Il coronavirus ha raggiunto anche la foresta amazzonica Il coronavirus ha raggiunto anche la foresta amazzonica 

Brasile: dalla Repam un piano per proteggere le popolazioni dell’Amazzonia dal virus

Firmato un documento programmatico insieme ad altre 115 istituzioni. Primo contagio tra i Kokama, al confine con la Colombia

Roberta Barbi - Città del Vaticano

La Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) del Brasile ha firmato ieri, assieme ad altre 115 istituzioni, un documento con proposte di prevenzione e assistenza alle popolazioni dell'Amazzonia di fronte al dilagare della pandemia da Coronavirus, che si teme possa decimare queste popolazioni che attualmente contano in tutto circa 850mila persone. Proprio nella giornata di ieri il governo brasiliano ha annunciato il primo caso di contagio tra i Kokama che vivono in un villaggio nel distretto di Sant’Antonio do I, vicino al confine con la Colombia.  

C'è necessità di intervenire

La proposta, promossa dal Forum Nazionale Permanente di Difesa dell'Amazzonia che è composto, tra le altre organizzazioni sociali, da entità che rappresentano i Popoli Indigeni, i Popoli Estrattivi e i Popoli Quilombola, è di allertare il potere pubblico federale sulla necessità di misure di emergenza per la prevenzione e l'assistenza nella lotta contro questo virus nei territori delle popolazioni amazzoniche.

Mancano attrezzature mediche

Il documento esprime le preoccupazioni e le proposte di queste popolazioni, particolarmente vulnerabili al contagio a causa della grave mancanza di attrezzature mediche interne, come pure di input per fornire le cure necessarie a garantire salute e benessere alle popolazioni che, storicamente, hanno minore capacità materiale di autoprotezione.

La campagna di prevenzione

Tra le misure proposte, una fitta campagna di prevenzione che vada dal supporto alle iniziative di prevenzione locali fino alla produzione e diffusione di contenuti da parte di organizzazioni locali; cui unire un lavoro di assistenza ed eventuale gestione dell’emergenza attraverso un comitato virtuale, coordinato dalla Casa Civile della Presidenza della Repubblica, con partecipazione interministeriale e organizzazioni nazionali rappresentative delle popolazioni indigene, con la funzione di proporre e gestire l'attuazione di misure, politiche e programmi a favore di queste popolazioni.

Fornire gli alimenti alle popolazioni

Si propone, inoltre, di spostare le équipe sanitarie nelle località per evitare lo spostamento di queste popolazioni in città già colpite dal virus; di inviare medicinali, maschere e kit per test rapidi e beni per l'igiene personale, nonché una guida appropriata all’isolamento in caso di possibili casi di test positivi. Al tempo stesso dovranno essere messe in pratica azioni sociali come la fornitura di cesti alimentari alle famiglie che ne hanno bisogno per evitare spostamenti che possano aggravare le vulnerabilità epidemiologiche e l’invio di prodotti di base come sapone, gel alcolico e disinfettanti.

Terapie intensive nelle aree più remote

Per quanto riguarda le strutture, infine, dotare le terapie intensive che servono le aree più remote di attrezzature di base e respiratori, nonché di operatori sanitari in grado di gestire eventuali situazioni di emergenza. Al tempo stesso sarà vietato l’ingresso a persone non autorizzate nei territori indigeni per tutta la durata della pandemia.

Proposta la sospensione delle bollette

Tra le proposte, anche la sospensione delle bollette dell'energia elettrica mentre persiste la pandemia, così come la sospensione delle interruzioni di corrente, dell'acqua e di altri servizi essenziali, e l’impegno a mantenere una fornitura completa di acqua potabile in caso di grave siccità; come la raccolta regolare dei rifiuti.

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03 aprile 2020, 15:45