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Accampamento di profughi in Grecia Accampamento di profughi in Grecia 

Nel dramma della tratta l’orrore del traffico di organi

In ricordo di santa Giuseppina Bakhita, la Giornata di preghiera e sensibilizzazione contro l’ignobile sfruttamento di esseri umani. Dalla prostituzione al caporalato, fino all’indicibile crimine del traffico di organi. Con noi il criminologo Antonio Leggiero

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Una Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. Ricorre l’8 febbraio, nel giorno che ricorda la memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, suora di origini sudanesi che era stata resa schiava a sette anni. L’ignobile sfruttamento di 40 milioni di persone nel mondo si declina in diverse modalità. Ne abbiamo parlato con  Antonio Leggiero, direttore didattico di Master in criminologia presso diversi Atenei:  

Ascolta l'intervista con Antonio Leggiero

R. – La questione del traffico di esseri umani che per la verità non è un fenomeno criminologico esclusivo della nostra era ma purtroppo c’è sempre stato. Basti ricordare le odiose tratte dei neri, le tratte degli schiavi, fenomeno antico come l’essere umano. Oggi chiaramente è tra l’altro maggiormente evidente perché è l’era delle comunicazioni globali.

Professor Leggiero, la questione dei trafficanti di esseri umani è complessa, presenta aspetti di disumanità, di crudeltà configurabili in reati e crimini. Ci aiuta a mettere a fuoco, quali siano proprio i crimini da denunciare?

R. – E’ indubbiamente un crimine ripugnante, estremamente ripugnante. Si parte da un crimine di base che è quello della tratta, la compravendita – è duro dirlo e a maggior ragione è duro comprenderlo – è un po’ il punto di partenza. Poi vi sono ulteriori sviluppi criminosi. Si evolve in varie fenomenologie: la fenomenologia criminosa della schiavitù, quella della prostituzione che come è noto riguarda trasversalmente un po’ tutti i Paesi del mondo e a varie latitudini; poi c’è quella dell’utilizzo di “manodopera” per lo spaccio di stupefacenti; poi ancora il fenomeno del collegamento con i caporalati. E poi c’è la punta dell’iceberg in una ipotetica escalation di nefandezze che è il traffico di organi. Chiaramente è la punta dell’iceberg della ripugnanza del fenomeno della tratta.

Professor Leggiero, cerchiamo di chiarire: accade il prelievo di organi per la vendita, con ricatti o violenze su persone in vita ma anche da persone decedute, pensiamo ai naufragi o altre morti sui percorsi della disperazione dei migranti, ad esempio…

R. – Sì c’è anche questa tipologia. In generale si predilige il trapianto di organi dal corpo di soggetti che si tengono “in disponibilità”, intendo magari sequestrati per diversi giorni e tenuti in condizioni tali da preservare nelle migliori condizioni l’organo che si vuole asportare. E’ terribile ma è così: al momento deciso si procede con l’espianto. E’ invece più difficile per le complesse tecniche operatorie lo scenario dell’asportazione da soggetti non più in vita, in particolare per quelli morti in mare. E’ più “facile” tenere poveri esseri umani sequestrati per diverse settimane, appunto alimentarli anche bene per tutelare l’utilità e l’efficacia degli organi e poi procedere all’espianto.

Professore,  da criminologo lei sa che ci sono stati casi in cui criminali sono arrivati tempestivamente sulla scena del naufragio per prelevare organi? … Non parliamo di casi ipotetici…

R. – Casi sporadici di sciacallaggio estremo, quale è quello appunto dell’asportazione di organi e quindi del prelievo da cadaveri in queste terrificanti sciagure marittime, ci sono stati. Casi isolati. Su questo ci sono scenari internazionali che si aprono. 

C’è anche lo scenario di chi queste persone le trattiene nei lager per prelevare organi la cui asportazione non è compatibile con il restare in vita di queste persone….

R. – Certo, certo questo è un altro aspetto. Diciamo che è una realtà effettivamente molto composita, poliedrica da definire sullo sfondo di una tragicità estrema.

In particolare, dobbiamo anche parlare di minori che scompaiono. Quando sentiamo le cifre di quanti sfuggono al controllo dopo essere stati ad esempio registrati al termine di un viaggio dall’Africa all’Europa, dobbiamo pensare anche a questo indicibile scenario?

R. – Sicuramente. C’è un’aliquota rispetto alle cifre sui minori scomparsi in qualunque tratta nel mondo. Ovviamente in particolare in Paesi e zone del mondo dove i controlli sono molto labili. C’è un’aliquota di minori che scompare e che purtroppo è destinata al traffico di organi. 

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08 febbraio 2020, 13:46