Cerca

Un volontario distribuisce viveri alle famiglie più povere a Lagos, in Nigeria (Reuters/Temilade Adelaja) Un volontario distribuisce viveri alle famiglie più povere a Lagos, in Nigeria (Reuters/Temilade Adelaja)

Covid-19, il G20 sospende ma non condona il debito pubblico

Gli Stati più industrializzati del mondo hanno deciso di sospendere temporaneamente il debito dei Paesi più poveri vista l'emergenza della pandemia del nuovo coronavirus. Nel giorno di Pasqua il Papa aveva chiesto di ridurre o condonare il debito. L'intervista al professor Antonio Maria Baggio

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

L’obiettivo è aiutare i Paesi che ora sono alle prese con la crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia. Il metodo scelto è quello della sospensione temporanea del debito pubblico, non dunque la cancellazione che, secondo alcuni, poteva essere la soluzione più efficace. La decisione presa dal G20 (formato dai 19 Stati più industrializzati e dall'Unione Europea) segue quanto già messo in atto dal Fondo Monetario Internazionale, che all'inizio di questa settimana aveva approvato la sospensione del pagamento dei debiti per i 25 Stati più poveri del mondo.

La nota ufficiale

Seguendo le indicazioni formulate dal G7 ventiquattro ore prima, ieri il G20 ha dunque stabilito di sostenere la sospensione del debito per 76 Stati. “Tutti i creditori ufficiali bilaterali - si legge nella nota diffusa a margine della riunione dei Ministri finanziari e dei Governatori della banche centrali - parteciperanno all’iniziativa. Chiediamo ai creditori privati di partecipare in termini simili”. Una scelta il cui valore effettivo è superiore ai 12 miliardi di dollari, circa 11 miliardi di euro. Lo stop dei pagamenti ha una durata prevista di otto mesi: dal primo maggio fino al 31 dicembre 2020. Una proroga è però possibile, secondo quanto stabilito dai leader mondiali, anche il prossimo anno.

L'invito di Papa Francesco 

Prima della benedizione Urbi et Orbi nel giorno della Santa Pasqua, lo scorso 12 aprile, il Papa aveva invitato a mettere “in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri”. A distanza di 72 ore è arrivato l'intervento del G20 a sostegno degli Stati più fragili dinanzi all'emergenza sanitaria, non con una riduzione o con un condono del debito, ma con una sospensione a tempo. In numerose occasioni la Santa Sede, negli anni, ha chiesto un intervento per allentare la pressione del debito dei Paesi che presentano maggiori difficoltà economiche. Di recente, si pensi ad esempio alle parole rivolte lo scorso febbraio da Francesco a banchieri, economisti e ministri delle Finanze riuniti in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali per il workshop “Nuove forme di fraternità solidale, di inclusione, integrazione e innovazione". “Le persone povere nei Paesi fortemente indebitati - affermava il Papa - soffrono di una pressione fiscale opprimente e di tagli ai servizi sociali, mentre i loro governi pagano debiti contratti in modo insensibile e insostenibile”. Così il debito pubblico, contratto “per promuovere e incoraggiare lo sviluppo economico e produttivo di un Paese”, può diventare un fattore che danneggia il tessuto sociale.

Occorre rimuovere le cause dell'indebitamento

“Si poteva fare certamente di più, questa decisione è una sorta di cerotto, ma all'inizio del secolo con il condono di circa 100 miliardi del debito si è constatato che anche la cancellazione da sola non è sufficiente”. Lo afferma nell'intervista a VaticanNews il professor Antonio Maria Baggio, ordinario di Filosofia Politica all'Istituto Universitario Sophia. Secondo Baggio occorre cioè “rimuovere le cause dell'indebitamento, che spesso sono rapporti ingiusti con il mercato internazionale”. Nel ricordare come “il condono del debito fosse uno dei pilastri del Giubileo della Misericordia voluto da Francesco nel 2016”, Baggio sottolinea l'importanza di sostenere i Paesi più in difficoltà, anche laddove non prevalga, purtroppo, la logica della fraternità universale. “Farlo - conclude - è anche una questione di interesse per evitare di destabilizzare ulteriormente lo scenario internazionale”.

Ascolta l'intervista ad Antonio Maria Baggio

Macron: “L'Europa aiuti l'Africa”

Di cancellazione del debito vista l'emergenza Covid-19 ha parlato questa settimana anche il presidente francese Macron. La Francia e l'Europa dovranno aiutare l'Africa a combattere il coronavirus "annullando in modo consistente il proprio debito", ha dichiarato il titolare dell'Eliseo. “Al di là di una rifondazione europea, dobbiamo anche sapere come aiutare i nostri vicini in Africa a combattere il virus in modo più efficace, aiutandoli anche economicamente annullando massicciamente i loro debiti”, ha sottolineato Macron.

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

16 aprile 2020, 12:36