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Sicurezza del Golfo Persico: sale la tensione tra Iran e Stati Uniti

L’escalation per ora verbale tra Teheran e Washington ha sullo sfondo la pandemia di Coronavirus e il crollo del prezzo del petrolio, che ha effetti su entrambi i Paesi. Dei diversi aspetti della crisi abbiamo parlato con il professor Riccardo Redaelli

Elvira Ragosta – Città del Vaticano

Dopo l'incidente marittimo del 15 aprile tra navi americane e motoscafi iraniani, per il quale il Pentagono ha accusato l'Iran di "manovre pericolose" in mare, ieri, il leader delle Guardie rivoluzionarie iraniane ha promesso una "risposta decisiva" se l'amministrazione Donald Trump dovese attuare la sua minaccia di distruggere "barche iraniane nel Golfo”. Intanto Teheran, che mercoledì ha lanciato in orbita il suo primo satellite militare, si dice pronta a proseguire.

Provocazioni tra Washington e Teheran

“Da tempo ci sono continue provocazioni e mosse radicali, sia da parte dell'amministrazione Trump, sia da parte dei pasdaran iraniani – commenta Riccardo Redaelli, ordinario di Geopolitica all’Università Cattolica. L’Iran, quando è in grande difficoltà, cerca la provocazione per dimostrare la propria determinazione. Dall’altra l'altra parte la politica di Trump nei confronti di Teheran è proprio quella del muro contro muro, e, nonostante non ottenga risultati, ormai questa amministrazione si è avvitata su questa politica”. “Il rischio - continua Redaelli - è che dalla provocazione verbale, si arrivi a uno scontro che potrebbe degenerare perché queste cose si sa come iniziano e mai come finiscono”.

Ascolta l'intervista al professor Redaelli

L’effetto del petrolio su Usa e Iran

La riduzione del prezzo del petrolio nei giorni scorsi, con relativa caduta delle quotazioni e della domanda, ha effetti seri sulle economie di entrambi i Paesi. L’Iran era già un Paese in ginocchio, con un’economia inefficiente, per le sanzioni unilaterali americane, per le spese nelle varie guerre regionali. A tutto questo si è aggiunto il Covid-19, che ha colpito l’Iran come nessun altro Paese in Medio Oriente, e il prezzo del petrolio, che per l’Iran è vitale. Ma il crollo del greggio ha colpito anche gli Stati Uniti, che sono in un anno elettorale, quindi Trump ha bisogno di una fase espansiva. Questa fase espansiva non c’è a causa della pandemia e il crollo delle quotazioni del petrolio, soprattutto di quello americano, lo shale oil, sta colpendo e portando alla chiusura e al fallimento una moltitudine di aziende petrolifere americane. Se vogliamo gli Usa subiscono da questo crollo conseguenze più gravi dei Paesi mediorientali ”.

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24 aprile 2020, 13:26