Caschi blu in Mali (Epa/Nicolas Remene) Caschi blu in Mali (Epa/Nicolas Remene)

La giornata Onu dei peacekeeper è dedicata alle donne

Ogni anno il 29 maggio le Nazioni Unite celebrano le missioni di pace, omaggiando coloro che operano in contesti difficili per garantire la cessazione delle ostilità. Alla presenza femminile ed al ruolo chiave in tale ambito è dedicata l'edizione 2020. L'intervista a Maurizio Simoncelli, cofondatore di Archivio Disarmo

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

Un budget annuale di circa 7 miliardi di dollari, pari a meno di un punto percentuale della spesa militare mondiale. Le missioni di peacekeeping hanno un costo irrisorio, specie se paragonate all'obiettivo che si pongono: mantenere la pace in ogni angolo del pianeta. Provenienti da oltre 120 Paesi, sono oltre 90mila gli individui impiegati e la cui mansione principale consiste nel proteggere i civili che vivono nelle aree di crisi. Le Nazioni Unite oggi celebrano queste persone, con particolare riferimento per il 2020 alla donna peacekeeper.

"Donne nel mantenimento della pace: una chiave per la pace" 

Mentre quest'anno ricorre il 20° anniversario dell'adozione della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell'ONU su Donne, pace e sicurezza (UNSCR1325), il tema della Giornata 2020 delle forze di pace è "Le donne nel mantenimento della pace: una chiave per la pace". La presenza femminile è essenziale nella promozione e nel raggiungimento degli obiettivi delle missioni. Attraverso l'UNSCR1325, le conseguenti risoluzioni e l'iniziativa Action for Peacekeeping (A4P), le Nazioni Unite hanno chiesto un ampliamento del ruolo e del contributo delle donne nelle operazioni, compresa l'attività di peacekeeping. In questo senso l'Onu intende favorire sempre più il coinvolgimento di donne provenienti da numerosi Paesi, visto che attualmente sono pari solo al 6% delle forze totali.

Pace e pandemia

Il messaggio del Segretario Generale dell'Onu, Antonio Guterres, esprime gratitudine per gli oltre 90mila civili, poliziotti e militari attualmente dispiegati in tutto il mondo: "Stanno affrontando - si legge - una delle maggiori sfide di sempre coniugando il loro mandato per il mantenimento della pace e della sicurezza mentre aiutano le persone ad affrontare la pandemia di Covid-19”. “Le donne peacekeeper sono in prima linea in questa lotta, e siamo grati per la loro dedizione e sacrifici nel sostenere gli sforzi di risposta al nuovo coronavirus, nonché - afferma Guterres - nell'attuazione dei mandati di missione in circostanze difficili”.

Simoncelli: "Il ruolo delle donne è prezioso"

"C'è anche tanto da fare perché non vi siano pregiudizi verso le donne, in questo come in altri settori. Di certo il loro ruolo è importante, prezioso anche per quanto riguarda il coinvolgimento della popolazione femminile del territorio dove operano le missioni delle Nazioni Unite". Lo afferma nell'intervista a VaticanNews il cofondatore di Archivio Disarmo, il professor Maurizio Simoncelli. "Questa è una giornata particolare, perché celebra il nobile sforzo di centomila persone che - aggiunge - lavorano per la pace ed il cui costo è davvero irrisorio, circa lo 0,5% della spesa militare globale". 

Ascolta l'intervista a Maurizio Simoncelli

Perché il 29 maggio

Infine una curiosità: perché proprio alla fine di maggio si celebra questa giornata? Non è certo un caso. L'Assemblea generale, nella sua risoluzione 57/129, ha designato il 29 maggio la Giornata internazionale delle forze di pace delle Nazioni Unite per ricordare infatti il giorno in cui, nel lontano 1948, la prima missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, l'Organizzazione delle supervisioni della tregua dell'Onu - conosciuta con la sigla UNTSO - iniziò le sue operazioni in Medio Oriente.

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29 maggio 2020, 08:00