Sfollati in Burkina Faso Sfollati in Burkina Faso 

In Burkina Faso tra violenze e Covid-19

Non si fermano gli attentati e le uccisioni nella provincia di Fada N'Gouma, nell'est del Burkina Faso, mentre si aggrava la situazione dei contagi da coronavirus. Dopo un attacco contro le forze dell'ordine sono misteriosamente morte in cella 12 delle persone arrestate fermate per terrorismo. Con noi l'africanista Aldo Pigoli

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Venticinque persone sono state arrestate nella notte tra l'11 e il 12 maggio dalle forze di sicurezza a Tanwalbougou per sospetti atti di terrorismo. Dodici di loro hanno trovato la morte durante la stessa notte nelle celle in cui erano rinchiuse. Negli ultimi mesi, quasi 850.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case per l’intensificarsi della violenza, mentre il Paese registra uno dei tassi più alti di diffusione di Covid-19 dell’Africa sub-sahariana.

Emergenza umanitaria

L'assistenza alla popolazione diventa sempre più problematica: il sistema sanitario è al collasso. Oltre cento strutture mediche sono state chiuse, mentre quelle aperte operano a capacità ridotta. Non c'è solo il coronavirus, ma anche l’arrivo dei picchi di malaria e malnutrizione stagionali. C'è allarme in particolare per la cittadina di Djibo, di 36.000 abitanti che oggi ospita circa 140.000 sfollati.  La previsione dei possibili sviluppi dell’epidemia in Burkina Faso e in Africa è complessa anche e soprattutto perché non sembra sufficiente focalizzarsi solo sugli aspetti direttamente collegati alla malattia e alla sua diffusione, prescindendo dal contesto dei singoli Paesi in questione.  

Il conoravirus disorienta i controlli ma non il terrorismo

La pandemia avanza in tutta l’Africa ma non ferma gli attacchi e l’azione dei gruppi terroristici islamici nella cosiddetta fascia del Sahel, 5000 chilometri di terra dal Sahara Occidentale alla savana del Sudan meridionale. Il 28 aprile, i rappresentanti dell'Unione europea hanno riunito in video conferenza, per un vertice di emergenza, i leader del cosiddetto gruppo G5 Sahel. Si tratta di Mali, Burkina Faso, Ciad, Mauritania e Niger, che hanno chiesto l’invio “il prima possibile” di un battaglione di 500 militari a rinforzo della strategia antiterrorista regionale.

Dei rischi potenziati dal coronavirus, dei margini di intervento, delle implicazioni sul piano regionale, continentale ma anche internazionale, abbiamo parlato con Aldo Pigoli, docente di storia dell'Africa contemporanea all'Università Cattolica:

Ascolta l'intervista con Aldo Pigoli

 

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14 maggio 2020, 15:01