Covid-19: distribuzione di viveri in Venezuela Covid-19: distribuzione di viveri in Venezuela  

Covid-19: l’America Latina verso il picco del contagio

Nel continente latinoamericano si attende un ulteriore aumento dei contagi. Record di vittime in Brasile, dove i vescovi della Regione Nordeste 3 chiedono di tutelare vita e dignità dei poveri. Allarme della Caritas in Bolivia per l’aumento della disoccupazione

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Si diffonde l’epidemia di coronavirus in America Latina, dove, stando ai dati disponibili, i casi di contagio confermati hanno superato le 320 mila unità, mentre le vittime ufficiali sfiorano quota 17.500. Nel solo Brasile si registra quasi la metà dei contagi totali. Secondo il Ministero della Salute, in un giorno si sono registrati 751 decessi e sono stati confermati 10.222 nuovi casi di Covid-19 in tutto il Paese. Gli altri Stati dell’area più colpiti sono Perù, Ecuador Messico e Cile. “Stiamo assistendo non dico ancora al picco, ma di certo si va in quella direzione in tutta l'America Latina”, è il commento di Loris Zanatta, docente di Storia dell’America Latina all’Università di Bologna. “I dati – prosegue l'esperto – vanno presi con beneficio di inventario, perché se molti Paesi hanno istituti in grado di misurare statisticamente l’andamento della pandemia, ce ne sono altri che sui dati non sono troppo chiari”.

Ascolta l’intervista a Loris Zanatta:

Allarme dell'Ops su aumento casi

Nei giorni scorsi, l’Organizzazione Panamericana della Sanità (OPS) ha avvertito che la regione si trova nel punto in cui si trovava l'Europa sei settimane fa e che si attende un aumento dei casi, sottolineando l’importanza che i governi continuino a non abbassare la guardia. Nell’area, comunque, sono state diverse le misure adottate da tutti i Paesi per fra fronte alla diffusione della pandemia. “All’inizio ci sono stati i negazionisti, come il Brasile soprattutto, ma anche il Messico in un primo momento, che hanno cercato il più possibile di negare l'evidenza del virus – continua Zanatta – e poi sono corsi ai ripari, come un po' tutti sono stati costretti a fare. Alcuni invece sono stati molto tempestivi, penso all’Argentina che però ha un’immensa difficoltà adesso a uscire dalla quarantena. Altri, penso al Perù e al Cile, sono ricorsi alla quarantena cercando di renderla flessibile, ma anche per essi credo questo sia il momento più duro”.

I vescovi brasiliani: tutelare vita e dignità dei poveri

Intanto, si registra la preoccupazione dei vescovi brasiliani della Regione Nordeste 3 (che comprende le Province ecclesiastiche di San Salvador di Bahia, Vitória da Conquista, Feira de Santana e Aracaju) per le conseguenze della pandemia e dell’isolamento sociale sui più vulnerabili. “Esprimiamo dolore, sofferenza e indignazione per la grave situazione a cui sono esposti i più poveri in questo periodo", si legge in un documento dei presuli. "Le enormi code viste in banca per chiedere prestiti di emergenza – proseguono – sono una mancanza di rispetto per i più indigenti, umiliati nella loro dignità ed esposti per molte ore al rischio di contagio da virus, che ha già causato tanta sofferenza e morte”. Nella nota, i vescovi brasiliani auspicano che le istituzioni statali prendano le giuste decisioni, ispirate da “fratellanza, giustizia e misericordia”.

Allarme Caritas per la Bolivia

Economia in ginocchio, disoccupazione e deficit fiscale mettono a rischio anche la popolazione boliviana. E’ l’allarme lanciato da Caritas Bolivia in una dichiarazione pubblicata sul sito della Conferenza episcopale del Paese. “Non è possibile stimare per quanto tempo dovranno restare in vigore le regole di prevenzione sanitaria - si legge nella nota-. Quello che si può stimare, però, è l’effetto che tali misure avranno sull'economia dei boliviani, soprattutto considerando che le principali fonti di reddito provengono dall'occupazione informale e dalle esportazioni, entrambe bloccate da quando sono entrate in vigore le norme anti-contagio”. La Caritas boliviana denuncia, poi, la scarsità di investimenti nella sanità e nell’istruzione, settori che “sono stati trascurati nell’ultimo decennio”, mentre sono cresciute “le spese correnti” e “l’indebitamento” della popolazione, soprattutto di quella “economicamente inattiva e vulnerabile”.

La lezione dell’Europa e rischi per l’intera regione

Alcuni governi latinoamericani, guardando a quanto già accaduto in Cina, Europa e Stati Uniti, hanno potuto prendere misure di contenimento in anticipo. “Ci sono – aggiunge il professor Zanatta – anche rapporti storici: il Cile sta un po’ all’America Latina come la Germania all'Europa, cioè è più organizzato, si ispira alla Germania, infatti ha molti contagi ma un tasso di mortalità molto limitato”. C’è però da aggiungere che l’emergenza sanitaria ha messo in luce altre carenze già presenti in tutta l’area. “Sappiamo anche che le abitazioni in molte periferie delle città latinoamericane, nonostante i progressi che ci sono stati, sono spesso molto precarie, per cui la quarantena lascia il tempo che trova. Stiamo parlando di immensi quartieri poveri, dove le strutture sanitarie sono molto deboli, quando ci sono, e dove quindi la diffusione del contagio rischia di creare dei veri e propri disastri sociali; penso alle favelas, alle villas miserias di Buenos Aires, alle grandi periferie di tutte le grandi città latino-americane”.

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09 maggio 2020, 14:06