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Persone migranti al confine greco-turco (Epa/Erdem Sahin) Persone migranti al confine greco-turco (Epa/Erdem Sahin)

Migranti, i presidenti della Ue in Grecia. Centro Astalli: “Corridoi umanitari europei”

Doppia missione per i vertici delle Istituzioni europee in Turchia e nel Paese ellenico. Atene ha dichiarato lo stato di massima allerta nazionale. Secondo Ankara sono almeno 130mila i profughi al confine con la Grecia. L’intervista al presidente del Centro Astalli

Andrea De Angelis – Città del Vaticano

L'Unione Europea in queste ore si muove per cercare di dare una risposta all'emergenza dei profughi diretti in Grecia, conseguenza della escalation della crisi siriana. In particolare nella provincia di Idlib, l'unica ancora in mano ai ribelli. L'Alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell, insieme al commissario per la Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, saranno impegnati oggi e domani ad Ankara per colloqui con il Governo turco. Sul tavolo, oltre alla drammatica situazione dei profughi diretti dalla Turchia alla Grecia, anche l’escalation nella provincia siriana di Idlib e le conseguenze umanitarie per la popolazione civile. I presidenti di Commissione, Consiglio e Parlamento europei, Ursula von der Leyen, Charles Michel e David Sassoli si sono recati alla frontiera greco-turca, dove il Paese ellenico ha dichiarato da domenica lo stato di massima allerta per la decisione di Ankara di aprire le frontiere con l'Europa. Tra le immediate conseguenze, la scelta di Atene di sospendere le richieste di asilo per un mese. Per il Governo turco sarebbero già 130mila le persone dirette verso la Grecia.  "Noi abbiamo una necessità - ha detto Sassoli - di rafforzare una politica comune per l'immigrazione europea e sono molto colpito dal fatto che tanti governi continuino a non esserne consapevoli. Se un anno e mezzo fa si fosse dato retta al Parlamento europeo e si fosse proceduto ad una riforma del Trattato di Dublino probabilmente noi oggi non saremmo in queste condizioni".

La Turchia rifiuta i colloqui con Mitsotakis

Il presidente della Turchia Recep Tayyp Erdoğan ha sollecitato l'Europa ad "assumersi la sua parte di oneri" nell'aiuto ai profughi durante una telefonata con il cancelliere tedesco, signora Angela Merkel. Il Capo di Stato turco venerdì scorso aveva accusato l’Unione Europea di non aver rispettato le promesse fatte al Paese in cambio del blocco dei flussi migratori dal Medio Oriente, chiedendo tra l'altro di sostenere le operazioni militari della Turchia in Siria. Non a caso la decisione di Erdoğan è arrivata dopo che giovedì 27 febbraio erano stati uccisi 36 soldati turchi in un bombardamento a sud di Idlib, l’unica provincia siriana ancora sotto il controllo dei ribelli. il premier bulgaro Boyko Borissov ha rivelato che il Presidente turco ha rifiutato di recarsi venerdì prossimo a Sofia per un incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis, la stessa Merkel ed il premier croato Andrej Plenkovic, che ricopre la presidenza di turno del Consiglio europeo.

Il Centro Astalli: "Non ripetere errori passati"

“Si apra immediatamente un corridoio umanitario europeo per i siriani in fuga dalle bombe, ponendo fine allo scellerato accordo con la Turchia che ha di fatto condannato milioni di persone a miseria, disperazione e morte”. Lo chiede in una nota il Centro Astalli, sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. Quindi l’appello ad accogliere con permessi umanitari i siriani in fuga dalla guerra, “ponendo fine al tragico accordo con la Turchia”. Nell’intervista a Vatican News il presidente del Centro Astalli, padre Camillo Ripamonti, chiede all’Unione Europea di non ripetere gli errori del passato, quando “la Turchia fu pagata per dare una risposta alla situazione dei profughi che, però, non poteva e non può essere una soluzione”. Da padre Ripamonti poi il vivo auspicio che l’Unione parli ad una voce sola e compia atti concreti.

Ascolta l'intervista a padre Camillo Ripamonti

Il Papa chiede di pregare per i migranti in fuga 

In occasione dell’Angelus di domenica 1 marzo, Papa Francesco ha espresso il suo dolore per le tante comunità che sono cacciate dalle loro terre a causa dei conflitti. “Sono un po’ rattristato per le notizie che arrivano di tanti isolati, tanti uomini, donne, bambini cacciati via a causa della guerra, tanti migranti che chiedono rifugio nel mondo, e aiuto. In questi giorni - ha aggiunto il Pontefice -, la cosa è diventata molto forte: preghiamo per loro”. Riferendosi proprio alle tante aree che si affacciano sul Mediterraneo, una settimana fa a Bari, Francesco aveva parlato dei tanti “focolai di instabilità e di guerra”, sia in Medio Oriente sia in vari Stati del Nord Africa così come fra etnie e gruppi religiosi.

La Chiesa pronta ad aiutare 

“In questa fase ci si sta preparando, insieme alla Caritas locale, ad intervenire in soccorso di queste persone migranti". Lo ha affermato nell’intervista a Vatican News monsignor Joseph Bazouzou, Amministratore apostolico degli armeni cattolici in Grecia, sottolineando come siano già numerosi i profughi verso i quali si fa molto, sia da un punto di vista materiale che spirituale. "Queste persone hanno bisogno di qualcuno che li sostenga, per questo - conclude monsignor Bazouzou - li informo subito di ogni appello e preghiera del Santo Padre per i rifugiati". Quindi la richiesta di soluzioni concrete ai Paesi europei, affinché “non propongano solo blocchi verso i profughi”.

Le organizzazioni umanitarie

Si moltiplicano intanto le richieste per la tutela dei diritti delle persone migranti. Forte la presa di posizione di Medici senza frontiere. "Gli Stati membri dell'Unione Europea devono affrontare la vera emergenza: evacuare le persone dalle isole greche e fornire un sistema di asilo funzionante”. A dirlo è Stefano Argenziano, coordinatore delle operazioni di Msf in Grecia, in una dichiarazione sulla situazione dei migranti sulle isole greche diffusa dall'organizzazione umanitaria. ''Sono passati ormai quattro anni – si legge - da quando l'accordo UE-Turchia strumentalizza vite umane per motivi politici”. La nota pubblicata da Amnesty International chiede invece che siano garantiti corridoi legali per consentire ai richiedenti asilo di arrivare in Europa. Quindi l’invito alla Commissione europea a “coordinare con urgenza ogni appoggio che possa essere richiesto da Grecia e Bulgaria, per assicurare che i richiedenti asilo abbiano accesso ad accoglienza e procedure d'asilo adeguate".
 

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03 marzo 2020, 12:29