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A Brescia "La Nuvola" in aiuto di disabili, anziani malati di Coronavirus

La storia di una cooperativa sociale che si trova proprio nell'epicentro della pandemia e che sta riutilizzando spazi di una fondazione per la quarantena. La rappresentante legale Donzelli: "Uno sforzo economico ma soprattutto emotivo"

Alessandro Guarasci - Città del Vaticano

Gli anziani, le persone con disabilità, in tutta Italia, ma soprattutto in Lombardia, sono i primi a soffrire gli effetti dell’epidemia di Coronavirus Covid-19. La cooperativa La Nuvola da 29 anni opera in un territorio tra Bergamo e Cremona, con Rsa, servizi per la Terza Età, residenze terapeutiche per adolescenti con disturbi psichici. Rosangela Donzelli, rappresentante legale della cooperativa, afferma che nei giorni scorsi “i fronti più impegnativi sono stati i servizi per la disabilità nelle residenze che accolgono 26 persone. Di queste 8 sono state ricoverate in ospedale perché risultate positive al Coronavirus. Una persona non è stata neanche accolta nel nosocomio perché non c'era più spazio. Quindi la prima settimana non abbiamo potuto fare altro che constatare che le persone stavano male e che dovevamo ricoverarle. Così abbiamo fatto finché è possibile. Dopodiché gli ospedali erano saturi e quindi da un lato tamponavano per dare evidenza della diagnosi, ma dall'altro poi rimandavano indietro i pazienti perché non sapevano come gestirli. Stiamo parlando di persone disabili”.

Ascolta l'intervista a Rosangela Donzelli

Avete riutilizzato degli spazi?

R. - Abbiamo utilizzato degli spazi che non erano usati da una fondazione, e quindi li abbiamo riconvertiti per un servizio specifico. Il 12 di marzo lì abbiamo accolto la prima paziente che è tornata dall'ospedale e quindi lì ora otto le persone che stanno facendo la quarantena. L'alternativa era l'ospedale militare Baggio Milano e quindi l'allontanamento dai luoghi di vita.

State pensando anche ad altri progetti ?

R. - L’altro progetto è prendersi cura delle persone anziane nelle strutture residenziali, perché anche lì erano 35 e in questo momento sono 24, undici sono decedute. Le lascio immaginare che cosa significhi per una persona anziana di 80-90 anni dall’oggi all'indomani non avere più la presenza dei propri parenti. Le varie ordinanze hanno fatto sì che più nessuno potesse entrare nelle strutture per anziani. Dunque, il compito che noi ci siamo presi è da un lato di accompagnare le persone che sono rimaste verso la guarigione, ma per le undici che non ci sono più siamo stati loro vicini negli ultimi momenti della loro vita.

Anche per voi saranno stati momenti difficili…

R. - Tutto questo richiede un grande investimento di energie non solo di natura economica, perché garantire i presidi sanitari al personale che sta facendo questo lavoro è costato 17.000 euro in mascherine, calzari e quant'altro. Ma soprattutto c’è stato un impegno emotivo, una grande energia richiesta a tutte le persone che vi lavorano, dalla direzione fino a tutti gli operatori. Stiamo cercando di fare del nostro meglio in questo momento. Questo vuol dire prendendersi cura da un lato degli ospiti e dall'altro del personale, affinché le persone possano fare al meglio il loro lavoro. Io sono molto contenta di questa organizzazione, della cooperativa La Nuvola che sta facendo la propria parte come impresa sociale sul territorio.

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27 marzo 2020, 08:00