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Pandemia. Unicef: 1,5 miliardi di bambini esposti a pericoli online

La lunga quarantena porta i minori ad essere più esposti all’adescamento sul web e al rischio della visione anche di contenuti pornografici. L’agenzia Onu per l’infanzia invia una nota tecnica a governi, industrie della tecnologia e mondo della scuola per mettere in sicurezza i bambini

Marco Guerra – Città del Vaticano

Privati della loro socialità, della scuola, delle amicizie, delle attività sportive e isolati in casa per intere giornate. La vita di bambini e adolescenti è stata stravolta e mortificata dalla lunga quarantena imposta dalla pandemia di Covid-19. Ogni momento di relazione e interazione con altre persone si è quindi spostato sul web dove tra molte opportunità si nascondo anche rischi e insidie di adescamento, cyber bullismo, sexting ed esposizione ad immagini pornografiche e violente.

1,5 miliardi di bambini colpiti dalle restrizioni

L’Unicef e i suoi partner hanno lanciato l’allarme sui pericolo a cui sono esposti milioni di bambini. “Più di 1,5 miliardi di bambini e giovani sono stati colpiti dalla chiusura delle scuole nel mondo. Molti di questi studenti frequentano lezioni e socializzano maggiormente online. Passare più tempo su piattaforme digitali può renderli vulnerabili a sfruttamento sessuale e adescamento online, mentre i predatori del web cercano di sfruttare la pandemia di COVID-19. La mancanza di contatto fisico con amici e compagni può portare ad una maggiore assunzione di rischi, per esempio inviando immagini a sfondo sessuale, mentre un tempo sempre maggiore e incontrollato online può esporre i bambini a contenuti potenzialmente dannosi e violenti e a un maggiore rischio di cyberbullismo”, ha detto il Presidente dell’Unicef Italia Francesco Samengo.

Minori privi di competenze sulla sicurezza

“La pandemia di coronavirus ha portato a una crescita senza precedenti di tempo speso davanti allo schermo”, ha dichiarato Howard Taylor, Direttore generale della Global Partnership to End Violence. “La chiusura delle scuole e le strette misure di contenimento – ha proseguito Taylor - comportano che sempre più famiglie utilizzino la tecnologia e soluzioni digitali per consentire ai bambini di studiare, divertirsi e connettersi con il mondo esterno, ma non tutti i bambini hanno le conoscenze, le competenze e le risorse necessarie per essere al sicuro online”.

Unicef: governi lavorino per un web sicuro

“Le vite di milioni di bambini sono temporaneamente ridimensionate a casa e davanti gli schermi. Dobbiamo aiutarli a navigare in questa nuova realtà,” ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale Unicef, che chiede ai governi e alle imprese “di unire le proprie forze per tenere i bambini e i giovani al sicuro online attraverso dispositivi di sicurezza potenziati e nuovi strumenti per aiutare genitori e formatori a insegnare ai propri bambini come usare internet in modo sicuro”.

La nota tecnica rivolta a governi e imprese

L’Unicef insieme ai suoi partner ha quindi lanciato una nuova nota tecnica per chiedere ai governi, alle industrie delle  tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione, agli insegnanti e genitori di attuare misure urgenti per limitare potenziali rischi. L’agenzia Onu per l’infanzia chiede in particolare ai governi di formare operatori dei servizi sanitari, sociali e scolastici sull’impatto che il COVID-19 potrebbe avere sul benessere dei bambini, compresi gli aumentati rischi online; ampliare le iniziative di sensibilizzazione e formative sulla sicurezza online dei bambini e assicurare che i fornitori di servizi sociali, le scuole, i genitori e i bambini conoscano i meccanismi locali di denuncia e abbiano numeri di supporto a linee di sostegno e linee dirette locali.

L’appello all’industria della tecnologia

All’industria delle tecnologie di informazione, compresi colossi dei social network, viene chiesto di assicurare che le piattaforme online abbiano rafforzato le misure di sicurezza e salvaguardia, soprattutto gli strumenti per l’apprendimento virtuale, e che siano facilmente accessibili a insegnanti, genitori e bambini; di promuovere e facilitare i servizi di orientamento per la sicurezza dei bambini e le linee di sostegno; di sviluppare politiche standard di moderazione in linea con i diritti dei bambini; di utilizzare misure di protezione integrate, innovandole adeguatamente, e fornire la connettività Internet per migliorare l’accesso dei bambini svantaggiati delle famiglie a basso reddito.

Assicurare accesso alla consulenza scolastica

Non meno importanti gli avvertimenti inviati alle scuole: aggiornare le attuali politiche di salvaguardia affinché tengano conto delle nuove realtà di apprendimento da casa dei bambini; promuovere e monitorare ambienti online sicuri e assicurare che i bambini abbiano accesso continuativo a servizi di consulenza delle scuole.

Infine L’Unicef si rivolge ai genitori, chiedendo loro di assicurare che i dispositivi dei bambini abbiamo software e programmi antivirus aggiornati; di mantenere un dialogo aperto con i bambini su come e con chi stiano comunicando online e di stabilire regole su come, quando e dove internet può essere utilizzato. Inoltre si consiglia di fare attenzione a segnali di stress nei bambini che potrebbero emergere in relazione alle loro attività online.

Morra: aumentati accessi a contenuti per adulti

Per comprendere le insidie principali presenti su Internet e quali strategie adottare per mettere in sicurezza i minori, abbiamo parlato con Antonio Morra, attivista della lotta alla dipendenza da web e pornografia che rimarca il preoccupante dato dell'incremento dell’accesso dei più piccoli, a contenuti violenti e pornografici da quando è iniziato lockdown.

Ascolta l'intervista ad Antonio Morra

Aumenta rischio adescamento

Morra indica quindi un aumento dell’esposizione al fenomeno del sexting (scambio di immagini private personali) e dell’adescamento, dovuta al maggior tempo on line passato sia dai ragazzi che di quanti approfittano della situazione. “Due sono dunque le problematiche principali: una è quella di creare dipendenze psicologiche per le tante ore passate davanti ai dispositivi che creano abitudini sbagliate; l’altra è l’adescamento on line, poiché non potendo più incontrare gli amici i ragazzi tendono ad aprirsi con più facilità a persone nascoste dietro un falso profilo”, spiega Morra.

 

Il ruolo dei genitori

Il consiglio di Antonio Morra è a sfruttare la quarantena per ristabilire la comunicazione profonda tra genitori e figli,  visto che “l’occhio amorevole di un padre e una madre non può essere sostituito dai governi, delle leggi e dai costruttori di tecnologia”. Infine Morra esorta anche a familiarizzare con alcune applicazioni che permettono di gestire e controllare la fruizione del web da parte dei bambini: “Per chi possiede un dispositivo Android è possibile scaricare Family Link,  che tramite una procedura semplice connette il cellulare del genitore a quello del ragazzo e da lì il genitore può filtrare i contenuti e il tempo di utilizzo; stessa cosa vale per Apple ma non bisogna scaricare nulla dato che si trova già nelle impostazioni del telefono, dove il genitore può settare una serie di parametri”.

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15 aprile 2020, 15:04