Coronavirus, file di senzacasa negli Usa Coronavirus, file di senzacasa negli Usa 

Coronavirus. Crescita dei casi negli Usa, appello dei vescovi

Negli Stati Uniti oltre 280 mila, con 7 mila morti. I presuli: "La mancanza di respiratori e di reparti di terapia intensiva in numero sufficiente può porre i medici di fronte a scelte drammatiche tra chi curare e chi no". Anche in Europa aumentano i contagi. In tutto il mondo iniziative di solidarietà delle Chiese

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Sono oltre un milione e 100 i casi di Coronavirus Covid-19 nel mondo. Particolarmente grave la situazione negli Stati Uniti. In Europa, i contagi aumentano soprattutto in Italia, Spagna, Germania e Francia.

Negli Usa 7 mila morti. I vescovi: no a scelte eticamente inaccettabili

L’epidemia continua ad avere una crescita esponenziale negli Stati Uniti, dove i casi sono oltre 278 mila, con 7 mila morti. E di questi 1.400 in un solo giorno. Negli Usa la mancanza di respiratori e di reparti di terapia intensiva in numero sufficiente per l’emergenza può porre medici e infermieri di fronte a scelte drammatiche tra chi curare e chi no, in base all’età dei pazienti, alla loro disabilità o e altri criteri e si stanno adottando diversi protocolli in questo senso. Il rischio è quello di discriminazioni eticamente inammissibili. Lo sottolineano, in una dichiarazione diffusa sul sito della Conferenza dei vescovi statunitensi (Usccb), i presidenti delle Commissioni episcopali per la Dottrina, per le Attività pro-vita e per la Giustizia e lo Sviluppo umano. I presuli affermano che la gravità della crisi non deve indurre ad accantonare i principi etici e morali che dovrebbe guidare l’operato di ogni medico, segnatamente quello della pari dignità umana di tutti i pazienti. Ieri, il presidente Trump ha precisato che la decisione sull'ordine ai cittadini di stare a casa, sarà lasciata ai singoli governatori di ogni Stato. 

In Pakistan, l'arcivescovo di Lahore chiede unità

"Questo è il momento di trovare l'unità per salvare vite umane e sconfiggere il nuovo coronavirus", ha detto monsignor Sabastian Shaw, arcivescovo di Lahore, rivolgendosi ai pakistani, durante la conferenza stampa della campagna della Chiesa "Fai maschere e salva vite”, a Lahore. Finora l'arcidiocesi è riuscita a consegnare 15 mila maschere e disinfettante per le mani alle parrocchie di otto distretti del Punjab. E monsignor Shaw ha tenuto a sottolineare come la Chiesa abbia “consigliato a tutte le parrocchie di distribuire le maschere senza alcuna discriminazione religiosa, razziale o settaria”, gratuitamente, mostrando, anzi, “compassione verso i nostri nemici e dando le maschere a coloro con cui non amiamo parlare".

Brasile, dalla Chiesa ospedali e centri per i senzacasa

In Brasile, la Chiesa cattolica è in prima linea nell’offrire aiuto per fermare la pandemia da “Covid-19”. Alcuni esempi virtuosi sono già una realtà: l’arcidiocesi di Campinas, ad esempio, nello Stato meridionale di San Paolo, sta organizzando un ospedale da campo insieme alla Pontificia Università locale ed al Centro ospedaliero universitario. Un’altra iniziativa è stata avviata dall’arcidiocesi di Maceió, nello Stato nord-orientale di Alagoas: qui, la Chiesa ha firmato un accordo con il Municipio per organizzare due centri di accoglienza per i senza tetto, uno per gli anziani e l’altro per bambini, adolescenti e adulti.

In Italia mantenere la distanza sociale

In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si confermano i segnali di rallentamento, ma le Aurorità invitano i cittadini a rimanere a casa per almeno tutto aprile. "Il distanziamento sociale e' l'unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l'unica al momento che da' certezze", dicono dal ministero della Salute. Preoccupante la situazione delle carceri, dove è quasi impossibile mantenere la distanza tra un detenuto e l’altro. Dalla Conferenza Episcopale intanto arrivano 6 milioni di euro per gli ospedali in Africa e America Latina, realtà più povere e a rischio.

L'Ue divisa sui Coronabond

L’Unione Europea intanto conferma che è disposta ad aiutare i paesi più in difficoltà. Non solo dal punto di vista sanitario ma anche economico.  Ma sui Coronabond non c’è accordo: Germania e Olanda sono sempre più contrarie. Per l’Italia invece è questa la strada da seguire. Il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni insiste: servono bond comuni "emessi per uno specifico scopo e come misura 'one-off' destinata a rispondere esclusivamente a queste circostanze eccezionali. Penso che la Germania e gli altri Paesi del Nord lo potranno accettare”. Si fa avanti a questo punto la possibilità di allentare ulteriormente il meccanismo europeo di stabilità. Decisivo sarà l’Eurogruppo di martedi prossimo.

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04 aprile 2020, 11:52