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L'incontro di Papa Francesco con una delegazione del Global Catholic Climate Movement L'incontro di Papa Francesco con una delegazione del Global Catholic Climate Movement 

Il Papa incoraggia l’operato del Movimento cattolico per il clima

Ieri mattina Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano una delegazione del Movimento cattolico mondiale per il clima. Un'occasione per condividere i frutti dell'impegno di cinque anni dalla fondazione. Nostra intervista al direttore esecutivo, Tomas Insua

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Il Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement) è nato due mesi prima della pubblicazione dell'Enciclica Laudato sì, e della conoscenza e applicazione di quel documento si fa promotore. Per condividere l’impegno di questi cinque anni, Papa Francesco ha accolto in Vaticano una delegazione di una dozzina di membri. L’argentino Tomas Insua, direttore esecutivo del Movimento, racconta di “un incontro bellissimo”.

Ascolta l'intervista a Tomas Insua

R: - L’incontro era stato pensato per condividere con il Papa i frutti dei primi cinque anni del Movimento, noi lo abbiamo infatti fondato nel gennaio 2015, due mesi prima la pubblicazione dell’Enciclica Laudato sì, il giorno in cui il Papa arrivò a Manila, nelle Filippine, tanto che ieri all’udienza ci ha accompagnato il cardinale Tagle, possiamo dire lo ‘sponsor’ che dall’inizio segue il nostro cammino. Il Papa ci ha ringraziato per il nostro lavoro, ci ha incoraggiato in questo servizio alla Chiesa, ci ha detto di approfondire e andare avanti.

Come avete accolto il testo dell’Esortazione post sinodale Querida Amazonia?

R: - Dico, in verità, che mi è dispiaciuto che la copertura mediatica si sia concentrata solo sul quarto capitolo e sul celibato dei preti. I giornalisti hanno parlato pochissimo degli altri punti, relativi al sogno ecologico e a quello sociale. Abbiamo molto apprezzato vedere come la Laudato sì, è stata applicata a un territorio particolare, e la denuncia, da parte del Papa, degli attacchi ai popoli indigeni e ai loro territori. Sono crimini e ingiustizie, come ha scritto Francesco. La Laudato sì è un invito a un dialogo, ma questo viene ribadito con più forza nell' Esortazione: il dialogo deve cominciare con gli ultimi, con quelli che sono più colpiti.

Quali sono oggi i progetti in cui siete maggiormente coinvolti?

R. - Abbiamo un programma per animatori Laudato sì, – ne abbiamo parlato anche al Papa – abbiamo circa 2000 animatori locali, leader in parrocchie, scuole, comunità cattoliche in più di cento Paesi nel mondo. Noi forniamo a loro il supporto. Si tratta di una formazione online per approfondire i contenuti dell'Enciclica, ma soprattutto per metterla in pratica. L’obiettivo è fare emergere dei progetti nell’ambito delle singole comunità. Per esempio, in collaborazione con la diocesi di Roma, abbiamo organizzato un ritiro ad Assisi per i giorni 7-8 marzo. Poi c’è l’iniziativa, lanciata l’anno scorso dallo stesso Pontefice, del ‘Tempo del creato’: dal 1° settembre al 4 ottobre di ogni anno vuole essere un tempo speciale in cui celebriamo insieme il creato, preghiamo insieme per il creato, agiamo insieme per il creato. E’ una iniziativa ecumenica, che ha avuto la sua originaria ispirazione nell’ambito ortodosso.

Greta Thunberg parteciperà il prossimo 4 marzo alla riunione settimanale della Commissione europea dedicata alla legislazione sul clima e sarà alla riunione della Commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo. Come valuta il suo operato di mobilitazione in tutto il mondo sui rischi della crisi climatica?

R: - Ho avuto la grazia di accompagnare Greta nel suo breve incontro con il Papa un anno fa. Per me è importante non parlare di Greta in sé, ma in quanto rappresentante di una generazione che ha davvero paura del suo futuro. Greta parla a nome dei ragazzi e dice le stesse cose di cui ci avvertono gli scienziati; il fatto di essere una bambina catalizza di più i media, tutto qui. Considero molto positiva la sua mobilitazione, sta cambiando l’opinione pubblica sul tema, in Germania e altrove, per esempio, si prende molto più sul serio la questione della crisi climatica. Pochi altri sono riusciti in questa testimonianza profetica. E’ meraviglioso.

Vediamo circolare le immagini dell’Antartide, senza quasi più ghiaccio. Cosa si può fare?

R: - Purtroppo sono dei chiarissimi segni dei tempi. E’ gravissimo. Siamo in una spirale di autodistruzione. Forse non ne siamo completamente consapevoli. Città come Venezia soffriranno le conseguenze del livello dei mari che aumenta. Bisogna trasformare i nostri stili di vita perchè siano più sostenibili. Dobbiamo approfondire la nostra conversione ecologica, ciò che Papa Francesco ci invita a fare. Dobbiamo avere un cambio dei cuori e una reale connessione con il creato.

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28 febbraio 2020, 15:40