Bambini in Mali, dove le scuole sono state chiuse a causa del Covid19 Bambini in Mali, dove le scuole sono state chiuse a causa del Covid19 

Covid19: evitiamo la catastrofe per i bambini del Sahel

Appello dell’Unicef per una raccolta straordinaria di fondi per l’infanzia in Burkina Faso, Mali e Niger, dove l’epidemia e le misure di contenimento del virus hanno aggravato le già precarie condizioni di povertà e insicurezza delle popolazioni. Intervista con Andrea Iacomini portavoce dell’Unicef-Italia

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Grave allarme per l’infanzia in Africa, dove la pandemia del Covid 19 sebbene contenuta rispetto ad altri continenti, sta peggiorando le condizioni di povertà, precarietà e insicurezza sociale di molti Paesi, percorsi da violenze e da annosi conflitti interni. Per questo l’Unicef ha lanciato un appello alla comunità internazionale per una raccolta straordinaria di fondi in aiuto ai bambini nella regione centrale del Sahel, dove l’epidemia del Covid19 ha colpito in particolare tre Paesi, Burkina Faso, Mali e Niger, sottoposti a misure restrittive per contenere i contagi che hanno aggravato le condizioni di vita delle popolazioni.

Chiuse le scuole: maggiori rischi di abusi e violenze

“La pandemia del Covid19 aggiunge ulteriori rischi ai diritti e alla sicurezza di milioni di bambini già intrappolati in una o più crisi umanitarie nella regione del Sahel centrale”, ha allertato Marie-Pierre Poirier, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e centrale. La pandemia sta infatti peggiorando una situazione già critica per i minori in quella regione, in particolare per le ragazze, i bambini sfollati e quelli che vivono nelle strade. Le scuole sono state chiuse in tutti e tre i Paesi per limitare la diffusione del virus, con conseguenze sull’istruzione di circa 12 milioni di bambini lasciati a casa. “In un contesto di alti livelli di insicurezza, i bambini – segnala Poirrer - sono stati vittime di abusi e violenze, sfruttamento sessuale o economico, tratta, matrimoni precoci, e molti sono stati costretti a separarsi dalle loro famiglie o reclutati nei gruppi armati”.

Raddoppiano i bambini da assistere ma calano gli aiuti

Allo stato attuale sono quasi raddoppiati, nelle stime  del’Unicef, i bambini e ragazzi bisognosi di cure e protezione nella regione del Sahel centrale,  passando 1,2 milioni nel 2019 a 2,3 milioni di quest’anno. Per fare fronte a questa nuova emergenza il Fondo dell’Onu per l’infanzia ha stimato in circa 268 milioni di dollari gli aiuti necessari nella regione per continuare ad assistere i minori e le loro famiglie ma denuncia di averne raccolti finora meno del 30 per cento. Al mese di aprile, il piano di risposta per offrire servizi di protezione, istruzione, salute, nutrizione, acqua e servizi igienico-sanitari risultava sottofinanziato del 76% in Burkina Faso, del 76% in Mali e del 71% in Niger.

Una crisi annunciata che aumenterà i flussi migratori

Se rischi e insicurezza sono la quotidianità per gran parte dell’infanzia in Africa, “non ci rendiamo conto – ammonisce Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef in Italia - che la pandemia del Covid19 può tradursi in questi tre Paesi del Sahel in una vera catastrofe”. 

Ascolta l'intervista ad Andrea Iacomini

"In questa situazione - aggiunge Iacomini -  si teme l’incremento degli sfollati all’interno dei Paesi, in fuga da miseria e violenze ed anche l’aumento dei flussi migratori clandestini verso l’Europa. “Non è solo questione di inviare aiuti ma anche di sensibilizzazione verso chi sta peggio di noi”.

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26 maggio 2020, 14:08