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Contro la desertificazione un’agricoltura più responsabile

L'odierna 26.ma giornata mondiale della lotta alle desertificazioni istituita dalle Nazioni Unite nel 1995, vuole sensibilizzare l'opinione pubblica in materia di cooperazione internazionale per combattere gli effetti della siccità. Serve sempre più parlarne e impegnarsi a tutti i livelli in quanto le ricadute sono ogni anno più drammatiche e hanno a che fare con povertà e malnutrizione

Marina Tomarro - Città del Vaticano

“Possiamo considerare la desertificazione del suolo quasi come una malattia fisica che colpisce ciascuno e richiede quindi il conforto degli altri”. Così Papa Francesco nella Laudato si' parla della desertificazione che, purtroppo sempre più diffusa in varie parti del pianeta, ha effetti negativi sulle persone, sul bestiame, sui raccolti e sul costo del cibo, aumentando le crisi alimentari e le carestie, causa di migliaia di vittime tra i più vulnerabili. Proprio per sensibilizzare sempre di più su questo tema oggi viene celebrata la Giornata mondiale della lotta alle desertificazioni.  

Tutelare il Creato: dovere di tutti

“La desertificazione -  spiega Andrea Masullo direttore scientifico di Greenaccord  - dipende sostanzialmente  da  più  cause: dal  cattivo uso del  suolo da parte dell'uomo, dalla distruzione delle foreste e da un'agricoltura che sfrutta la terra  e dai cambiamenti climatici che  stanno  sconvolgendo i cicli idrogeologici. La violenza contro la natura si ritorce duqnue contro l'uomo”. 

Ascolta l'intervista ad Andrea Masullo

Proprio l'acqua continua  ad  essere  un  bene  molto  prezioso.  Ma  perché non si riesce a gestirla e a conservarla?

R. - Pensiamo che il  70%  degli usi di  acqua  sono  usi  in  agricoltura, e  quindi  torniamo  al  discorso  del  deserto.  Un'agricoltura  intensiva  volta  al  profitto rovina  la  qualità  biologica e organica del terreno, per  cui  non  trattiene  l'acqua, serve  sempre  più  acqua che poi dilava  i  fertilizzanti  chimici  e  tutti  i pesticidi, e  quindi isi  rovina non  solo  il  suolo  ma  anche  questa  risorsa,  che  viene  rapidamente  restituita  all'ambiente  in  maniera  inquinata.  PConsideriamo  pure  che  muoiono tra i 3/4  milioni  di  persone  l'anno  per  la  mancanza  di  acque  pulite  e  per  la  maggior  parte  sono  bambini.  Quindi è la  gestione , è il  nostro  rapporto  con  il  Creato  che  crea  questo  grande  problema,  perché  l'acqua  non  scompare, ma è  la  sua  distribuzione e  la  sua  qualità  che  noi  distruggiamo,  con  i  cambiamenti  climatici  e  con  un  cattivo  uso  delle  risorse  naturali. 

Quanto  l'uomo  può  contribuire  ad  evitare  questo ? E  quali  possono  essere  le  possibili  soluzioni?

R - Smettiamo di distruggere le  foreste, smettiamo  di  violentare  la  terra  per  ottenere  profitti  da  un' agricoltura  chimica e  da  un'agricoltura  intensiva.  Questa  sicuramente è l’ innovazione  forte che  ci  deve  essere  in  agricoltura  orientata  alla  conservazione  della  biodiversità e delle  foreste.  Ma anche  noi  personalmente  non dobbiamo sprecare  l'acqua, e  questo  lo  possiamo  fare  tutti  i  giorni,   tutte  le  volte  che  usiamo  l'acqua:   non  lasciarla  scorrere  finchè  venga  fresca  per  metterla a tavola, ma  mettere  una  bottiglia  nel  frigorifero…tutto  sommato  non  è  che  ci costa  tanta  fatica, visto che  per  avere  un  litro  di  acqua  fresca  se  ne  fanno  scorrere  anche 10,  15,  20  litri. 

Un altro fenomeno legato alla  desertificazione  è quello  delle  migrazioni  per  motivi  climatici…

R. - E’ il  primo  motivo  di  migrazioni  che  si  prevede  interesseranno,  entro  la  metà  di  questo  secolo,  addirittura  350milioni di persone, che fuggiranno  dalle  loro  terre verso il nord del mondo.  Pensiamo ad esempio all'Africa  verso  l'Europa, o al  Sud  America  verso  il  Nord  America, proprio  per questo motivocioè  per  la  mancanza  di  un  fabbisogno  di  acque  pulite e  per  la  desertificazione.  È bello  che  il  Santo  Padre  abbia  lanciato  un anno per  la  Laudato  si'. E li c’è tutto.  E’ la  considerazione  di  una  responsabilità  collettiva, perchè  siamo  un’ unica  famiglia e  un  comportamento  sbagliato non  riguarda  soltanto  chi  lo  fa,  ma  riguarda  tutti.

Proprio  Papa  Francesco  nella  Laudato si',  definisce  la  desertificazione  come  una  malattia  fisica. Cosa  vuol  dire?

R. - E’ la  mancanza,  ancora una volta, di  senso  di  responsabilità, da parte di  un  sistema  economico  che  si  fida  e  si  affida  esclusivamente  alle  tecnologie,  senza  considerare  gli  aspetti  etici  e  le  conseguenze  dell'atteggiamento che sviluppa.  Un sistema che  deve  cominciare  a  valutare,  nel  bene  e  nel  male,  gli  strumenti  che  la  scienza  ci  mette  a  disposizione,  per  usarli  bene, per usare quelli giusti. Il  progresso  si  misura  da  quante  persone  riescono a migliorare  le  proprie  condizioni  di  vita,  e  dalla  prospettiva  che  lasciamo  alle  generazioni  future.  Questa è  la vera svolta,  la  vera  conversione  ecologica a cui ci richiama la Laudato si'. 

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17 giugno 2020, 14:32