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Migranti al molo del porto di Lampedusa Migranti al molo del porto di Lampedusa 

Nuovi sbarchi a Lampedusa. Il sindaco chiede nave hotspot per un'accoglienza sicura

Cento migranti sono giunti sull’isola con un’imbarcazione autonoma e attendono il trasferimento per il periodo di quarantena. Christopher Hein, docente di Politiche sull’immigrazione e asilo all’università Luiss, ricorda la possibilità di avvalersi dell’aiuto delle agenzie europee e degli accordi sulle quote siglati con Francia e Germania

Marco Guerra – Città del Vaticano

La pandemia non ferma i flussi di migranti e rifugiati che tentano di raggiungere le coste europee. Ieri a Lampedusa è avvenuto un nuovo sbarco autonomo, con un’imbarcazione in legno che trasportava cento persone, 49 uomini, 44 donne e 7 minori. Sono stati scortati fino al molo Favaloro dalle forze dell'ordine, dove stati sistemati in attesa di trasferimento.

Hotspot già pieno

“Gli sbarchi continuano”, dice il sindaco Totò Martello, che denuncia un “pericoloso rimpallo di responsabilità” e ricorda che l'hotspot presente sull’isola è già pieno e non può ospitare altri migranti per la necessaria quarantena sanitaria. "Questa situazione è inaccettabile - aggiunge il sindaco - le istituzioni che hanno il dovere di intervenire non possono scaricare il peso dell'accoglienza interamente sulle nostre spalle".

Serve nave come la Rubattino

La scorsa settimana il Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen ha sentito in audizione i sindaci di Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo che hanno evidenziato numerose problematiche relative alla gestione dei fenomeni migratori in questo periodo di emergenza sanitaria. Il primo cittadino di Lampedusa chiede da giorni che nelle acque antistanti l’isola sia posizionata una nave hotspot che possa accogliere i migranti in sicurezza e dove far passare loro il periodo di quarantena, come sta facendo la nave della Tirrenia “Rubattino”, gestita dalla Croce Rossa, che da 11 giorni è ancorata davanti al porto di Palermo con 183 migranti raccolti dalla Alan Kurdi.

Hein: attingere ai fondi Ue

Per comprendere con quali strumenti approcciare il fenomeno delle migrazioni, in questo periodo segnato dalla pandemia, e come poter redistribuire i migranti sul territorio europeo abbiamo intervistato Christopher Hein, docente di Politiche sull’immigrazione all’università Luiss:

Ascolta l'intervista a Christopher Hein

R. – Certamente è possibile coniugare accoglienza e sicurezza, e anche necessario. Non è che a causa della terribile crisi che tutti viviamo adesso si possono abolire i diritti elementari delle persone, siano essi italiani, stranieri, migranti o rifugiati. Quindi, diciamo che è questione di volontà politica, la questione delle precauzioni e di garantire naturalmente la quarantena come per tutti gli altri che arrivano dall’estero, la quarantena di almeno due settimane. Si può attingere anche a fondi dell’Unione Europea, si può chiedere assistenza all’agenzia dell’Unione Europea di supporto al sistema di asilo Easo - European Asylum Support Office. Quindi le modalità si trovano certamente, come ha dimostrato anche la Croce Rossa. Non è impossibile pensare a una quarantena da passare a bordo di una nave che abbia naturalmente attrezzature adeguate e dove le persone siano in isolamento tra di loro.

A proposito di Croce Rossa, a Lampedusa ieri è avvenuto uno sbarco autonomo, senza il filtro di una nave per la quarantena. C’è la preoccupazione del sindaco che ha chiesto che venga predisposta anche a Lampedusa una nave che accolga i migranti e li metta in quarantena: è questa una soluzione?

R. – Mi sembra una richiesta assolutamente legittima e ragionevole: come è stato fatto vicino al porto di Palermo, si può e si deve fare anche vicino al porto di Lampedusa, perché certamente sull’isola, nel centro di accoglienza, non ci sono le condizioni per garantire veramente una quarantena secondo le modalità previste. Quindi, non è una cosa impossibile, anche attraverso la Guardia Costiera e la Marina militare italiana, mettere a disposizione una nave per questi sbarchi che avvengono comunque e che avverranno anche nelle prossime settimane.

In questo momento, Schengen è sospeso o è possibile fare trasferimenti in altri Paesi?

R. – E’ certamente possibile nei pochi Paesi che si sono dichiarati disponibili: innanzitutto la Germania, ma anche la Francia. E mi risulta anche che alcune persone che erano sbarcate prima sono state effettivamente trasferite in Germania, naturalmente sempre con le precauzioni, la quarantena e le misure di sicurezza. Però, non è che perché le regole Schengen siano state sospese non sia possibile attuare quello che nel settembre scorso è stato concordato tra alcuni Stati membri.

Con l’arrivo dell’estate è possibile una ripresa forte dei flussi migratori? E come stanno cambiando questi con la pandemia del coronavirus?

R. – Se osserviamo la situazione in Libia, è sempre più preoccupante. La Libia finora è stata toccata in forma solamente molto modesta dal coronavirus, però questo incomincia a cambiare: anche lì ci sono restrizioni e la situazione di guerra civile persiste, insieme alla crisi economica e la caduta del prezzo del petrolio che riguarda anzitutto un Paese come la Libia; quindi è effettivamente molto difficile lasciare il territorio libico o anche di altri Paesi nordafricani. Penso però che si farebbe bene ad attrezzarsi per l’estate per arrivi forse non molto massicci, ma comunque per un aumento del fenomeno delle migrazioni.

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29 aprile 2020, 13:07