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Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani Il ritrovamento del corpo di Aldo Moro in via Caetani 

Mattarella: un dovere ricordare chi ha pagato con la vita la violenza eversiva

Oggi si celebra in Italia Il Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo. La data del 9 maggio, istituita nel 2007, vuole ricordare l’omicidio di Aldo Moro e quello di Peppino Impastato, uccisi entrambi il 9 maggio 1978

Marina Tomarro - Città del Vaticano

"Ricordare  è un dovere. Ricordare le  strategie e le trame ordite per destabilizzare l'assetto costituzionale,  le debolezze di coloro che tardarono a prendere le distanze dalle degenerazioni ideologiche e dall'espandersi del clima di violenza. E’ giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato". Nel Giorno della memoria delle vittime del terrorismo, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha voluto rendere omaggio con queste parole a quanti sono rimasti uccisi dalla violenza e alle loro famiglie, che portano per sempre nel cuore il fardello pesante di un dolore indelebile.

La morte di Moro una ferita aperta

“E’ un legame della memoria – ha continuato il presidente – che rafforza il sentimento di solidarietà con i familiari, ma richiama anche un impegno che vale per l'intera comunità". E il 9 maggio richiama alla mente quella tragica giornata nel lontano 1978, quando nel bagagliaio di una Renault 4, in Via Caetani a Roma, venne rinvenuto il corpo senza vita del presidente Aldo Moro. “Il suo straziante supplizio – ha sottolineato Mattarella – è una ferita insanabile nella nostra storia democratica”.

Il grazie di don Ciotti ad Impastato

E in quella stessa giornata in Sicilia avveniva un’altra morte. Quella del giornalista Peppino Impastato, ucciso dalla mafia in un casolare poco distante da Palermo. “Peppino è per tanti, soprattutto giovani, simbolo di un impegno contro le mafie, la corruzione, le ingiustizie – ha detto don Luigi Ciotti presidente di Libera, ricordando il giornalista con un videomessaggio - Allora grazie di cuore, Peppino. Grazie per quello che hai fatto e che ci hai lasciato. Lo riconosco ogni giorno, il valore della tua eredità. Negli sguardi irrequieti di tanti giovani, nella loro passione e nel loro impegno. Il nome "Impastato" significa per loro molte cose: giustizia, bellezza, sogno. Ma soprattutto quella parola che le riunisce tutte: libertà”.

Zuppi: ricordare non vuol dire rassegnarsi

Anche il cardinal Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna ha commemorato oggi le vittime del terrorismo e in particolare quelle della strage del 1980 alla stazione di  Bologna, dove rimasero uccise 85 persone, e dell’incidente aereo di Ustica di cui ricorrono 40 anni. Inoltre, ha fatto memoria del professor Marco Biagi, ucciso nel capoluogo emiliano nel 2002, in un attentato delle Brigate Rosse. "Ricordare significa – ha affermato – non rassegnarsi mai nella ricerca della verità, perché qualcuno è stato vittima due volte, perché colpito e perché offeso nella memoria".

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09 maggio 2020, 14:17