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Povertà  e degrado Povertà e degrado 

Covid-19, Oxfam: spettro povertà estrema per mezzo miliardo di persone

Tra il 6 e l’8% della popolazione mondiale rischia di subire gli effetti immediati della contrazione di consumi e redditi a causa della pandemia. Per l’Oxfam si rischia di azzerare i progressi ottenuti negli ultimi 10 anni nella lotta alla povertà. L’Appello: aiutare le economie più fragili e garantire cure sanitarie gratuite anche nei Paesi più poveri e vulnerabili. Intervista al policy advisor Maslennikov

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

L’impatto del coronavirus sull’economia globale potrebbe far precipitare, a breve termine, mezzo miliardo di persone sotto la soglia della povertà estrema. A lanciare l’allarme è il rapporto ‘Dignità, non miseria’ pubblicato oggi dall’ong internazionale Oxfam, secondo cui i livelli di povertà in alcune regioni del mondo, a causa della pandemia da Covid-19, potrebbero tornare quelli di 30 anni fa. Il dossier, a partire dalle analisi del World Institute for Development Economics Research dell’Università delle Nazioni Unite e dei ricercatori del King's College di Londra e della Australian National University, analizza le possibili conseguenze socio-economiche della pandemia.

“Sono stime – afferma Misha Maslennikov, policy advisor di Oxfam Italia -  che riguardano uno scenario peggiorativo, in cui il reddito medio globale delle persone si riduca del 20% entro il 2020. Chiaramente è una previsione che risente al momento dell’incertezza rispetto alla durata del lock-down economico e del recupero dei livelli occupazionali; una stima che fa sì che i progressi ottenuti nel contrasto alla povertà estrema negli ultimi 10 anni vengono totalmente azzerati”.

Ascolta l'intervista a Maslennikov Oxfam

Rischi maggiori per Stati già vulnerabili

Nell’analisi dei rischi sanitari ed economici che la pandemia rappresenta per i diversi Stati del mondo, la preoccupazione maggiore riguarda i Paesi più fragili e dotati di minori risorse per contrastare adeguatamente la crisi. “In particolare per l’Africa la preoccupazione è altissima – continua Maslennikov- . Stime dell’Onu riportano che alla fine della pandemia si rischia di vedere dimezzati i posti di lavoro nel continente. La priorità è chiaramente salvare vite umane e salvaguardare la salute dei cittadini; c’è bisogno di risorse per il potenziamento dei servizi sanitari e allo stesso tempo garantire il lavoro e il reddito delle persone, come bisogna supportare gli operatori economici che quando si tornerà alla “normalità” possano garantire continuità occupazionale e reddito alle persone”.

L’appello: aiuti alle economie più fragili

In vista del G20 dei ministri delle Finanze e del Summit della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, l’Oxfam lancia un appello urgente: servono misure straordinarie per aiutare le economie più fragili e garantire l’accesso gratuito alle cure sanitarie per tutti, anche nei Paesi più poveri e vulnerabili. “La crisi ci pone di fronte a un grande test di solidarietà tra persone che hanno di più e persone che hanno di meno, tra diverse generazioni, come tra le nazioni - conclude il policy advisor della ong-. Capiamo che la capacità finanziaria di rispondere allo shock pandemico è diversificata e i Paesi più poveri si trovano davvero con risorse limitate per poter affrontare la crisi. Chiediamo ai leader del G20 e alle istituzioni finanziarie internazionali un immediato pacchetto di salvataggio di emergenza, in particolare una disponibilità di liquidità per 2.500 miliardi di dollari, che possono essere ottenuti in parte sospendendo tutti i pagamenti del debito per i Paesi in via di sviluppo nei confronti dei Paesi creditori. Chiediamo anche al G20 di richiedere analoghe moratorie per il debito privato che i Paesi in via di sviluppo hanno con creditori Strati membri del Gruppo. Infine, chiediamo un aiuto, quantomeno contabile, di 500miliardi di dollari che possano supportare la risposta in primis all’emergenza sanitaria nei Paesi in Via di sviluppo”.

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09 aprile 2020, 15:48