali prevedeva la riduzione della tensione militare a seguito della sospensione di quelli che, appunto, avrebbero potuto essere indicati come “atti ostili” lungo il confine. Di qui la decisione, dopo due anni, di rendere nullo l’accordo militare tra i due Paesi e di interrompere i contatti condotti dall’ufficio di collegamento, che di fatto erano già stati minati dal fallimento del vertice di Hanoi, oltre che dalla pandemia di coronavirus.

Le relazioni tra le due Coree passano attraverso gli Usa

Quanto accaduto al vertice di Hanoi, spiega Rosella Ideo, esperta di storia politica e diplomatica dell’Asia orientale, “ha avvelenato naturalmente anche le relazioni tra le due Coree, perché Kim aveva, in un certo senso, delegato i rapporti con gli Stati Uniti al presidente della Corea del Sud, Moon. Trump aveva puntato molto sulla carta di Hanoi per cercare di ottenere quello che nessun altro presidente aveva mai ottenuto, cioè la pace tra Corea del Nord e Stati Uniti”. La sterzata aggressiva delle ultime ore di Pyongyang, dunque, si dirige verso Seul per colpire Washington, e anche questa non è una novità, continua la Ideo, perché “quando la Corea del Nord si sente trascurata, diciamo così, si riporta sulla scena internazionale in questo modo”. Secondo l’analista, il punto centrale è la politica adottata dal presidente Trump che, seguendo l’allora suo consigliere John Bolton e il Segretario di Stato, il ‘falco’ Mike Pompeo, decise ad Hanoi di tagliare il dialogo proprio quando erano state fatte promesse che avevano indotto a ritenere che, in cambio dei passi dei coreani verso la denuclearizzazione, gli Usa avrebbero cominciato ad alleggerire il Paese asiatico dalle pesanti sanzioni che sono sulle sue spalle. “Riflettiamo sul fatto però – sottolinea la Ideo – che Trump tornato dal Vietnam cominciò la sua campagna elettorale”.

Ascolta l'intervista con Rosella Ideo

Non è immaginabile un atto aggressivo di Pongyang

Il ritorno alla già conosciuta dura retorica dei nord-coreani però, secondo la Ideo, non sarà il preambolo ad un conflitto, “non è nelle corde di Pyongyang scatenare una guerra, sa benissimo che una piccolissima Corea del Nord, con 25-26 milioni di abitanti, qualunque iniziativa bellica dovesse prendere, verrebbe in pochi secondi rasa al suolo dalla reazione degli americani”.

Il determinante ruolo di Kim Yo-jong, sorella del leader nordcoreano

Negli ultimi mesi la Corea del Nord è stata al centro di un mistero, quello della improvvisa scomparsa dalla scena politica del leader Kim Jong-un, dato, da notizie mai confermate, in condizioni di salute critiche dopo un intervento chirurgico, e poi ritornato, nella sua consueta forma fisica, sotto i riflettori con la partecipazione, il primo maggio scorso,  alla inaugurazione di una fabbrica. Gli occhi sono quindi stati puntati sulla sorella, Kim Yo-jong, dalla quale sono partite proprio le minacce circa il lancio di palloncini. “Kim – spiega ancora la Ideo – si fida di pochissime persone, è un regime che per le sue caratteristiche è centrato sulla famiglia Kim, la sorella è l’unica persona di cui si può fidare, ed è vero che la sua influenza è aumentata. La figura di Kim Yo-jong ha assunto una connotazione molto forte”, in un momento in cui potrebbe anche essersi costituita una fronda interna, nonostante Kim abbia cercato di liberarsi dei suoi avversari diretti e in un momento in cui, nonostante le promesse, i nord coreani continuano a soffrire la fame soprattutto per via delle pesantissime sanzioni internazionali. Ma tutto questo può, per il momento, essere solo ipotesi perché la Corea del Nord, conclude la Ideo, “come si sa è un grande mistero nella storia della politica internazionale”.

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09 giugno 2020, 14:51