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 Giornata della sicurezza sul lavoro e della memoria delle vittime: stop al Covid19 Giornata della sicurezza sul lavoro e della memoria delle vittime: stop al Covid19 

Fermare la pandemia sui posti di lavoro per salvare vite umane

L’emergenza del Covid19 al centro delle Giornate internazionali per la sicurezza e la salute sul lavoro e per la memoria delle vittime sui luoghi di lavoro. Monito dell’Organizzazione internazionale del lavoro: la ripresa delle attività deve garantire la tutela dei lavoratori. I Sindacati chiedono di riconoscere il virus come malattia professionale

Roberta Gisotti – Città del Vaticano

Grande è la preoccupazione per la vita dei lavoratori. Da qui il monito “Fermare la pandemia” nei luoghi di lavoro per salvare vite umane, lanciato oggi dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) e dalla Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc), in occasione delle due Giornate, del 28 aprile, per la sicurezza e la salute sul lavoro e per la memoria dei lavoratori, che sono deceduti o che hanno subito infortuni o sono affetti da disabilità o malattie a causa del lavoro.

Contenere il virus nella ripresa delle attività

L’emergenza del Covid19 è balzata in primo piano rispetto al tema della violenza e delle molestie che era stato scelto in precedenza dall’Onu per il 2020. Si è infatti evidenziata l’urgenza di affrontare le enormi sfide per contenere i contagi nei posti di lavoro e di sostenere dopo la prima fase emergenziale la ripresa delle attività lavorative, garantendo al contempo la sicurezza dei lavoratori, senza annullare i progressi compiuti nel reprimere la trasmissione del virus. Sfide cui sono chiamati a rispondere insieme governi, datori di lavoro, lavoratori e loro associazioni, concertando strategie a breve e medio termine ed anche a lungo temine considerato che le epidemie sono state ricorrenti negli ultimi due decenni, come avverte l’Organizzazione mondiale della sanità.

Ilo: servono nuovi accordi tra le parti sociali

"Abbiamo bisogno di misure speciali per proteggere milioni di operatori sanitari e altri lavoratori che ogni giorno rischiano la propria salute", è l’appello rivolto dal direttore generale dell'Ilo, Guy Ryder "Il telelavoro offre nuove opportunità ai lavoratori per continuare a lavorare ... Tuttavia – sottolinea Ryder - i lavoratori devono essere in grado di negoziare questi accordi in modo da mantenere l'equilibrio con altre responsabilità, come la cura dei bambini, dei malati o degli anziani e, naturalmente, loro stessi”. Sono questi gli interrogativi urgenti che interessano miliardi di persone nel mondo coinvolte dalla pandemia e dai suoi gravi effetti oltre che sanitari, economici, sociali e psicologici.

Ituc: la sanità pubblica ha una bassa priorità

Ai coraggiosi lavoratori in prima linea nell’emergenza del Covid19 va l’omaggio dei sindacati, in ricordo speciale delle persone “che sono morte, si ammalano o restano ferite mentre fanno il loro lavoro”. “Gli operatori sanitari in particolare – sottolinea Sharan Burrow, segretaria generale dell’Ituc - stanno rischiando la vita facendo il loro lavoro per prendersi cura dei malati. E ci sono persone che lavorano in strutture per anziani e in altre strutture che si occupano dei gruppi più vulnerabili di persone. Ma abbiamo anche bisogno di lavoratori dei trasporti e dei supermercati, fornitori di servizi essenziali e molti altri per far andare avanti l'economia”. La pandemia di Covid19 – denuncia l’Ituc - potrebbe persistere perché la sanità pubblica in generale ha una priorità bassa per i Paesi  e  massima parte dei lavoratori non hanno né la retribuzione per malattia né la protezione sul lavoro necessarie per sopravvivere.

Covid19 sia riconosciuta malattia professionale

Da qui la proposta dell’Ituc di riconoscere il Covid19 come malattia professionale al fine di garantire una maggiore protezione sul posto di lavoro e l’accesso a compensi e cure mediche. "Mentre ci sono molti aspetti del virus Sars-Covid19 che non sono ancora chiari, - si legge in una nota diramata oggi dalla Consiglio dell’Unione globale dei Sindacati - una cosa chiara è che la maggior parte della trasmissione avviene in luoghi di lavoro come ospedali e strutture di cura, nonché in luoghi di lavoro in cui la trasmissione può avvenire tra i lavoratori con il pubblico. Esistono già prove del fatto che in numerosi Paesi le misure di protezione sul posto di lavoro come le distanze e le attrezzature personali sono insufficienti o addirittura assenti. I lavoratori stanno assumendo rischi che non dovrebbero essere presi e, in alcuni casi, come nei magazzini di Amazon, sono soggetti a sanzioni o licenziamenti per aver sollevato problemi di sicurezza. Portare Covid19 nella classificazione delle malattie professionali è fondamentale per fermare questo e ridurre la diffusione del virus. Ciò sta diventando ancora più urgente quando i Paesi iniziano a allentare le restrizioni sui settori economici e gli spazi pubblici.”

I lavoratori precari i più esposti e meno tutelati

Le più gravi conseguenze della sospensione della attività ricadono sui lavoratori precari. “I confinamenti e le interruzione dei commerci che provocano, le restrizioni dei viaggi, le chiusura delle scuole e altre misure di contenimento hanno avuto – dichiara l’Ilo - ripercussioni immediate e drastiche sui lavoratori e sulle imprese. Spesso i primi a perdere il lavoro sono quelli già precari. In un mondo in cui solo una persona su 5 ha diritto al sussidio di disoccupazione, i licenziamenti sono una catastrofe per milioni di famiglie. I lavoratori senza contratto, che rappresentano oltre 60 per cento della forza lavoro mondiale, sono particolarmente vulnerabili durante una pandemia, perché sono già esposti a maggiori rischi di sicurezza per la salute sul lavoro e mancano di sufficiente protezione. Lavorando in assenza di tutele, come il congedo per malattia o l’indennità di disoccupazione, questi lavoratori possono essere costretti a scegliere tra salute e reddito, mettendo a rischio sia la loro salute che quella degli altri, oltre che il loro benessere economico”.

I materiali per sostenere le campagne anti Covid19

Sia l’Ilo che l’Ituc hanno prodotto diverse guide e sussidi on line per i governi, le imprese, i lavoratori al fine di sostenere campagne di lotta al Covid19, adottando misure e pratiche virtuose, contribuendo così tutti insieme a salvare vite umane nei luoghi di lavoro. L’obiettivo è anche quello di stimolare il dialogo costruttivo tra le parti per migliorare la salute e la tutela dei lavoratori nel mondo intero. Tutti i materiali sono disponibili agli indirizzi: https://www.ilo.org/global/topics/safety-and-health-at-work/events-training/events-meetings/world-day-safety-health-at-work/WCMS_739669/lang--en/index.htm, https://www.ituc-csi.org/?lang=en

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28 aprile 2020, 08:00